Comunicazione personale per gli addetti stampa dei musei pubblici torinesi.
Cari colleghi,
confesso la mia perplessità. Nei giorni scorsi i vostri omologhi del Comune hanno stracciato le palle a rastrellate d'annunci del fondamentale 2 giugno, giornata della contemporanea riapertura dei musei torinesi. Ieri in effetti i musei erano aperti, salve le inevitabili assenze degli ultimi della classe: Gam e Mao. E tuttavia né in serata, né stamane all'alba, sono stato sommerso dalle consuete e trionfanti comunicazioni sul numero dei visitatori.
Sia chiaro: al momento contano poco le fatidiche "presenze" che tanto ci hanno appassionati nel recente passato; importava riaprire, e rimanere aperti. E questo è accaduto.
Ma restano i doveri della cronaca, e la cifra esatta delle presenze in un giorno simbolico come ieri conserva pur sempre un suo valore di cronaca.
Difatti i solerti e professionali addetti stampa della Venaria Reale - così come quelli di Camera, istituzione privata - nella tarda serata di ieri si sono premurati di inviare i dati sull'affluenza agli operatori dell'informazione, com'è loro dovere professionale. Il resto è silenzio. Al momento - sono le 8.20 di mercoledì 3 giugno - mancano all'appello il Museo Egizio (che so aver avuto molti visitatori), il Museo del Cinema, i Musei Reali, e Palazzo Madama, solitaria apertura del malconcio mazzo della Fondazione Torino Musei. E tutti gli altri, più o meno "minori".
Ora: i casi sono quattro.
Il primo è che il sottoscritto sia stato escluso dalle mailing list di quegli uffici stampa, perché considerato ininfluente e superfluo. Lecita valutazione: in tal caso, tuttavia, sarebbe cortese una esplicita notifica della decisione, giusto per sapersi regolare.
Seconda ipotesi: ieri era la Festa della Repubblica, e i responsabili degli uffici stampa in questione - sfiancati da mesi di forzato lockdown e conseguente attività in remoto - abbiano deciso di godersi la bella giornata, rimandando a oggi l'assolvimento dei doveri professionali. Comprensibile: mai affaticarsi, può nuocere alla salute.
Terza ipotesi, complottista: hanno qualcosa da nascondere, per cui nascondono i numeri poco esaltanti. In effetti, 343 presenze ieri, e 1107 dal 28 maggio, non sono esattamente un exploit formidabile neppure per Palazzo Madama. Anche se, va detto, che l'ingresso ieri era a pagamento, contrariamente a quanto era parso di capire nei giorni scorsi quando si blaterava di #openday e #TorinoMuseiAperti con ingresso gratuito nei musei per il 2 giugno.
Ma insomma, la situazione non è normale, e dunque nessuno pretende affluenze "normali".
Resta una quarta spiegazione, la più probabile - e candidamente ammessa or ora dal responsabile di uno degli uffici stampa in questione. Trattasi di banale sciatteria unita a iattanza, per cui ha prevalso la linea "se i giornalisti vogliono sapere i numeri, alzino il telefono e chiedano". Difatti alcuni giornalisti hanno risolto così la questione, così da poter riportare sui loro quotidiani le cifre che i capiredattori giustamente pretendevano. Mi corre tuttavia l'obbligo di informare i colleghi degli uffici stampa in questione che per mia straordinaria e buona sorte io non ho nessun caporedattore mi scassa le palle, e in ultima analisi i dati sulle presenze nei musei al momento mi interessano assai poco; da ciò - unito al fatto che non sono io al loro servizio, ma loro al mio, in quanto stipendiati con denaro pubblico; e che in genere se alzo il telefono per chiamare qualcuno lo faccio perché lo voglio io, e non perché me lo impone lui - deriva che possono scordarsi che io sia disposto a ballare alla loro musica come un cagnolino ammaestrato, e se persevereranno nel pessimo costume di farsi i cazzi loro io resterò fedele al mio costume di farmi i cazzi miei, e fare a meno dei loro numerini, finché i loro direttori e/o presidenti (degli uffici stampa, non dei cazzi) non avranno la bontà di muovere il pesante culo dalle poltrone e sollecitare i neghittosi a guadagnarsi la paga.
Nell'attesa di un sollecito e operoso ravvedimento, mi limito per ora a citare i dati forniti con puntualità dai meritevoli responsabili della comunicazione della Reggia di Venaria e di Camera.
Alla Venaria Reale ieri sono stati staccati 1400 ingressi totali, così suddivisi: 524 per i Giardini, 109 per il Castello della Mandria, 83 per la Reggia, 260 per la mostra Sfida al Barocco, e 423 per l'abbinata Reggia & Mostra.
A Camera i visitatori dal 18 maggio (giorno della riapertura) sono stati 600.
