Francesca Leon e Anna Cremonini conversano davanti al Regio la sera dell'inaugurazione di TorinoDanza 2017 |
Io racconto i fatti.
Il fatto è che Francesca Leon e Anna Cremonini sono cugine.
La futura direttrice di TorinoDanza, Anna Cremonini, è figlia dell'ex sindaco di Parma Aldo Cremonini e della signora Maria Grazia Vozza nota Graziella.
La mamma dell'assessore Francesca Leon è la signora Valeria Vozza, vedova del professor Paolo Leon.
Vozza e Vozza: incuriosito dalla coincidenza, whatsappo l'assessore Leon: "Per caso tu e Anna Cremonini siete parenti? Ho notato che le vostre mamme hanno lo stesso cognome".
Francesca Leon risponde: "Sì, è mia parente di quarto grado" (parente di quarto grado significa cugina prima, ma suona meno intimo, NdG).
E aggiunge: "Come sai per TorinoDanza la selezione è stata fatta attraverso una commissione dove la Città non è coinvolta. Sono felice per lei perché se lo merita".
Io non ho difficoltà a dichiarare che, dovendo scegliere un dipendente da pagare con i soldi miei, preferisco tutta la vita un parente bravo a un estraneo imbecille. Tuttavia io non lavoro per o con la pubblica amministrazione e non stresso l'anima al prossimo mio chiedendo voti per abbattere il cattivissimo Sistema Torino che distribuisce cariche ad amici e parenti. Quindi il mio punto di vista in questo caso non c'entra nulla.
E' peraltro corretta la precisazione di Francesca Leon: Anna Cremonini - con un curriculum professionale di assoluta eccellenza - è stata selezionata tramite un bando a invito al quale sono state chiamate a partecipare cinque riconosciute personalità internazionali del mondo della danza.
La commissione che ha valutato le candidature e ha optato per Anna Cremonini era composta da Filippo Fonsatti (direttore del Tst, ente organizzatore di Torinodanza), Marco Chiriotti (dirigente della Regione, ente finanziatore di Torinodanza), Cristina Olivetti (Compagnia di San Paolo, ente finanziatore di TorinoDanza) e Gastón Fournier-Facio (direttore artistico del Teatro Regio, commissario esterno).
Della commissione non facevano quindi parte rappresentanti diretti del Comune di Torino, men che meno dell'assessorato alla Cultura.
Il Comune di Torino è indicato nel sito di TorinoDanza tra i sostenitori della manifestazione.
Il Comune di Torino è Socio Fondatore Aderente della Fondazione Teatro Stabile.
Il Comune di Torino finanzia il Teatro Stabile.
Il Teatro Stabile organizza TorinoDanza.
Questi i fatti. Non sono un giurista, pertanto non mi avventuro in valutazioni giuridiche. Presumo che sotto il profilo amministrativo e legale sia tutto in regola. Né può essere altrimenti: in caso contrario, si tratterebbe di un azzardo suicida da parte dell'amministrazione.
Resta la questione dell'opportunità.
Badate bene: io me ne frego se Anna Cremonini e Francesca Leon sono cugine. Anna Cremonini sa il suo mestiere, ha le carte in regola per essere una brava direttrice di TorinoDanza, e non vedo perché dovremmo rinunciare a una brava direttrice solo perché è cugina di un mediocre assessore. Certi sdegni a corrente alternata li lascio volentieri ai moralisti da bar che bollano il familismo degli altri e appena possono lo praticano in proprio; e comunque non hanno mai messo piede a uno spettacolo di balletto e parlano per arieggiare i denti.
Però le cose di soppiatto no. Non si fa, è da maleducati. Se non c'è nulla di male, perché non dirlo? Quando la commissione selezionatrice ha scelto Anna Cremonini, l'assessore Leon poteva - e a mio modesto avviso doveva - dichiarare pubblicamente, immediatamente e spontaneamente il suo legame di parentela con la direttrice nominata. E poteva (doveva) farlo anche Anna Cremonini. Giusto per mettere le cose in chiaro. Bastava quello: un bel gesto, un segno di maturità istituzionale, e si toglievano la paura. Tacere, in certi casi, ha lo sgradevole sapore di un peccato d'omissione nei confronti dei cittadini. Come dire? Sembra che uno voglia fare il furbetto.
E aggiunge: "Come sai per TorinoDanza la selezione è stata fatta attraverso una commissione dove la Città non è coinvolta. Sono felice per lei perché se lo merita".
Io non ho difficoltà a dichiarare che, dovendo scegliere un dipendente da pagare con i soldi miei, preferisco tutta la vita un parente bravo a un estraneo imbecille. Tuttavia io non lavoro per o con la pubblica amministrazione e non stresso l'anima al prossimo mio chiedendo voti per abbattere il cattivissimo Sistema Torino che distribuisce cariche ad amici e parenti. Quindi il mio punto di vista in questo caso non c'entra nulla.
