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ZENNI, AMARO ADDIO. PER IL JAZZ "CAMBIO DI DIREZIONE POLITICA"

Direzione politica. Il nuovo direttore indica alle masse i gloriosi destini del Festival Jazz

Ma è mai possibile oh porco d'un cane che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi...
(De Andrè-Villaggio, "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers")
Adesso comincia il teatrino della successione a Narrazioni Jazz.
Dopo che il piccolo e innocente Gabo ha rivelato, giovedì scorso 12 ottobre, data della scoperta dell'America, che sora Leon armeggiava per mettere alla porta il direttore Stefano Zenni, sono successe alcune cose buffe. Dopo averci pensato su il giusto, sabato 14 ottobre alcuni giornali hanno ripreso paro paro la notizia, beninteso senza citare la fonte. E così, avendolo scritto pure i giornali, Zenni ha deciso di dire la sua su Facebook, e stamattina ha pubblicato due post. Uno di assortiti ringraziamenti e saluti, e va bene così. L'altro, però, è più interessante. Vale la pena di leggerlo:

L'addio di Zenni a mezzo Fb

"Cari amici e care amiche, giovedì scorso l'assessora alla cultura del comune di Torino Francesca Leon mi ha comunicato che non sarò più direttore del Torino Jazz Festival/Narrazioni Jazz. (Ma guarda un po' le coincidenze: glielo ha comunicato giovedì. Lo stesso giorno in cui l'ho scritto io. Conoscendo i miei polli, nel post adombravo l'eventualità che il povero Zenni non ne sapesse ancora nulla. NdG). Ero in attesa di un comunicato ufficiale, quando la notizia è invece apparsa su un blog http://gabosutorino.blogspot.it/…/narrazioni-jazz-senza-pac… e su Repubblica on line http://torino.repubblica.it/…/torino_silurato_zenni_narraz…/. (Qui i tempi andrebbero precisati: Zenni dice che era in attesa di un comunicato ufficiale. Ma quando? La notizia di GabosuTorino è uscita giovedì 12, sabato 14 c'era l'articolo su Repubblica. Leon, a detta del diretto interessato, giovedì 12 ha "comunicato" a Zenni che lo cacciavano: ma gliel'ha comunicato prima o dopo che il povero Zenni l'apprendesse da uno stupido blogger? Non è importante, d'accordo. Ma un minimo di rispetto umano, perdìo... Come si sentirebbe la Leon se venisse a sapere da Gabo che Chiarabella l'ha licenziata? NdG). Visto che ormai è notizia pubblica, mi sento sciolto dal vincolo di riservatezza. Devo tuttavia fare una precisazione. Contrariamente a quanto ipotizzato in quegli articoli, il cambio di direzione non è l'effetto di un supposto fallimento di Narrazioni Jazz 2017. Anche se non sono stati mai diramati dati ufficiali, chi ha frequentato il festival sa che i concerti - nonostante l'attività del Salone del libro - sono sempre stati tutti pieni, con alcuni sold out, fino a lasciare la gente fuori San Filippo Neri per la memorabile serata finale con "Altissima Luce". (Bene, questo sostiene Zenni e Zenni è persona seria. Ma allora perché Leon e soci ostinatamente evitano di rendere pubblici i dati ufficiali su Narrazioni Jazz, nonostante sia loro dovere, e glielo si sia più volte chiesto? Alla faccia della casa di vetro! NdG). Immagino che il comunicato ufficiale chiarirà questo aspetto, ma l'assessora ha dichiarato al sottoscritto che si tratta di un cambio di direzione politica del festival, che intende (cito a memoria) "ricucire i rapporti col territorio" e "dialogare con le associazioni locali". Per questo hanno deciso di prendere un direttore di Torino o dintorni. (E questa è formidabile: "cambio di direzione politica del Festival". Esticazzi. Mica come quei festivalacci di una volta, corrotti e decadenti, che semmai si distinguevano per una loro precisa direzione artistica; finalmente un festival dei tempi nuovi, con una "direzione politica". Aspetto trepido il commissario del popolo. NdG). Si può discutere su questa scelta (In effetti, tradotta in concreto, la "direzione politica" vagheggiata dalla lider maxima Leon può evocare la visione di un festivalino locale come tanti altri. Non che prima avessimo Umbria Jazz... NdG), ma prendo atto. Quanto a me, faccio un grande augurio al prossimo direttore, chiunque esso sarà (...e comunque sarà scelto: non con criteri di appartenenza, ci mancherebbe! NdG). Soprattutto, spero che Torino continui ad avere un festival del jazz che sappia dare corpo alle sue più audaci aspirazioni culturali".
Audaci aspirazioni culturali. A Torino. 
Va là, Zenni, stai allegro, che ti sei tolto da un bel canaio.

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