Cari colleghi,
confesso la mia perplessità. Nei giorni scorsi i vostri omologhi del Comune hanno stracciato le palle a rastrellate d'annunci del fondamentale 2 giugno, giornata della contemporanea riapertura dei musei torinesi. Ieri in effetti i musei erano aperti, salve le inevitabili assenze degli ultimi della classe: Gam e Mao. E tuttavia né in serata, né stamane all'alba, sono stato sommerso dalle consuete e trionfanti comunicazioni sul numero dei visitatori.
Sia chiaro: al momento contano poco le fatidiche "presenze" che tanto ci hanno appassionati nel recente passato; importava riaprire, e rimanere aperti. E questo è accaduto.
Ma restano i doveri della cronaca, e la cifra esatta delle presenze in un giorno simbolico come ieri conserva pur sempre un suo valore di cronaca.
Difatti i solerti e professionali addetti stampa della Venaria Reale - così come quelli di Camera, istituzione privata - nella tarda serata di ieri si sono premurati di inviare i dati sull'affluenza agli operatori dell'informazione, com'è loro dovere professionale. Il resto è silenzio. Al momento - sono le 8.20 di mercoledì 3 giugno - mancano all'appello il Museo Egizio (che so aver avuto molti visitatori), il Museo del Cinema, i Musei Reali, e Palazzo Madama, solitaria apertura del malconcio mazzo della Fondazione Torino Musei. E tutti gli altri, più o meno "minori".
Ora: i casi sono quattro.
Il primo è che il sottoscritto sia stato escluso dalle mailing list di quegli uffici stampa, perché considerato ininfluente e superfluo. Lecita valutazione: in tal caso, tuttavia, sarebbe cortese una esplicita notifica della decisione, giusto per sapersi regolare.
Seconda ipotesi: ieri era la Festa della Repubblica, e i responsabili degli uffici stampa in questione - sfiancati da mesi di forzato lockdown e conseguente attività in remoto - abbiano deciso di godersi la bella giornata, rimandando a oggi l'assolvimento dei doveri professionali. Comprensibile: mai affaticarsi, può nuocere alla salute.
Terza ipotesi, complottista: hanno qualcosa da nascondere, per cui nascondono i numeri poco esaltanti. In effetti, 343 presenze ieri, e 1107 dal 28 maggio, non sono esattamente un exploit formidabile neppure per Palazzo Madama. Anche se, va detto, che l'ingresso ieri era a pagamento, contrariamente a quanto era parso di capire nei giorni scorsi quando si blaterava di #openday e #TorinoMuseiAperti con ingresso gratuito nei musei per il 2 giugno.
Ma insomma, la situazione non è normale, e dunque nessuno pretende affluenze "normali".
Resta una quarta spiegazione, la più probabile - e candidamente ammessa or ora dal responsabile di uno degli uffici stampa in questione. Trattasi di banale sciatteria unita a iattanza, per cui ha prevalso la linea "se i giornalisti vogliono sapere i numeri, alzino il telefono e chiedano". Difatti alcuni giornalisti hanno risolto così la questione, così da poter riportare sui loro quotidiani le cifre che i capiredattori giustamente pretendevano. Mi corre tuttavia l'obbligo di informare i colleghi degli uffici stampa in questione che per mia straordinaria e buona sorte io non ho nessun caporedattore mi scassa le palle, e in ultima analisi i dati sulle presenze nei musei al momento mi interessano assai poco; da ciò - unito al fatto che non sono io al loro servizio, ma loro al mio, in quanto stipendiati con denaro pubblico; e che in genere se alzo il telefono per chiamare qualcuno lo faccio perché lo voglio io, e non perché me lo impone lui - deriva che possono scordarsi che io sia disposto a ballare alla loro musica come un cagnolino ammaestrato, e se persevereranno nel pessimo costume di farsi i cazzi loro io resterò fedele al mio costume di farmi i cazzi miei, e fare a meno dei loro numerini, finché i loro direttori e/o presidenti (degli uffici stampa, non dei cazzi) non avranno la bontà di muovere il pesante culo dalle poltrone e sollecitare i neghittosi a guadagnarsi la paga.
Nell'attesa di un sollecito e operoso ravvedimento, mi limito per ora a citare i dati forniti con puntualità dai meritevoli responsabili della comunicazione della Reggia di Venaria e di Camera.
Alla Venaria Reale ieri sono stati staccati 1400 ingressi totali, così suddivisi: 524 per i Giardini, 109 per il Castello della Mandria, 83 per la Reggia, 260 per la mostra Sfida al Barocco, e 423 per l'abbinata Reggia & Mostra.
A Camera i visitatori dal 18 maggio (giorno della riapertura) sono stati 600.
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