Da sinistra: Martini (Tff), Toffetti (Museo del Cinema), Ilotte (Camera di Commercio), Dal Pozzolo e Seregni (Fondazione Fitzcarraldo) |
Dopo due tentativi miseramente falliti, adesso il terzo bando prosegue con lentezza indicibile: la call si è chiusa il 15 aprile, con una settantina di candidature, tutte italiane. Da allora, il Comitato di Gestione non ha ancora deciso.
Ieri mattina, alla presentazione dello studio sulle ricadute economiche del Torino Film Festival, ho avvistato il presidente del Museo, Sergio Toffetti, e uno dei membri del Comitato di Gestione, Gaetano Renda, rappresentante del Comune. Un controllo incrociato s'imponeva. Anche perché di recente le voci e i retroscena si sono infittiti. Si è parlato di una short list di cinque candidati (Luca Beatrice, Jacopo Chessa, Nicola Mazzanti, Stefano Francia di Celle, Mimmo De Gaetano) che sarebbero in pole position; e si è anche ipotizzato un veto del Comune su Beatrice, per via di certe sue prese di posizione non benevole verso la giunta.
Sia Toffetti sia Renda negano su tutta la linea. Mi dicono - li ho interpellati separatamente - che non c'è ancora nessuna short list, e neppure veti politici: il Comitato di Gestione - ripetono - finora ha soltanto scelto, fra i settanta curricula, un numero più ridotto di papabili (Toffetti dice 18, Renda "una ventina") ai quali ha chiesto di presentare un proprio progetto per il Museo. Giovedì il Comitato vedrà i progetti, aggiungono Renda e Toffetti, e individuerà - magari prendendosi il tempo necessario - quelli più convincenti: solo a quel punto verrà stilata la short list dei nomi (Renda è dell'idea che dovrebbero essere almeno sette) tra i quali, dopo approfondita discussione, si dovrebbe finalmente scegliere il fatidico direttore del Museo. Questo - aggiunge Renda - accadrebbe "entro la fine dell'estate". Gli ho fatto notare che l'estate finisce il 21 settembre, e lui ha annuito, senza però azzardare un termine preciso. Ma forse, parlando di "fine dell'estate", Renda si riferiva all'estate di San Martino.
Bonus track: le ricadute del Tff
Già che siamo in argomento cinematografico, vi riporto i dati dello studio statistico sulle ricadute economiche del Tff commisionato dalla Camera di Commercio alla Fondazione Fitzcarraldo. La ricerca è basata sulle interviste a un campione di 768 spettatori dell'ultima edizione del Festival. E' emerso il profilo di un pubblico giovane (la fascia d'età prevalente va dai 25 ai 34 anni), ad alta scolarizzazione (il 65% è laureato), ovviamente appassionato (il 76% va al cinema più di 12 volte all'anno, contro il 4,9% della media italiana) e soddisfatto (il voto medio attribuito al Festival è 8/10).
Il 36° Torino Film Festival ha raggiunto le 62.500 presenze; sono stati venduti 26.641 ticket, 871 pass giornalieri e 644 abbonamenti, oltre ai 2.161 accrediti professionali e stampa.
Il pubblico. La fascia di età prevalente, con il 23,2%, è quella che va dai 25 ai 34 anni, con una leggera maggioranza di pubblico maschile (50,7%); oltre il 65% degli intervistati è laureato. In generale si tratta di un pubblico di appassionati (57%) o professionisti (19%), con un livello di consumi di spettacoli cinematografici decisamente elevato: il 76,1% del campione va al cinema più di 12 volte l’anno. L’81% degli spettatori aveva già partecipato al Festival e in media il giudizio sull’evento è pari a 8 in una scala da 1 a 10, anche per il pubblico altamente specializzato.
Rapporti con l’offerta culturale della città. La sinergia fra Tff e Museo Nazionale del Cinema è molto stretta: il 41% di chi aveva visitato in passato la Mole ha dichiarato di volere approfittare del periodo del Festival per ritornarci. Oltre la metà di chi non vi era mai stato prima, inoltre, ha colto l’occasione per fare la sua prima visita. Inoltre un turista su tre ha affermato di voler visitare altri musei durante il soggiorno.
Turisti. Il 27% del pubblico del Torino Film Festival proviene da fuori provincia (3% dall'estero). In media i turisti intervistati hanno trascorso poco più di 4 giorni in città, soggiornando da amici e parenti o facendo ampio ricorso alla piattaforma Airbnb, che surclassa nelle preferenze degli intervistati le strutture ricettive tradizionali.
Le ricadute economiche. Per valutare le ricadute economiche, lo studio ha stimato due distinte variabili:
- la spesa diretta per l’organizzazione dell’evento
- la spesa generata dai turisti.
La spesa per l’organizzazione dell’evento sostenuta dal Museo Nazionale del Cinema è pari a 1.371.042 euro: volendo evidenziare esclusivamente quanto ricaduto sul territorio, da questa cifra sono escluse tutte le forniture affidate ad aziende non locali.
