Un nuovo stile nelle relazioni sindacali al Regio |
Ieri, venerdì 6 giugno, le OO.SS. e le RSU del Teatro Regio di Torino hanno avuto un incontro già programmato con il Sovrintendente Schwarz per concretizzare un impegno immediato verso i lavoratori precari del Regio.
Il Sovrintendente ha interpellato contestualmente la Sindaca, Presidente del Teatro, che non ha dato l’autorizzazione e ha rinviato all’11 giugno, giorno del prossimo incontro con il Consiglio di Indirizzo. Giudichiamo come una grande mancanza di rispetto e coerenza l’atteggiamento della Sindaca, che due giorni prima aveva promesso il mantenimento del livello occupazionale della Fondazione nel prospettare il commissariamento del Teatro. Una scelta, quest’ultima – non un obbligo – nei confronti del quale le lavoratrici e i lavoratori del Teatro Regio esprimono la loro totale contrarietà e ne contestano le motivazioni di natura economica. Ravvisiamo invece la natura prettamente politica di tale decisione. Una scelta che esprime l’inadeguatezza in campo culturale di questa amministrazione, non solo nella figura della Sindaca ma anche dell’Assessore alla Cultura Francesca Leon e del Presidente della Commissione Cultura Massimo Giovara.
Non disponiamo di dati certi circa le sorti del bilancio consuntivo 2019, ancora da approvare. In ogni caso troviamo ingiustificabile il metodo adottato: la decisione di chiedere il commissariamento è stata presa infatti senza previa comunicazione né al Consiglio di Indirizzo né alla delegazione sindacale.
Davanti a un passivo di 2,3 o 2,5 milioni come ci è stato prospettato, le rappresentanze sindacali non possono essere esonerate dal confronto. In passato, quando è stato necessario, davanti a bilanci in difficoltà come quello del 2010, con un deficit di oltre 4 milioni e il patrimonio disponibile a -500 mila euro, dunque in una situazione più grave di questa, i sindacati hanno sottoscritto accordi per contribuire alla soluzione del problema. Nulla di tutto ciò è stato tentato. Ci preme inoltre sottolineare come in altre Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane sottoposte a commissariamento, tale scelta sia stata adottata con deficit di molto superiori a quello che interessa il Teatro Regio quest’anno; gestioni straordinarie che oltre tutto si stanno rivelando ben lontane dal risolvere la generale sofferenza dei teatri italiani, che è conseguenza, per ammissione stessa del consulente ministeriale, delle fortissime contrazioni e dei ritardi con cui vengono erogati i contributi pubblici.
Alla luce di quanto sopra, riteniamo che sarebbe sufficiente un intervento relativamente minimo, se suddiviso tra i Soci, per chiudere in pareggio il bilancio 2019, soprattutto in vista di un 2020 che ha comportato notevoli risparmi in conseguenza della cassa integrazione e dell’impossibilità a mettere in scena gli spettacoli. Auspichiamo dunque che si riprenda finalmente la strada maestra del confronto costruttivo: i lavoratori hanno sempre fatto la propria parte per far andare avanti il Regio.
A seguire: La strategia del ventilatore
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