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COTTO & GIO': VI RACCONTIAMO IL CHELSEA HOTEL

Giò e Massimo Cotto: le storie del Chelsea Hotel
Storie del Chelsea Hotel, l'albergo più famoso della storia del rock. O anche della Storia tout court. Quantomeno, della storia dei nostri anni migliori. Massimo Cotto, giornalista, e Mauro Ermanno Giovanardi (meglio noto come Giò dei La Crus), musicista, raccontano quelle storie - storie che hanno come protagonisti Janis Joplin e Leonard Cohen, Edith Piaf e Bob Dylan, e ancora Syd Vicious, Patti Smith, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, e gli altri numi tutelari della cultura alternativa del Novecento - in uno spettacolo che si intitola per l'appunto "Chelsea Hotel" e che portano in scena sabato 16 alle 21 al Folk Club di Torino. Domani, venerdì 15, Cotto e Giò parlano del loro show: prima, verso le 15, in una videointervista per LaStampa.it  (per loro straordinaria e inconsueta malasorte, l'intervistatore sarò io) e poi, alle 18, in un incontro al Circolo dei Lettori. Pure lì sarò io a presentarli: ma in questo secondo caso me l'hanno chiesto loro, quindi se la sono cercata. Adesso, dopo aver girato l'Italia ed essere andati anche al Premio Tenco, i due sodali sono stati "catturati" in un libro+cd (per la precisione, due cd), con il testo scritto e la registrazione dello spettacolo. Anche di ciò parleremo nei nostri due incontri (sospetto che loro ci tengano abbastanza...).
Ad ogni modo, lo spettacolo vale la pena di essere visto: Massimo Cotto è la voce narrante che ricostruisce le tante vicende rock che si sono intrecciate in quell'albergo di New York; al suo racconto si alternano le canzoni cantate da Giò, accompagnato alla chitarra e al piano da Matteo Curallo. Sono canzoni strettamente legate al Chelsea Hotel e ai suoi straordinari "pensionanti": vanno dalla fondamentale "Chelsea Hotel #2" di Leonard Cohen ("I remember you well in the Chelsea Hotel", ricordo di un rapace incontro d'amore con Janis Joplin) fino a "La vie en rose". Perché anche Edith Piaf soggiornò al numero 222 della 23esima strada di NYC. Come Arthur Clarke, che vi scrisse "Odissea nello spazio"; o Madonna, che vi alloggiò in povertà, e vi tornò ricca e famosa per scattare le fotografie hard del suo eroticissimo libro "Sex".

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