Quattro amici al bar: da sin. Guido Guglielminetti, Francesco De Gregori, il Ferraris e Giorgio Faletti (foto di A. Macinante) |
Quando si dice una bella domenica in campagna.
Ieri siamo andati a Nizza Monferrato con Francesco De Gregori, che avevo invitato al festival letterario Libri in Nizza. Giocavo in casa, nel senso proprio del termine, dato che a Nizza ho casa e mamma. Ed è stata una piacevole giornata. Siamo arrivati nel primo pomeriggio, ho sistemato il Principe e sua moglie Chicca a casa mia, dove ci hanno raggiunti Giorgio Faletti con la moglie Roberta, e Massimo Cotto; abbiamo cianciato un po' e alle cinque li ho lasciati lì a far merenda con la torta di mia mamma, e mi sono fiondato a Libri in Nizza, dove presentavo lo scrittore Alessandro Perissinotto, finalista allo Strega con "Le colpe dei padri". Bella cosa: si è parlato di giovani, di lavoro che non c'è, di social media e perdita di socialità. Con serissima leggerezza.
Laurana Lajolo con Francesco De Gregori |
Alle 18,30 Francesco è arrivato all'auditorium dove si teneva il festival. Sala imballata, e Principe in forma smagliante. Laurana Lajolo - figlia dello scrittore e comandante partigiano Davide "Ulisse" - gli ha consegnato il "Ramarro d'oro", il premio intitolato a suo padre ("Lajolo" in dialetto significa "ramarro") "che diamo - ha spiegato Laurana - alle persone per bene". Il termine "persona per bene" ha sinceramente lusingato Francesco: "Ecco, di solito i premi non mi piacciono, ma questo lo accetto davvero volentieri, considerata la motivazione", ha detto. Poi è cominciato l'incontro. Abbiamo parlato di letteratura (condividiamo una suprema passione per "Moby Dick") e di musica. Tanto per non rimanere sulle generali, gli ho chiesto di raccontare come nasce una canzone: e a tradimento abbiamo chiamato sul palco anche il capobanda Guido Guglielminetti, che se ne stava nascosto in sala. Francesco e Guido si sono prodotti nella celebre gag della "Topolino amaranto", ovvero la dolorosa storia di De Gregori che decide all'improvviso, durante un concerto, di suonare la canzone di Paolo Conte, e il povero Guglielminetti - che non ne conosce gli accordi - costretto a stargli dietro improvvisando a orecchio. A quel punto, individuato Giorgio Faletti tra il pubblico, lo abbiamo arruolato per un mini-dibattito sulla differenza che c'è fra scrivere un romanzo e scrivere una canzone - lui che scrive bene sia romanzi, sia canzoni. E De Gregori: "Faletti è incredibile: ricordo quando è andato a Sanremo, e io penso ma che ci va a fare quello lì, e invece tira fuori quella canzone straordinaria e perfetta che è 'Signor Tenente'. Poi scrive 'Io uccido' e io penso vabbé, anche scrittore no, chissà che roba, e un giorno mi capita tra le mani il libro e non avevo altro da leggere e quindi l'ho aperto e bè, me lo sono letto tutto in due ore. Fantastico". Insomma, alla fine c'eravamo noi quattro sul palco che ce la contavamo come quattro amici al bar, e la gente in sala mi è sembrata assolutamente conquistata. In effetti, l'incontro è stato tutt'altro che formale. Alla fine, ci acchiappano quelli della Pro loco di Nizza e ci trascinano tutti a bere Barbera superiore e a mangiare carne cruda e altre delizie. Come dicevo: una bella domenica in campagna.
Barbera superiore di Nizza: un brindisi alla Pro loco con De Gregori e Faletti (foto di Alessandro Macinante) |
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