La spesa generata dai turisti, invece, si ottiene, sulla base delle interviste, stimando la numerosità del pubblico proveniente da fuori e distinguendo, inoltre, tra chi era presente in città appositamente per il Festival e chi casualmente (persone che quindi avrebbero generato ricadute anche in assenza del Festival). È stato necessario poi distinguere la tipologia di visitatori tra escursionisti senza pernottamento, turisti che hanno soggiornato presso strutture ricettive e infine turisti che sono stati ospitati, perché ovviamente ciascuna categoria ha generato impatti economici diversi. Nel complesso, sommando la spesa diretta di queste tre categorie, si arriva ad una cifra pari a 777.229 euro.
Sommando quindi i due valori (spesa per l’organizzazione e spesa del pubblico) si raggiunge la stima dell’impatto di spesa diretta sul territorio, pari a 2.148.271 euro. Si tratta di ricadute dirette al netto di successivi effetti indiretti e indotti, che potrebbero portare ad un impatto economico finale sicuramente superiore.
Le sponsorizzazioni tecniche. A questo budget, che già tiene conto delle sponsorizzazioni dirette, vanno ulteriormente aggiunte le numerose sponsorizzazioni tecniche ottenute, che hanno garantito servizi gratuiti in tutte le principali aree: comunicazione, promozione, ospitalità e logistica. Il loro valore è quantificabile attorno ai 400mila euro, escluse le valorizzazioni delle media partnership, generate dalla collaborazione con soggetti privati.
Il 36° Torino Film Festival ha raggiunto le 62.500 presenze; sono stati venduti 26.641 ticket, 871 pass giornalieri e 644 abbonamenti, oltre ai 2.161 accrediti professionali e stampa.
Il pubblico. La fascia di età prevalente, con il 23,2%, è quella che va dai 25 ai 34 anni, con una leggera maggioranza di pubblico maschile (50,7%); oltre il 65% degli intervistati è laureato. In generale si tratta di un pubblico di appassionati (57%) o professionisti (19%), con un livello di consumi di spettacoli cinematografici decisamente elevato: il 76,1% del campione va al cinema più di 12 volte l’anno. L’81% degli spettatori aveva già partecipato al Festival e in media il giudizio sull’evento è pari a 8 in una scala da 1 a 10, anche per il pubblico altamente specializzato.
Rapporti con l’offerta culturale della città. La sinergia fra Tff e Museo Nazionale del Cinema è molto stretta: il 41% di chi aveva visitato in passato la Mole ha dichiarato di volere approfittare del periodo del Festival per ritornarci. Oltre la metà di chi non vi era mai stato prima, inoltre, ha colto l’occasione per fare la sua prima visita. Inoltre un turista su tre ha affermato di voler visitare altri musei durante il soggiorno.
Turisti. Il 27% del pubblico del Torino Film Festival proviene da fuori provincia (3% dall'estero). In media i turisti intervistati hanno trascorso poco più di 4 giorni in città, soggiornando da amici e parenti o facendo ampio ricorso alla piattaforma Airbnb, che surclassa nelle preferenze degli intervistati le strutture ricettive tradizionali.
Le ricadute economiche. Per valutare le ricadute economiche, lo studio ha stimato due distinte variabili:
- la spesa diretta per l’organizzazione dell’evento
- la spesa generata dai turisti.
La spesa per l’organizzazione dell’evento sostenuta dal Museo Nazionale del Cinema è pari a 1.371.042 euro: volendo evidenziare esclusivamente quanto ricaduto sul territorio, da questa cifra sono escluse tutte le forniture affidate ad aziende non locali.
La spesa generata dai turisti, invece, si ottiene, sulla base delle interviste, stimando la numerosità del pubblico proveniente da fuori e distinguendo, inoltre, tra chi era presente in città appositamente per il Festival e chi casualmente (persone che quindi avrebbero generato ricadute anche in assenza del Festival). È stato necessario poi distinguere la tipologia di visitatori tra escursionisti senza pernottamento, turisti che hanno soggiornato presso strutture ricettive e infine turisti che sono stati ospitati, perché ovviamente ciascuna categoria ha generato impatti economici diversi. Nel complesso, sommando la spesa diretta di queste tre categorie, si arriva ad una cifra pari a 777.229 euro.
Sommando quindi i due valori (spesa per l’organizzazione e spesa del pubblico) si raggiunge la stima dell’impatto di spesa diretta sul territorio, pari a 2.148.271 euro. Si tratta di ricadute dirette al netto di successivi effetti indiretti e indotti, che potrebbero portare ad un impatto economico finale sicuramente superiore.
Le sponsorizzazioni tecniche. A questo budget, che già tiene conto delle sponsorizzazioni dirette, vanno ulteriormente aggiunte le numerose sponsorizzazioni tecniche ottenute, che hanno garantito servizi gratuiti in tutte le principali aree: comunicazione, promozione, ospitalità e logistica. Il loro valore è quantificabile attorno ai 400mila euro, escluse le valorizzazioni delle media partnership, generate dalla collaborazione con soggetti privati.
Commenti
Posta un commento