Vi farà piacere apprendere che, a proposito delle indagini della procura sul Regio di Graziosi, e delle perquise di stamattina (di arresti non ho certezza), l'assessore Leon ha dichiarato all'Ansa quanto segue: "Sulla vicenda, nel rispetto del lavoro in corso di svolgimento da parte degli organi inquirenti, non possiamo che attendere le risultanze delle indagini e quanto, a tal proposito, sarà poi reso pubblico dai magistrati". Ecco, Maiunagioia applica un sano garantismo, e non si sbilancia su fatti oggetto dell'inchiesta. Semmai, presumo, aprirà un tavolo per ampie e approfondite consultazioni.
Per essere ancor più garantista, la Tavoliera delle Alpi aggiunge pure: "Delle indagini condotte dalla Procura di Torino, e collegate ad alcune criticità nella gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino, ne siamo venuti a conoscenza quest'oggi esclusivamente dalla lettura degli organi di informazione". Ed è bellissimo sapere che, almeno stamattina, l'assessore alla Cultura s'è degnato di leggere "gli organi d'informazione". In precedenza aveva evidentemente trascurato tale buona pratica, considerato che dell'inchiesta, e dei fatti e misfatti su cui si indaga, quegli organi di informazione hanno scritto a strafottere nel periodo della sovrintendenza di William Graziosi, installato al vertice del Regio per volontà e sotto la "responsabilità politica" (scusate le virgolette, ma quando ce vò ce vò) non di Babbo Natale, bensì di Chiara Appendino, come ben si vede dalla figura qui allegata e come si può leggere nello stenografico delle sue dichiarazioni del 3 maggio 2018 davanti al Consiglio comunale, quando l'intrepida e lungimirante Chirabella affermò, papale papale: "Mi assumo pienamente la responsabilità della scelta e della proposta che ho fatto, di Graziosi... e mi assumo la responsabilità perché evidentemente penso che possa essere la persona giusta, se no non lo proporrei". Non fa una grinza. Un po' come con Pasquaretta, insomma.
Di conseguenza, immagino che adesso Appendino trarrà le logiche conseguenze della responsabilità che ha suo tempo s'è assunta. Giusto come con Pasquaretta.
Per il momento però la diretta interessata non ha fatto un plissé. Chiarabella, di solito loquacissima su Facebook, oggi ha pubblicato un unico post con il quale informa la cittadinanza che i civich sono intervenuti per salvare un cane chiuso in cantina. L'ordine regna a Torino.
Ciò detto, resta apprezzabile lo strenuo garantismo di Francesca Leon. Che scopriamo solo oggi in tutto il suo splendore. Infatti lo stesso garantismo non si era notato quando, l'anno scorso, regnante ancora Graziosi, trapelarono - a opera non si sa di chi - alcuni particolari sull'esito della verifica del Mef che si era svolta al Regio dal 22 gennaio all'8 febbraio e dalla quale sembravo emergere addebiti (che immediatamente divennero "gravi") a carico del sovrintendente defenestrato Walter Vergnano. Si trattava, è vero, di addebiti ancora da confermare, in attesa delle controdeduzioni del Regio, che infine arrivarono e dimostrarono l'inconsistenza di gran parte delle "irregolarità" contestate.
Eppure in quei giorni di garantisti in giro se ne videro pochini. La relazione degli ispettori, e le sue conclusioni, che in realtà non erano ancora pubbliche, furono spiattellate dai trombetta che raccontarono ai giornalisti la propria "verità", ansiosi di dimostrare quanto Vergnano fosse brutto e cattivo e quanto bene avessero fatto loro a cacciarlo.
Il 20 giugno 2019, pochi giorni dopo la contestazione che lo aveva sputtanato pubblicamente, Graziosi si precipitò in Consiglio d'indirizzo a riferire con dovizia di particolari sulle le conclusioni dell'ispezione del Ministero delle Finanze che evidenzivano undici "macro irregolarità" nella gestione dell'ente lirico fra il 2013 e il 2017, quando era sovrintendente Vergnano. Per la serie "lui è peggio di me". Si noti che analoghi appunti erano stati mossi anche ad altri enti lirici; nulla di grave, in realtà, come si è saputo soltanto il 4 gennaio scorso, e men che meno di rilevanza penale.
Eppure la garantista Maiunagioia quello stesso 20 giugno 2019 non esitò a prendere la palla al balzo per tener corte bandita coi giornalisti, dichiando ai quattro venti con vivace assertività che il Regio dal 2013 al 2017 era stato gestito in maniera irregolare, e che la relazione del Med lo certificava nero su bianco. La garantista non si perse una così ghiotta occasione, che cadeva giusto a puntino, e annunciò al popolo che, per fortuna del Regio e merito loro, "i risultati di questa ispezione ci dicono che il piano di sviluppo quinquennale 2019-2023 sta seguendo la strada giusta". Ovviamente grazie al conducator Graziosi scelto dalla sua capa Appendino.
Quindi, caso mai qualcuno non avesse ben capito, il successivo 8 luglio la Leon andò in Commissione cultura a relazionare, stimolando l'indinniazione degli indinniati storici. E il cinquestelle Damiano Carretto tuonò: "Valutiamo l’istituzione di una Commissione di Indagine sul Teatro Regio per risolvere la situazione che abbiamo ereditato".
