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REGIO-GATE: LA STRATEGIA DEL VENTILATORE E LA RABBIA DEI LAVORATORI

Il nuovo, geniale ritrovato per risolvere tutti i problemi del Teatro Regio
Ho iniziato la Trilogia del Regio-gate (Regiopoli no, nun se po' vede'...) ieri con due post sul blog: il primo, "La domanda delle cento pistole", è propedeutico alla seduta del Consiglio comunale di domani, nella quale Chiarabella dovrebbe rendere conto di quel che succede al Regio; mentre il secondo, "Come ti commissario un teatro" presenta il punto di vista sindacati, che nel loro comunicato denunciano "la natura prettamente politica di tale decisione" e accusano senza mezzi termini di "inadeguatezza in campo culturale" non soltanto Chiarabella, ma anche altri due Lorsignori che hanno avuto nell'intera vicenda un ruolo non secondario: l'assessore ai Tavoli Francesca Leon e il presidente della Commissione cultura Massimo Giovara
Oggi, con l'intervento sul Corriere intitolato "Promesse mancate" (questo è il link), completo la Trilogia del Regio-gate illustrando con vivaci esempi tratti dalla rete gli atteggiamenti mentali sulla vicenda dei veri protagonisti dell'increscioso papocchio: quelli che decidono, e quelli che la prendono in quel posto.
Per rappresentare ad alti livelli l'opinione dei decisori politici ho scelto una fonte assai autorevole, giustappunto il presidente della Commissione cultura Massimo Giovara, al quale va fra l'altro il merito di avere, fra i primi a Torino, scoperto, valorizzato e sponsorizzato i talenti di William Graziosi e Roberto Guenno
Risoluto, da vero cronista, a lasciar parola ai protagonisti, ho selezionato una diretta streaming del M5S del 4 giugno scorso, in apertura della quale il presidente Giovara ha avuto la bontà di rivelarci, a proposito della "straordinaria avventura" del Regio, d'essere pervaso dal nobile impulso di "spargere un po' di merda e di fango intorno, come fanno i giornalisti" indicando anche la procedura tecnica per ottenere tale risultato: "Io prendo il ventilatore e la gettiamo dentro, chi piglia piglia" (i virgolettati sono testuali, non sia mai che io violi la sacralità istituzionale delle dichiarazioni di un rappresentante del popolo). 
Sul Corriere analizzo le profonde implicazioni politiche della scenetta, che purtroppo s'è conclusa senza che il presidente della Commissione culturale mettesse in atto il suo simpatico desiderio: comunque voi potete godervi lo sketch giovariano dal vivo a questo link.
Constatato con grande piacere che i rappresentanti (e dipendenti) del popolo vivono la vicenda con un discreto buonumore, nell'articolo sul Corriere passo ad analizzare lo stato d'animo dei lavoratori del Regio, che purtroppo non mi sembrano altrettanto giulivi, almeno a giudicare dalle testimonianze di due di essi, una corista, Laura, e un'orchestrale, Maria. Direi che sono preoccupate, e anche parecchio incazzate con Appendino e soci. Ma non pretendo di imporre le mie sensazioni: qui e qui ci sono i link ai post che le due lavoratrici del Regio hanno pubblicato su Facebook, leggeteli e fatevi un'opinione vostra. Che se parlo io che son giornalista a Giovara vien voglia di spalar merda nel suo ventilatore, e poi gli tocca di ritinteggiare tutto il tinello.

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