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VENARIA: PER FERMARE IL DECLINO ATTACCHIAMOCI ALLA MOTO

L'immagine-guida della mostra che si inaugura domani alla Venaria: "Travel, live in Usa" di Luigi Rocca (2017,acrilico su tela)
Domenica 15 luglio si è conclusa alla Reggia di Venaria la mostra "Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento" dopo 107 giorni di apertura, dal 17 marzo scorso: in totale ha staccato 43.503 biglietti. Non mi sembra un risultato esaltante. Quando venne inaugurata avevo sottolineato qualche confusione sul piano della comunicazione e del marketing di una mostra altrimenti di ottima qualità.

La classifica del 2017

Nel 2017 la mostra più vista alla Reggia è stata quella di Giovanni Boldini, con 101.798 presenze dal 29 luglio 2017 al 28 gennaio 2018. Fu la seconda mostra più visitata fra quelle dei musei torinesi con biglietto dedicato; escludendo quindi le esposizioni incluse nel percorso museale, per le quali -  come ho già avuto occasione di spiegare - è impossibile calcolare con esattezza le presenze specifiche. 
In tale classifica al primo posto c'è Mirò a Palazzo Chiablese, 117.310 biglietti dal 4 ottobre 2017 al 4 febbraio 2018: il dato arriva adesso dall'Osservatorio Culturale del Piemonte, mentre gli organizzatori, a fine mostra, avevano dichiarato 119.076 visitatori, presumo conteggiando gli omaggi. 
Tra le altre mostre della Venaria nel 2017, dopo Boldini troviamo in classifica "Jungle: l'immaginario animale nella moda" che con 61.337 presenze dal 12 aprile al 27 agosto si piazza al quinto posto fra le più viste dei musei torinesi.
Toulouse Lautrec a Palazzo Chiablese aveva conquistato il terzo posto con 96.406 presenze, pur trattandosi di una modesta esposizione di manifesti: il nome fa, altroché se fa, ma non è bastato per raggiungere il break even point, fissato a 120 mila presenze. 
Nella top ten del 2017 la sezione della mostra "Colori" alla Gam è quarta con 80.919 visitatori. Al sesto posto c'è un'altra mostra della Venaria, quella di Peter Lindbergh, che ha staccato 55.411 biglietti.

Il declino è evidente, ma speriamo nelle motociclette

Ad ogni modo: tanto per capire come siamo messi, vi ricordo che nel 2016 (dati dell'Osservatorio Culturale) la mostra più vista a Torino fu ovviamente Monet al Gam, con 313 mila presenze; "Il Nilo a Pompei" dell'Egizio ebbe oltre 216 mila visitatori, e alla Venaria il top fu Steve McCurry con 170 mila biglietti, seguito da "Le meraviglie degli zar" con più di 106 mila paganti. 
Morale della favola: anche per la Reggia i tempi si fanno grami. Nulla di strano: l'ho già detto, meno turisti a Torino significano anche meno visitatori nei grandi musei. La correlazione è logica, per chiunque la voglia vedere: la Venaria non fa eccezione, patisce il calo dei flussi turistici a anche le mostre ne risentono, indipendentemente dal loro valore. Ad esempio: è ancora aperta, fino al 16 settembre, "Genesi" di Salgado, l'esposizione di punta quest'anno. E' una splendida mostra, e sta andando abbastanza bene: aperta il 22 marzo, in meno di cento giorni ha toccato le 56.123 presenze (l'11 luglio). Ma mi sembra difficile nei due mesi che restano arrivi alla fatidica quota centomila.
Ora le speranze della Venaria sono tutte rivolte a "Easy rider: il mito della motocicletta come arte" che
 si inaugura domani e dispone di evidenti richiami pop. E' curata da Luca Beatrice: l'ex presidente del Circolo del Lettori in genere ha la mano felice in materia di contaminazioni.

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