E' peraltro corretta la precisazione di Francesca Leon: Anna Cremonini - con un curriculum professionale di assoluta eccellenza - è stata selezionata tramite un bando a invito al quale sono state chiamate a partecipare cinque riconosciute personalità internazionali del mondo della danza.
La commissione che ha valutato le candidature e ha optato per Anna Cremonini era composta da Filippo Fonsatti (direttore del Tst, ente organizzatore di Torinodanza), Marco Chiriotti (dirigente della Regione, ente finanziatore di Torinodanza), Cristina Olivetti (Compagnia di San Paolo, ente finanziatore di TorinoDanza) e Gastón Fournier-Facio (direttore artistico del Teatro Regio, commissario esterno).
Della commissione non facevano quindi parte rappresentanti diretti del Comune di Torino, men che meno dell'assessorato alla Cultura.
Il Comune di Torino è indicato nel sito di TorinoDanza tra i sostenitori della manifestazione.
Il Comune di Torino è Socio Fondatore Aderente della Fondazione Teatro Stabile.
Il Comune di Torino finanzia il Teatro Stabile.
Il Teatro Stabile organizza TorinoDanza.
Questi i fatti. Non sono un giurista, pertanto non mi avventuro in valutazioni giuridiche. Presumo che sotto il profilo amministrativo e legale sia tutto in regola. Né può essere altrimenti: in caso contrario, si tratterebbe di un azzardo suicida da parte dell'amministrazione.
Resta la questione dell'opportunità.
Badate bene: io me ne frego se Anna Cremonini e Francesca Leon sono cugine. Anna Cremonini sa il suo mestiere, ha le carte in regola per essere una brava direttrice di TorinoDanza, e non vedo perché dovremmo rinunciare a una brava direttrice solo perché è cugina di un mediocre assessore. Certi sdegni a corrente alternata li lascio volentieri ai moralisti da bar che bollano il familismo degli altri e appena possono lo praticano in proprio; e comunque non hanno mai messo piede a uno spettacolo di balletto e parlano per arieggiare i denti.
Però le cose di soppiatto no. Non si fa, è da maleducati. Se non c'è nulla di male, perché non dirlo? Quando la commissione selezionatrice ha scelto Anna Cremonini, l'assessore Leon poteva - e a mio modesto avviso doveva - dichiarare pubblicamente, immediatamente e spontaneamente il suo legame di parentela con la direttrice nominata. E poteva (doveva) farlo anche Anna Cremonini. Giusto per mettere le cose in chiaro. Bastava quello: un bel gesto, un segno di maturità istituzionale, e si toglievano la paura. Tacere, in certi casi, ha lo sgradevole sapore di un peccato d'omissione nei confronti dei cittadini. Come dire? Sembra che uno voglia fare il furbetto.
Ignoro invece se i membri della commissione selezionatrice fossero stati informati; ma spero di sì. Almeno loro. Dopodiché bene hanno fatto a scegliere Anna Cremonini, se l'hanno sceltà in quanto brava e non in quanto cugina.
Non ho altro da aggiungere. Semmai parlino loro, i politici banfoni.
Io mi limito a riportare qui sotto, per vostra documentazione, gli articoli 5, 6 e 7 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici che riguardano la trasparenza, il conflitto d'interessi e l'obbligo di astensione.
Prima, però, mi corre l'obbligo di emendare un mio errore, e scusarmi con i lettori. Io mi sforzo nei limiti del possibile di essere sempre preciso e documentato. Purtroppo non sempre ci riesco. Quando sbaglio me ne dispiaccio e faccio ammenda. L'11 maggio scorso, elencando nel post "Cara, mi è scomparso il bando!" l'infornata di direttori e affini nominati negli ultimi mesi senza bando pubblico, scrivevo testualmente: "Anche la direzione di TorinoDanza è stata affidata ad Anna Cremonini senza bando... Vabbé, direte voi, Anna Cremonini è un'autorità riconosciuta nel mondo della danza, mica che chiamano a suo cuggino, no?".
Articolo 5. Trasparenza negli interessi finanziari.
Il dipendente informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti di collaborazione in qualunque modo retribuiti che egli abbia avuto nell'ultimo quinquennio, precisando: a. se egli, o suoi parenti entro il quarto grado o conviventi, abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione; b. se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, comunica all'amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti entro il quarto grado o affini entro il secondo, o conviventi che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che egli dovrà dirigere o che siano coinvolte nelle decisioni o nelle attività inerenti all'ufficio. Su motivata richiesta del dirigente competente in materia di affari generali e personale, egli fornisce ulteriori informazioni sulla propria situazione patrimoniale e tributaria.
