L'amministrazione civica si prende cura dell'Egizio |
Ma al profilarsi dell'ipotetica eventualità di combinarne una giusta, l'ortodossia grillina ha ritrovato l'antico vigore. I consiglieri della maggioranza sono insorti, schierandosi intrepidi contro il deviazionismo appendiniano, suscettibile di vanificare il duro lavoro di un intero mandato. Perché, sostiene tale Valentina Sganga, che egregiamente interpreta il ruolo di capogruppo M5S in Sala Rossa, "norme ad personam che invalidano un giusto principio di rotazione per noi sono irricevibili". No pasaràn.
La notizia mi suscita un pensoso interrogativo:
MA CI AVRANNO LA FACCIA COME IL CULO?
Guardate, non ha neppure importanza come uno la pensi sulla questione. Io sono della
scuola Squadra Che Vince Non Si Cambia, e dunque ritengo che rompere la squadra Christillin-Greco sarebbe un'immane stronzata; ma posso benissimo sbagliare.
Un altro può avere un'opionione contraria senza essere per forza un
idiota. Quel che fa incazzare, con 'sta gente, è il metodo. La
ratio. L'atteggiamento e il simil-ragionamento che lo sostiene.
Comprendo le alte ragioni
ideali della signora Sganga, autorevole capogruppo M5S in Consiglio
comunale. In effetti è giusto non lasciare a metà un lavoretto ben
avvito.
In quattro anni di dura fatica e
diuturno impegno quei laboriosi topolini hanno devastato la Fondazione Musei, cacciando dalla presidenza una manager magari
irritante ma di sicuro valore internazionale come l'Asproni per
rimpiazzarla con il pacioso e ininfluente sor Cibrario, e completare l'opera tagliandogli i fondi;
hanno devastato il Museo del Cinema, cacciando dalla direzione una delle più eminenti figure del mondo cinematografico italiano, Alberto Barbera, e imponendo - non senza creare gravi fratture nel Comitato d'indirizzo, e le dimissioni per protesta del presidente Toffetti - nientepopodimeno che Mimmo De Gaetano, e non credo sia necessario aggiungere altro;
hanno devastato il Teatro Regio piazzando alla sovrintendenza - contro ogni ragionevole contrario parere - il fulgido talento di William Graziosi con il mandato di invertire la rotta e - stando a quanto sostengono gli inquirenti - farsi pure una bella padellata di cazzacci suoi con la
benedizione di Chiarabella; salvo poi, la stessa Chiarabella,
commissariare lo sventurato teatro a espiazione dei peccati del mondo e in particolare dei suoi (di Chiarabella).
A questo punto non rimane, a questa premiata ditta di demolizioni, che devastare l'Egizio per completarel'opera entro la fine della consigliatura. E, com'è loro costume, "ci stanno lavorando". Manca meno di un anno alle elezioni, e resta ancora tanto da fare. Ad esempio, sistemare un altro bisognoso su una soffice poltrona al Museo Egizio. Giusto che poi non salti su qualcuno a dire che non hanno combinato niente di concreto.
Cazzo, per combinare hanno combinato,
questi. Ben più di quel che hanno combinato a Roma nel 410 d.C.
Alarico con i suoi Visigoti, che al confronto ci andarono leggeri
leggeri.
Valentina Sganga, capogruppo M5S |
E intanto il Museo Egizio corre il concreto pericolo di scontare le conseguenze della faida interna ai Cinquestelle, fra un'Appendino smaniosa di ricandidarsi (con quali prospettive, lo sa solo lei) e i duri del Movimento che non vedono l'ora di sbattergliela nel prosibus. Colpire l'Egizio per educare l'Appendina. Strategia finissima.
Certo, se la modifica dello
statuto andasse al voto, il Comune potrebbe ritrovarsi unico
contrario, contro il parere favorevole di Regione, MiBact e
fondazioni. Prospettiva questa che, leggo sempre su Rep, indigna
l'indignata speciale Sganga: "Sarebbe un'evidente forzatura,
vista la contrarietà dell Città di Torino".
Hai capito? Per la sensibile Sganga una decisione a
maggioranza di 4 contro uno sarebbe una forzatura. Chissà se la
Valentona conserva memoria di quando la sua capa Appenina piazzò il
protegé Graziosi al Regio, imponendolo al Consiglio d'indirizzo con
la risicata maggioranza di 4 sì, 2 no e il rappresentate della
Regione che, pur di evitare un conflitto diretto con il Comune,
preferì lasciare la riunione anziché prostrarsi alla prepotenza
appendiniana. E tutti i maneggi attorno alla direzione della Mole? I veti bizzosi, le trame da basso impero, i bandi usati come carta da culo, quella era tutta roba civile, giusto Valentona? Non furono forzature, vero? Quello fu il trionfo
della vera democrazia, della volontà del popolo e soprattutto di
Appendina e i suoi coboldi.
Ma va là, va là...
Ok, si ride per non piangere. Però non si
saziano mai, questi? Ancora non si contentano di ciò che hanno
combinato? Vogliono ritirarsi lasciandosi alle spalle soltanto
rovine, come un esercito d'occupazione in rotta? Cosa gli dice il
cervello? Ma poi che modi: spadroneggiano e va tutto bene, ma guai a
decidere qualcosa a democratica maggioranza contro la loro volontà e il loro capriccio.
Allora delirano di forzature. Solo allora.
No, adesso domando a lorsignori, molto seriamente: davvero ci considerate tutti coglioni?
No, adesso domando a lorsignori, molto seriamente: davvero ci considerate tutti coglioni?
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