Bravo Carretto. Io, in quanto cittadino-contribuente e vostro datore di lavoro, sto valutando l'istituzione di una Commissione di Indagine sui garanti politici dell'inedita vergogna inflitta al Regio. Me la appoggi?
Per essere ancor più garantista, la Tavoliera delle Alpi aggiunge pure: "Delle indagini condotte dalla Procura di Torino, e collegate ad alcune criticità nella gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino, ne siamo venuti a conoscenza quest'oggi esclusivamente dalla lettura degli organi di informazione". Ed è bellissimo sapere che, almeno stamattina, l'assessore alla Cultura s'è degnato di leggere "gli organi d'informazione". In precedenza aveva evidentemente trascurato tale buona pratica, considerato che dell'inchiesta, e dei fatti e misfatti su cui si indaga, quegli organi di informazione hanno scritto a strafottere nel periodo della sovrintendenza di William Graziosi, installato al vertice del Regio per volontà e sotto la "responsabilità politica" (scusate le virgolette, ma quando ce vò ce vò) non di Babbo Natale, bensì di Chiara Appendino, come ben si vede dalla figura qui allegata e come si può leggere nello stenografico delle sue dichiarazioni del 3 maggio 2018 davanti al Consiglio comunale, quando l'intrepida e lungimirante Chirabella affermò, papale papale: "Mi assumo pienamente la responsabilità della scelta e della proposta che ho fatto, di Graziosi... e mi assumo la responsabilità perché evidentemente penso che possa essere la persona giusta, se no non lo proporrei". Non fa una grinza. Un po' come con Pasquaretta, insomma.
Per il momento però la diretta interessata non ha fatto un plissé. Chiarabella, di solito loquacissima su Facebook, oggi ha pubblicato un unico post con il quale informa la cittadinanza che i civich sono intervenuti per salvare un cane chiuso in cantina. L'ordine regna a Torino.
Ciò detto, resta apprezzabile lo strenuo garantismo di Francesca Leon. Che scopriamo solo oggi in tutto il suo splendore. Infatti lo stesso garantismo non si era notato quando, l'anno scorso, regnante ancora Graziosi, trapelarono - a opera non si sa di chi - alcuni particolari sull'esito della verifica del Mef che si era svolta al Regio dal 22 gennaio all'8 febbraio e dalla quale sembravo emergere addebiti (che immediatamente divennero "gravi") a carico del sovrintendente defenestrato Walter Vergnano. Si trattava, è vero, di addebiti ancora da confermare, in attesa delle controdeduzioni del Regio, che infine arrivarono e dimostrarono l'inconsistenza di gran parte delle "irregolarità" contestate.
Eppure in quei giorni di garantisti in giro se ne videro pochini. La relazione degli ispettori, e le sue conclusioni, che in realtà non erano ancora pubbliche, furono spiattellate dai trombetta che raccontarono ai giornalisti la propria "verità", ansiosi di dimostrare quanto Vergnano fosse brutto e cattivo e quanto bene avessero fatto loro a cacciarlo.
Il 20 giugno 2019, pochi giorni dopo la contestazione che lo aveva sputtanato pubblicamente, Graziosi si precipitò in Consiglio d'indirizzo a riferire con dovizia di particolari sulle le conclusioni dell'ispezione del Ministero delle Finanze che evidenzivano undici "macro irregolarità" nella gestione dell'ente lirico fra il 2013 e il 2017, quando era sovrintendente Vergnano. Per la serie "lui è peggio di me". Si noti che analoghi appunti erano stati mossi anche ad altri enti lirici; nulla di grave, in realtà, come si è saputo soltanto il 4 gennaio scorso, e men che meno di rilevanza penale.
Eppure la garantista Maiunagioia quello stesso 20 giugno 2019 non esitò a prendere la palla al balzo per tener corte bandita coi giornalisti, dichiando ai quattro venti con vivace assertività che il Regio dal 2013 al 2017 era stato gestito in maniera irregolare, e che la relazione del Med lo certificava nero su bianco. La garantista non si perse una così ghiotta occasione, che cadeva giusto a puntino, e annunciò al popolo che, per fortuna del Regio e merito loro, "i risultati di questa ispezione ci dicono che il piano di sviluppo quinquennale 2019-2023 sta seguendo la strada giusta". Ovviamente grazie al conducator Graziosi scelto dalla sua capa Appendino.
Quindi, caso mai qualcuno non avesse ben capito, il successivo 8 luglio la Leon andò in Commissione cultura a relazionare, stimolando l'indinniazione degli indinniati storici. E il cinquestelle Damiano Carretto tuonò: "Valutiamo l’istituzione di una Commissione di Indagine sul Teatro Regio per risolvere la situazione che abbiamo ereditato".
Bravo Carretto. Io, in quanto cittadino-contribuente e vostro datore di lavoro, sto valutando l'istituzione di una Commissione di Indagine sui garanti politici dell'inedita vergogna inflitta al Regio. Me la appoggi?
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