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THE BEST SHOW IN TOWN: L'INAUGURAZIONE DEL TGLFF

Angelo Acerbi e Giovanni Minerba: i bravi presentatori con Irene Grandi

La cena da Eataly. Fassino: Ma cos'ha Gabo da fotografare?


L'inaugurazione del Tglff è e resta la più divertente inaugurazione di cinefestival della città. Al confronto, le altre sembrano veglie funebri.
La cena da Eataly. Fassino: Che seccatore... Vabbé, beviamoci su...
Ok, gli piace vincere facile. Quando hai una coppia comica come Giovanni Minerba e Angelo Acerbi - i "Sandra & Raimondo" del cinema torinese - il tuo limite è il cielo. O almeno Broadway. Anche ieri i due bravi presentatori hanno fatto faville. Poi c'è la musica: gli stacchetti (tutti dance, in omaggio a "54", il film d'apertura, più l'imprescindibile citazione di Raffa Carrà) e il live di Irene Grandi. Tanto piaciuta; ma l'anno scorso con Orietta Berti è stata tutta un'altra caciara.


Vabbé. Eccovi gli highlights della serata

Parigi e la discontinuità

Antonella Parigi racconta i suoi primi giorni da assessore alla Cultura, un anno fa: "Arrivo in assessorato, e i primi giorni mi chiedevano se volevo cambiare l'arredamento, i quadri, la tinta alle pareti. Ma perché dovrei?, domando io. E i funzionari mi rispondono: 'per segnare la discontinuità'. Beh, io penso che siano altre le cose che 'segnano la discontinuità': per esempio, ridare al Tglff il patrocinio che la Regione aveva negato per quattro anni". Applausi frenetici.

Orgoglio fashion

Minerba rosa shocking
Il direttore Giovanni Minerba indossa un elegante e rischioso completo rosa shocking. E domanda all'ospite Irene Grandi: "Secondo te, siamo vestiti da froci, da uomini o che cosa?". Irene risponde: "Da persone". E Angelo Acerbi ci tiene a precisare: "Siamo vestiti bene".

La revolta dell'Ambrosio

Il regista di "54", Mark Christopher rivela: "La Miramax ha accettato di finanziare la nuova versione del mio film grazie al vostro festival". E' andata così: sette anni fa, Christopher portò al Tglff un abbozzo del nuovo montaggio, che venne mostrato in una proiezione semisegreta all'Ambrosio; ci fu una tale calca di gente che la voleva vedere (una "revolta", dice Christopher nel suo basic italian) che dovettero chiamare la polizia. "Io raccontai quell'episodio alla Miramax: e le case di produzione, quando sentono che c'è stata una 'revolta' per vedere un film, diventano subito interessatissime".
Scambio d'affettuosità con Parigi

Il bouquet della madrina

La madrina del Festival, l'attrice Carolina Crescentini, lancia il suo bouquet in sala, come si fa ai matrimoni, "vediamo chi sarà la prossima madrina". Il bouquet vola, e il primo a toccarlo è un maschio.

Niente zeppe per Minerba

Quando Fassino lascia il palco (assai apprezzato il suo discorso di saluto) Minerba confida al pubblico: "Io ho avuto un'idea per essere all'altezza del sindaco: ho chiesto a una mia amica drag di prestarmi le sue zeppe da dodici. Si è rifiutata, ha detto che non andava bene". Delusione fra la folla.

Tagli controllati

Il clamoroso gemello-Marilyn di Luca Cassiani
Dopo l'inaugurazione, piccola cena all'Eataly della Mole, unico "scialo" di un Festival che quest'anno più che mai è sparagnino, causa ennesima riduzione del budget. I tagli ci sono, ma controllati. Il più doloroso è il Festival breve: dura un giorno in meno rispetto alle scorse edizioni. Risparmi anche sulle giurie. Resta "internazionale" solo quella dei lungometraggi, comunque ridotta da cinque a tre componenti: l'attore Lorenzo Balducci, la curatrice d'arte Beatrice Merz, e il direttore del film festival Lgbt di Tel Aviv Yair Hochner, che dice: "Per noi in Israele il festival di Torino è un mito". Minerba&Acerbi vanno in brodo di giuggiole.

Marilyn forever


Alla cena da Eataly gli invitati sono pochi, solo gli irrinunciabili: la delegazione del Comune (Fassino e due storici "amici del Festival", l'assessore Ilda Curti e il presidente della Commissione cultura Luca Cassiani che per l'occasione sfoggia un paio di clamorosi gemelli con la foto di Marilyn Monroe, ammiratissimi), lo staff del Festival, la madrina Carolina Crescentini, Irene Grandi e i suoi musicisti, il regista Mark Christopher, qualche giornalista e altri addetti ai lavori. Menù buono ma senza inutili sciali. A mezzanotte tutti a casa, a dormire. Il Festival è una maratona, guai a strafare fin dalla prima sera.






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