Arriva dai banchi dell'opposizione in Regione un nuovo contributo alle cure che l'amministrazione civica prodiga all'Egizio |
Lei ieri ha ritenuto di intervenire nella stravagante battaglia ingaggiata dai suoi pari grado in Consiglio comunale contro l'eventualità di un terzo mandato di Evelina Christillin alla presidenza del Museo Egizio, introducendo nuovi elementi di riflessione nell'alato dibattito aperto da un'altra eccelsa risorsa del Movimento, Valentina Sganga.
Intanto lei, con la sua dichiarazione, si è premurata di ricordare che "tutti sono utili, nessuno è indispensabile", concetto caro a quelli che non sono indispensabili; ma ha pure precisato che nessuno è indispensabile "al punto da indurre l'eliminazione del vincolo dei due mandati alla presidenza, regola che dovrebbe valere per la politica, così come per gli incarichi importanti nel mondo della cultura".
Francesca Frediani (M5S) |
Il richiamo alla politica, sospetto, vuole andare in culo non tanto all'Evelina - della quale lei poco sa e nulla importa - quanto alla Chiarabella, che lei - come tanti altri suoi colleghi di partito - non vede l'ora di far fuori, seppur per ragioni opposte a quelle di molti cittadini torinesi. Infatti lei precisa pure: "Nulla di personale, ma appare inopportuno cambiare le regole su misura per le richieste di una singola persona". Ora. E' noto che la Christillin nulla ha chiesto: è semplicemente disposta per spirito di servizio a beccarsi il badò di salvare l'Egizio dalle conseguenze delle perdite economiche causate dall'epidemia. Invece ben sappiamo che Chiarabella scalpita per ricandidarsi, in deroga al limite dei due mandati. Lei, l'Appendina, sì chiede chiede. E ad Appendina, deduco secondo logica, lei si riferisce.
Ma lei, illuminata Frediani, vuole attenuare la sgradevole sensazione di usare l'Egizio come arma contundente in una rissa interna di lavandaie e di fazioni, e dunque aggiunge alle sue pensose considerazioni un tocco sociale: "Il mondo della cultura torinese e piemontese si deve aprire, sarebbe un errore se le posizioni chiave restassero in mano alla solita cerchia salottiera che da decenni tira le fila di questo mondo. Sogniamo che anche uno dei tanti lavoratori precari del mondo culturale piemontese, se in possesso delle giuste competenze, possa aspirare alla presidenza della Fondazione Museo Egizio".
Ma lo sa che lei è davvero fantastica? L'uso delle Istituzioni culturali come ammortizzatore sociale è una trovata degna non solo di Valentina, ma persino di Filo Sganga, l'illustre economista paperopolese.
In effetti il presidente del Museo Egizio - caso unico fra le presidenze delle Fondazioni culturali torinesi, tutte a titolo gratuito - avrebbe diritto per legge a un emolumento annuo di 70 mila euro, essendo l'Egizio classificato come "ente di ricerca". E di 'sti tempi, imbertarsi 70 mila euro all'anno per quattro anni sarebbe un bel rimpannucciamento, per un precario. Scelto da voi, naturalmente. Mi domando tra l'altro perché mai un tizio in grado di gestire un'industria con un bilancio da 13 milioni di euro all'anno, qual è l'Egizio, sia ancora precario. E' pur vero che tra di voi i genii incompresi pullulano, ma mi spieghi come un talento simile è riuscito a sfuggire ai cacciatori di teste dell'impresa privata.
Ma lei, illuminata Frediani, vuole attenuare la sgradevole sensazione di usare l'Egizio come arma contundente in una rissa interna di lavandaie e di fazioni, e dunque aggiunge alle sue pensose considerazioni un tocco sociale: "Il mondo della cultura torinese e piemontese si deve aprire, sarebbe un errore se le posizioni chiave restassero in mano alla solita cerchia salottiera che da decenni tira le fila di questo mondo. Sogniamo che anche uno dei tanti lavoratori precari del mondo culturale piemontese, se in possesso delle giuste competenze, possa aspirare alla presidenza della Fondazione Museo Egizio".
Ma lo sa che lei è davvero fantastica? L'uso delle Istituzioni culturali come ammortizzatore sociale è una trovata degna non solo di Valentina, ma persino di Filo Sganga, l'illustre economista paperopolese.
In effetti il presidente del Museo Egizio - caso unico fra le presidenze delle Fondazioni culturali torinesi, tutte a titolo gratuito - avrebbe diritto per legge a un emolumento annuo di 70 mila euro, essendo l'Egizio classificato come "ente di ricerca". E di 'sti tempi, imbertarsi 70 mila euro all'anno per quattro anni sarebbe un bel rimpannucciamento, per un precario. Scelto da voi, naturalmente. Mi domando tra l'altro perché mai un tizio in grado di gestire un'industria con un bilancio da 13 milioni di euro all'anno, qual è l'Egizio, sia ancora precario. E' pur vero che tra di voi i genii incompresi pullulano, ma mi spieghi come un talento simile è riuscito a sfuggire ai cacciatori di teste dell'impresa privata.
Ad ogni modo, dicevamo dello stipendiuccio da 70 mila euro. Peccato che Evelina Christillin quei soldi non li abbia mai voluti incassare, devolvendoli sempre alle casse del Museo per finanziare giustappunto la ricerca. Come mi pare logico. Ha quindi donato all'Egizio 560 mila euro nel giro di due mandati (otto anni), lavorando gratis al servizio della comunità.