(Qui mi permetto una postilla. E' assodato che Anna Cremonini è parente di quarto grado, ovvero cugina prima, di Francesca Leon. E' intuitivo - e auspicabile - che il direttore di TorinoDanza abbia "contatti frequenti" con l'assessore alla Cultura della Città di Torino. Ne deduco che Anna Cremonini dovrà comunicare all'amministrazione la parentela di quarto grado con Francesca Leon prima di assumere ufficialmente le funzioni di direttrice di TorinoDanza: quindi i fatti da me qui riferiti non sarebbero comunque passati sotto silenzio. NdG)
Articolo 6. Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti d'interesse.
Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da leggi o regolamenti, il dipendente, all'atto dell'assegnazione all'ufficio, informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando: a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione; b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado (qui non è chiaro se il limite del secondo grado riguardi solo gli affini - che sono i parenti del coniuge - o anche i parenti, i cosiddetti "consanguinei". Ma se riguardasse entrambe le categorie, tra le parole "di parenti" e "di affini" dovrebbe esserci una "e" di congiunzione, non una virgola di separazione. D'altra parte l'articolo 5 distingue fra parenti di quarto grado e affini di secondo: ne deduco che anche le norme dell'articolo 6 riguardino sempre i parenti entro il quarto grado. Ma si sa, le leggi sono scritte malissimo. NdG). Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.
Articolo 7. Obbligo di astensione.
Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull'astensione decide il responsabile dell'ufficio di appartenenza.
Prima, però, mi corre l'obbligo di emendare un mio errore, e scusarmi con i lettori. Io mi sforzo nei limiti del possibile di essere sempre preciso e documentato. Purtroppo non sempre ci riesco. Quando sbaglio me ne dispiaccio e faccio ammenda. L'11 maggio scorso, elencando nel post "Cara, mi è scomparso il bando!" l'infornata di direttori e affini nominati negli ultimi mesi senza bando pubblico, scrivevo testualmente: "Anche la direzione di TorinoDanza è stata affidata ad Anna Cremonini senza bando... Vabbé, direte voi, Anna Cremonini è un'autorità riconosciuta nel mondo della danza, mica che chiamano a suo cuggino, no?".
Ecco, lì ho sbagliato ben due volte e me ne dolgo. In effetti il bando c'era, seppure a invito e riservato a 5 candidati. E in effetti hanno chiamato a sua cuggina.
Gli articoli del Dpr 62/2013 su trasparenza, conflitto d'interessi e obbligo d'astensione
Ecco gli articoli 5, 6 e 7 del Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62 Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, regolamento ripreso paro paro dal Comune di Torino http://www.comune.torino.it/pdf/Codice_Comportamento.pdfArticolo 5. Trasparenza negli interessi finanziari.
Il dipendente informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti di collaborazione in qualunque modo retribuiti che egli abbia avuto nell'ultimo quinquennio, precisando: a. se egli, o suoi parenti entro il quarto grado o conviventi, abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione; b. se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
Il dirigente, prima di assumere le sue funzioni, comunica all'amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possano porlo in conflitto di interessi con la funzione pubblica che svolge e dichiara se ha parenti entro il quarto grado o affini entro il secondo, o conviventi che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con l'ufficio che egli dovrà dirigere o che siano coinvolte nelle decisioni o nelle attività inerenti all'ufficio. Su motivata richiesta del dirigente competente in materia di affari generali e personale, egli fornisce ulteriori informazioni sulla propria situazione patrimoniale e tributaria.
(Qui mi permetto una postilla. E' assodato che Anna Cremonini è parente di quarto grado, ovvero cugina prima, di Francesca Leon. E' intuitivo - e auspicabile - che il direttore di TorinoDanza abbia "contatti frequenti" con l'assessore alla Cultura della Città di Torino. Ne deduco che Anna Cremonini dovrà comunicare all'amministrazione la parentela di quarto grado con Francesca Leon prima di assumere ufficialmente le funzioni di direttrice di TorinoDanza: quindi i fatti da me qui riferiti non sarebbero comunque passati sotto silenzio. NdG)
Articolo 6. Comunicazione degli interessi finanziari e conflitti d'interesse.
Fermi restando gli obblighi di trasparenza previsti da leggi o regolamenti, il dipendente, all'atto dell'assegnazione all'ufficio, informa per iscritto il dirigente dell'ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando: a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione; b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all'ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate.
Il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado (qui non è chiaro se il limite del secondo grado riguardi solo gli affini - che sono i parenti del coniuge - o anche i parenti, i cosiddetti "consanguinei". Ma se riguardasse entrambe le categorie, tra le parole "di parenti" e "di affini" dovrebbe esserci una "e" di congiunzione, non una virgola di separazione. D'altra parte l'articolo 5 distingue fra parenti di quarto grado e affini di secondo: ne deduco che anche le norme dell'articolo 6 riguardino sempre i parenti entro il quarto grado. Ma si sa, le leggi sono scritte malissimo. NdG). Il conflitto può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimoniali, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.
Articolo 7. Obbligo di astensione.
Il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull'astensione decide il responsabile dell'ufficio di appartenenza.
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