Sono andato vicinissimo a battere il record del pomeriggio più inutile della mia vita, a tutt'oggi detenuto dall'esercitazione di tiro con il Garand durante il servizio di leva al CAR di Savona. Ieri - spinto dalla mia insana passione per il grottesco - mi sono fiondato in Consiglio comunale per assistere a un farsesco dibbatttito sulle Olimpiadi 2026 a Torino: l'equivalente, sul piano di realtà, di un dibattito sulle mie prospettive di battere il record di Bolt sui 100 metri.
Anche le mie palle sono delicate. Di conseguenza il mio pomeriggio in Consiglio comunale avrebbe sbriciolato le medesime nonché il record di inutilità del mio pomeriggio al poligono di tiro del CAR di Savona, non fosse per due interpellanze di Magliano e Morano e relative risposte di Maiunagioia che quantomeno mi consentono di riportare qui sul blog un paio di informazioni inessenziali, e tuttavia di qualche, sia pur minimo, interesse per i perdigiorno come me.
Prima informazione. Interpellata sul destino del Museo di Artiglieria - la cui collezione dal 2008 giace immagazzinata nella caserma Amione di piazza Rivoli - Leon ha annunciato che "presto" il Museo sarà riallestito (naturalmente con criteri moderni, inclusivi e non bellicisti) al Mastio della Cittadella; ma lì troveranno posto soltanto i pezzi più significativi per raccontare la storia urbanistica e militare di Torino, mentre una seconda tranche di colubrine e bombarde verrà sistemata a Torino Esposizioni (campacavallo) e infine i rimanenti cannoni e spingarde saranno custoditi nell'ex caserma Dabormida, non appena l'avranno ristrutturata (ricampacavallo). L'idea è di creare un "museo diffuso" - direi diffusissimo - che inglobi anche gli sparsi e sotterranei resti delle fortificazioni sabaude. Leon non ha precisato quando il progetto si realizzerà. Ha però detto che "ci stanno lavorando", il che consente di collocare l'evento entro la fine del secolo.
Leon ha però voluto rassicurare tutti: appena saputo dell'inopinata bocciatura, la gioiosa macchina da guerra comunale s'è messa in moto, contattando gli atenei e spiegando tutta la propria geometrica potenza per far sì che già nel 2019 la Notte Europea dei Ricercatori torni a Torino. "Stiamo lavorando", ha garantito Leon.
E così anche la Notte Europea dei Ricercatori ce la siamo levata dai coglioni.
Adesso me ne vado al mare. Cercate di non fare troppi danni.
Poche idee ma ben confuse
I nostri parolai hanno dato il meglio di sé esibendosi in una lussureggiante gamma di variazioni sul pensiero di Mogol & Da Ponte - Io Vorrei Non Vorrei Ma Se Vuoi / Vorrei E Non Vorrei Mi Trema Un Poco Il Cor - e per quanto ne ho capito le Olimpiadi del 2026 le vedremo in tivù ma con la soddisfazione di esserci gloriosamente coperti di ridicolo. La gag è completata dall'odierno commento dell'assessore Sacco al sondaggio sulla volontà dei torinesi di ospitare i Giochi: "Questo è un tema troppo delicato. Qualsiasi cosa si dica si sbaglia, come amministrazione stiamo lavorando sul progetto". E ti pareva che non "stanno lavorando". Anzi no. Cioè sì. Ma anche forse. Il tema è delicato.Anche le mie palle sono delicate. Di conseguenza il mio pomeriggio in Consiglio comunale avrebbe sbriciolato le medesime nonché il record di inutilità del mio pomeriggio al poligono di tiro del CAR di Savona, non fosse per due interpellanze di Magliano e Morano e relative risposte di Maiunagioia che quantomeno mi consentono di riportare qui sul blog un paio di informazioni inessenziali, e tuttavia di qualche, sia pur minimo, interesse per i perdigiorno come me.
Spingarde sparpagliate: il destino di un museo
La collezione del Museo d'Artiglieria nella caserma Amione |
La Notte dei Ricercatori? Non è colpa mia!
Seconda informazione. In risposta a un'interpellanza sulla mancata assegnazione a Torino della Notte Europea dei Ricercatori, dopo ben 12 edizioni, Leon ha precisato che non è colpa dell'amministrazione comunale: della Notte dei Ricercatori si sono sempre occupati Università e Politecnico, non il Comune, e quindi sono loro ad aver toppato, se quest'anno la candidatura non è stata accolta perché la proposta che hanno presentato al bando europeo non è risultata abbastanza "creativa". Se ne deduce che non è soltanto il Comune a perdere qualche colpo: è l'intero sistema torinese che sta andando in vacca.Leon ha però voluto rassicurare tutti: appena saputo dell'inopinata bocciatura, la gioiosa macchina da guerra comunale s'è messa in moto, contattando gli atenei e spiegando tutta la propria geometrica potenza per far sì che già nel 2019 la Notte Europea dei Ricercatori torni a Torino. "Stiamo lavorando", ha garantito Leon.
E così anche la Notte Europea dei Ricercatori ce la siamo levata dai coglioni.
Adesso me ne vado al mare. Cercate di non fare troppi danni.
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