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REGIO-GATE: LA DOMANDA DELLE CENTO PISTOLE

Il sindaco si concentra per rispondere alle domande del Consiglio comunale
L'ordine dei lavori del Consiglio comunale prevede, per la seduta di lunedì 8 giugno (ore 13, in videoconferenza), le "comunicazioni della sindaca con oggetto il commissariamento del Teatro Regio", a seguito di tre richieste presentate rispettivamente dai consiglieri Curatella e altri (gruppo misto), Tresso e altri (vari gruppi di minoranza) e Foglietta (pd).
Le tre richieste di comunicazioni pongono altrettante valide domande; tra le quali, tuttavia, non rientra la domanda delle cento pistole.
Pertanto, avvalendomi del diritto di tribuna (se non nella forma, quantomeno nella sostanza...), pregherei i rappresentanti (e dipendenti) del popolo di sottoporre cortesemente al presidente del Teatro Regio, nonché sindaco di Torino, quest'ulteriore quesito:
Allorché, il 3 maggio 2018, dichiarava in Consiglio comunale di assumersi la responsabilità (parole impegnative, per un sindaco...) della scelta di William Graziosi quale sovrintendente del Teatro Regio, su quali informazioni e dati di fatto fondava la sua granitica fiducia nelle doti del sullodato Graziosi, ad onta dei numerosi segnali in senso contrario che le erano giunti da più parti in quello stesso periodo.
No, perché qui non è questione di fare processi in piazza; bensì di applicare le minime norme di prudenza di un buon padre di famiglia. Se vuoi sistemare qualcuno in un posto di responsabilità come la sovrintendenza del Regio, anche se te ne fotti del Regio abbi almeno l'intelligenza di sincerarti che il tizio non possa causare grane a te. Alla luce di certe evidenze, non si tratta di condannare o assolvere qualcuno, bensì di stare alla larga dai guai, e nel dubbio evitare.
Dobbiamo pertanto supporre che Chiarabella all'epoca avesse una fonte a noi ignota che la rassicurava: a fronte di tanti indizi negativi (persino i cinquestelle di Jesi avevano festeggiato l'uscita di scena di Graziosi dalla Fondazione Pergolesi-Spontini...) nessun sindaco - ma direi nessuno in possesso delle normali facoltà mentali - s'assumerebbe pubblicamente responsabilità che, in caso di fallimento, implicano di per sé le dimissioni immediate. 
Credo sia di generale interesse scoprire - se non altro per evitarli - quali fossero i consulenti privilegiati di Chiarabella: il mago Othelma? La Sibilla Cumana? I servizi segreti kazaki? La Madonna di Pompei? Il fruttarolo di piazza Benefica? Giusto per sapere.
E scusate tanto se mi scappa da ridere rileggendo quanto scrivevo il 21 aprile 2018, pochi giorni prima che Chiarabella si producesse in quella spericolata assunzione di responsabilità in Sala Rossa: "Se (Appendino) è ben certa delle qualità del suo candidato può insistere su quella scelta e assumersene ogni responsabilità: semmai qualcosa andasse storto, un domani non potrà sostenere che non sapeva e addossare ogni colpa a qualche funzionario".
No, non mi sento profeta. Lo capiva anche un bambino deficiente, che andava a finire così. Semmai ho sbagliato a prevedere che, dopo l'inevitabile patatrac, avrebbero tentato di buttarla in culo a qualche funzionario. No, stavolta si fanno le cose in grande: in culo a tutto il Regio.

A seguire: Come ti commissario un teatro

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