Un precario alla presidenza presumo se li intascherebbe, dovendo pur vivere. Ma dando così un'ulteriore tranvata al bilancio dell'Egizio che, con 5 milioni di perdite causate quest'anno dal lockdown, dovrebbe addossarsi una nuova spesa perdendo un cespite. Fantastico, signora Frediani.
Con la sua lungimirante visione lei, Frediani, raggiunge un doppio risultato virtuoso: contribuire fattivamente alla demolizione del Museo Egizio, e al contempo andare in culo all'Appendino. Un colpo da maestra (d'asilo).
E adesso, se permette, mi occupo di cose serie, rivolgendo un discorsetto personale agli altri soci della Fondazione Museo Egizio, ovvero il presidente della Regione Cirio, e i presidenti della Fondazione Crt Quaglia e della Compagnia di San Paolo Profumo. (Francis il ministro parlante lo lascio fuori, non stimandolo).
Con la sua lungimirante visione lei, Frediani, raggiunge un doppio risultato virtuoso: contribuire fattivamente alla demolizione del Museo Egizio, e al contempo andare in culo all'Appendino. Un colpo da maestra (d'asilo).
E adesso, se permette, mi occupo di cose serie, rivolgendo un discorsetto personale agli altri soci della Fondazione Museo Egizio, ovvero il presidente della Regione Cirio, e i presidenti della Fondazione Crt Quaglia e della Compagnia di San Paolo Profumo. (Francis il ministro parlante lo lascio fuori, non stimandolo).
Alberto Cirio |
Egregi presidenti.
Lungi da me l'ambizione luciferina di intromettermi nelle vostre alte decisioni. Mi preme tuttavia segnalarvi che, qualora doveste cedere pure stavolta alle bizze, alle impuntature, ai capricci, ai diktat, ai veti e agli starnazzamenti di un branco di bambini mai cresciuti, decidendo - in nome della concordia istituzionale e del quieto vivere - di lasciargli mano libera anche all'Egizio, come già purtroppo è accaduto con il Regio e il Museo del Cinema, ebbene, in tal caso anche voi sarete pienamente responsabili di tutto ciò che accadrà in futuro alla nostra sola istituzione culturale ancora risparmiata dalle devastazioni degli Unni.
Lungi da me l'ambizione luciferina di intromettermi nelle vostre alte decisioni. Mi preme tuttavia segnalarvi che, qualora doveste cedere pure stavolta alle bizze, alle impuntature, ai capricci, ai diktat, ai veti e agli starnazzamenti di un branco di bambini mai cresciuti, decidendo - in nome della concordia istituzionale e del quieto vivere - di lasciargli mano libera anche all'Egizio, come già purtroppo è accaduto con il Regio e il Museo del Cinema, ebbene, in tal caso anche voi sarete pienamente responsabili di tutto ciò che accadrà in futuro alla nostra sola istituzione culturale ancora risparmiata dalle devastazioni degli Unni.
Profumo (Compagnia di S. Paolo) |
Egregi presidenti: l'ora è grave.
Vi conosco, per ciò che posso conoscervi, come persone intelligenti ed esperte, fedeli alle istituzioni e ai valori anche culturali su cui si fonda la nostra comunità.
Dunque, se intelligenza ed esperienza vi dicono, onestamente, che la conferma di Evelina Christillin sia la scelta migliore per il Museo Egizio, allora fatela senza tentennamenti, e lasciate che i bambini capricciosi s'attacchino al loro unico voto contrario. E' la democrazia, e comunque loro non si sono mai fatti tanti scrupoli, in analoghe occasioni, di imporre la loro volontà facendosi forti di maggioranze ben più risicate.
Se riterrete invece, in piena coscienza, che sia giusto agire altrimenti, fatelo: date all'Egizio un nuovo presidente degno di chi l'ha preceduto, e che magari non s'imberti i 70 mila euro che, se permettete, pago anch'io.
Giovanni Quaglia (Fondazione Crt) |
Ma se cederete a malincuore, sulla base di volpini calcoli da bassa macelleria politica, se vi piegherete all'isterica prepotenza di chi ormai ha dimostrato nei fatti di avere un unico talento, quello di sbagliare le nomine, beh, in tal caso sappiate che anche su di voi, come uomini e come istituzioni, ricadrà la vergogna e la colpa di ogni danno che dalla vostra arrendevolezza potrebbe derivare al Museo Egizio e alla città che lo ospita con orgoglio.
Vi chiedo perdono se, con questa mia, in qualche modo vi chiedo di dimostrarvi uomini e non quaquaraquà. Non insinuo nulla e non emetto giudizi affrettati. Tuttavia i cedimenti del recente passato, e i danni da essi causati, chiamano alla massima cautela e assunzione di responsabilità chiunque abbia la il dovere istituzionale di preservare i nostri tesori culturali per questa e per le generazioni che verranno.
O, per dirla come mia nonna, è il momento che chi ha il buon senso lo tiri fuori. Prima che sia davvero troppo tardi
Grazie per l'attenzione, e siate cauti ma coraggiosi.
Con fiducia
Gabo
Commenti
Posta un commento