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ISPETTORI E ASSESSORI UNITI NELLA LOTTA: AL REGIO TRIONFA LA COMPETENZA

Vi ricordate di quella famosa "ispezione del Mef" al Teatro Regio?
Gli ispettori inviati dal ministero delle Finanze - all'epoca nelle mani di Giovanni Tria, vice Castelli e Garavaglia - indagarono per due settimane, dal 22 gennaio all'8 febbraio 2019, e stilarono un severo rapporto nel quale imputavano all'ente lirico una serie di irregolarità amministrative perpetrate durante la sovrintendenza di Walter Vegnano. Tutto ciò emerse mesi dopo, a giugno, e per vie traverse: in realtà il rapporto non è stato mai reso ufficialmente pubblico. Comunque l'assessore Leon, richiesta di un commento, confermò; ma tranquillizzò le masse annunciando che il triste passato era alle spalle perché, disse, "i risultati di questa ispezione ci dicono che il piano di sviluppo quinquennale 2019-2023 sta seguendo la strada giusta. C'è chi l'ha definito velleitario, ma non ritengo che sia velleitario eliminare le irregolarità e le carenze: il piano serve anche a questo".
E già: quel rapporto - meglio: le indiscrezioni su quel rapporto -  diede fiato a quanti, fatto fuori Vergnano, non perdevano occasione di criticarne la gestione, così da zittire gli oppositori del discusso William Graziosi e dell'altrettanto discusso "piano industriale". 
Adesso si apprende - sempre per vie ufficiose, in ossequio al principio della trasparenza variabile - che il Regio ha replicato per iscritto, punto per punto, alle contestazioni del Mef. Nella risposta del Regio - riferiscono le cronache -"una prima controdeduzione, probabilmente la più importante (eh sì, direi proprio... NdG), riguarda la forma giuridica della Fondazione lirico sinfonica: il Regio è un ente di diritto privato, mentre il Mef lo avrebbe bacchettato come se fosse un organismo di diritto pubblico. Interpretandolo erroneamente come un ente pubblico tout court, nelle accuse il Ministero non avrebbe considerato che alcune modalità e scelte non sono obbligatorie come accade per gli enti pubblici".
Cioé, fammi capire: gli ispettori del Ministero delle Finanze, dall'alto della loro scienza, hanno preso una cantonata simile? 
Incredulo, faccio qualche ricerca. L'unica occasione istituzionale in cui all'epoca s'era parlato dell'ispezione del Mef e delle undici contestazioni mosse al Regio fu, se la memoria non m'inganna, il Consiglio comunale dell'8 luglio: la Leon rispose alla richiesta di comunicazioni in Aula del presidente della Commissione Cultura, Massimo Giovara.
Rileggo il resoconto di quella seduta su CittAgora, canale ufficiale del Comune, e vi trovo scritto, testuale: "Il Mef - ha spiegato l'assessore (Leon) - parte dal presupposto che la Fondazione è un Ente Pubblico e non un Ente privato". E su tale presupposto Maiunagioia non ha nulla da obiettare: lo dà per scontato.
Ma che gli dice il cervello a 'sta gente? Gli ispettori non leggono neppure lo Statuto dell'ente che devono ispezionare? 
Per scrupolo vado a spulciare lo Statuto della Fondazione Teatro Regio e la risposta è lì, semplice e inequivoca, all'articolo 1, commi 1, 2 e 4. Trattasi di Fondazione di diritto privsto. Leggere per credere: "1) E' costituita (la Fondazione Teatro Regio) per trasformazione dell'Ente Autonomo Teatro Regio di Torino, attuata ai sensi dell'art 2, commi 57 e seguenti della Legge 28 dicembre 1995 n. 549 , (ove si parla di "fondazioni di diritto privato degli enti di prioritario interesse nazionale che operino nel settore musicale", NdG), dell'art. 2 del Decreto Legislativo 29 giugno 1996 n. 367 (il quale stabilisce che "gli enti di prioritario interesse nazionale che operano nel settore musicale devono trasformarsi in fondazioni di diritto privato secondo le disposizioni previste dal presente decreto", NdG) e dell'art. 1 comma 1 del Decreto Legislativo 23 aprile 1998 n. 134 (ove si dispone che "gli enti autonomi lirici e le istituzioni concertistiche assimilate, gia' disciplinati dal titolo II della Legge 14 agosto 1967, n. 800, sono trasformati in fondazione ed acquisiscono la personalità giuridica di diritto privato alla data di entrata in vigore del presente decreto", NdG).
2) La Fondazione è costituita con il concorso dello Stato, della Regione Piemonte, del Comune di Torino e dei Fondatori.
4) La Fondazione è disciplinata dal presente Statuto, adeguato alle previsioni del D.L. 8 agosto 2013 n. 91, come convertito, con modificazioni, in L. 7 ottobre 2013 n. 112, dal Decreto Legislativo 29 giugno 1996 n. 367, e dalle altre norme vigenti in materia, loro modifiche ed integrazioni e, per quanto non espressamente previsto, dalle norme del Codice Civile e dalle disposizioni di attuazione del medesimo".
Diomio, più chiaro di così.
Al che una domanda sorge spontanea: ma in che mani siamo?
Per trovare una spiegazione plausibile - scartando per carità di patria l'opzione "siamo nelle mani del nemico" - occorre ricostruire il clima che si respirava attorno al Regio in quei giorni di giugno-luglio. La sventurata avventura di Graziosi declinava, il sovrintendente era alle corde dopo la clamorosa contestazione pubblica subìta il 17 giugno, ed era sempre più improbabile che venisse riconfermato, nonostante l'impegno dei suoi sostenitori: di quelli, almeno, che non gliel'avevano giurata perché non era riuscito a piazzarli al Regio, come si è poi saputo dalle intercettazioni connesse al "caso Pasquaretta" ("Io ce ne ho uno... Quello che, senza fare nomi, mi ha portato su e adesso è diventato improvvisamente mio nemico... ma fa delle richieste che sono assurde. Fortunatamente ho portato (nome omesso), l'ho portato su in ufficio perché con lui faccio la formazione e quindi tiene un attimo sott'occhio la situazione, ma come faccio io ad accontentare tutti?". William Graziosi, allora sovrintendente del Regio, parlando con Luca Pasquaretta l'11 settembre 2018).
Il benservito a Graziosi, dopo un anno di burrascosa gestione, avrebbe rappresentato uno smacco per Chiarabella, che lo aveva imposto a dispetto di tutto e tutti. Lei si aggrappava come extrema ratio a una "procedura comparativa" - saiddio cosa volesse dire... - ma il 20 giugno, giusto tre giorni dopo i fischi, Graziosi si presenta al Consiglio d'indirizzo del Regio sbandierando la relazione del Mef con le undici presunte "macro irregolarità"; e con il relativo sputtanamento dell'ex sovrintendente Vergnano, il quale, fino ad allora all'oscuro di tutto, definisce l'operazione "una vigliaccata". En effet... a essere maliziosi, è ammissibile il sospetto che sia quella la "procedura comparativa": la procedura del "lui è peggio di me", ovvero se il mio sovrintendente è scarso, guarda il tuo quant'era pessimo.
Insomma, si può presumere che, nella fretta di confortare le proprie politiche e sostenere il proprio sovrintendente, qualche dettaglio sia sfuggito: ad esempio, la natura pubblica o privata del Regio. Ecchessarannomai 'ste sofisticherie? La competenza, si sa, non è più una virtù.

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