Passa ai contenuti principali

VIA ASTI, MACELLERIA POLITICA E DEMOCRAZIA: UNA LETTERA A FASSINO


Via Asti: qui fucilavano i partigiani

Caro Piero
Vogliamo dirci due o tre cosette sul pasticciaccio brutto dell'ex caserma di via Asti? Senza polemica e senza infingimenti, da persone mature ed esperte del mondo. Perché vedi, Piero,.tu e io, come tante altre persone avvedute e informate dei fatti, sappiamo come vanno queste faccende.

Le cose che sappiamo

Sappiamo ad esempio che il progetto per  quell'ex caserma c'è. E' stato approvato in Consiglio comunale il 12 gennaio scorso; e ha votato a favore anche Michele Curto, il consigliere di Sel (quindi tuo alleato) che adesso è tra gli ispiratori della "non occupazione", insieme con l'associazione Terra del Fuoco. C'è in ballo un'operazione finanziaria complessa e difficile, in base alla quale il Comune ha incassato una discreta sommetta di cui abbiamo tanto bisogno; e certo quello che sta accadendo adesso in via Asti non incoraggia eventuali investitori.
Questo lo sappiamo benissimo.
E sappiamo pure che il progetto per via Asti non è pessimo. Tu lo conosci, io l'ho visto, e per chi ci legge lo linko qui. Prevede la destinazione residenziale di parte del complesso (eventualmente anche per emergenze abitative - e mi immagino già la reazione dei vicini, visto come andò la volta scorsa...); però tutela tutto quel che c'è da tutelare nell'ex caserma: il luogo dove avvenivano le fucilazioni, la lapide, la palazzina centrale. Prevede aree verdi e spazi per i servizi ai cittadini, e la trasformazione del cortile in una piazza pubblica con parcheggio sotterraneo. L'interesse culturale dell'immobile è esplicitamente riconosciuto.
Sappiamo - per dircela fino in fondo - che Terra del Fuoco è un'associazione che si occupa, per conto del Comune, di assistenza ai profughi e ai rom, e per questo servizio viene regolarmente ricompensata; e che Michele Curto è vicino a Terra del Fuoco. E possiamo pure sospettare (tu lo sospetti di sicuro, il consigliere Ricca ne è convinto, io non so) che nella vicenda di via Asti, dietro ai "valori della Resistenza" chiamati in causa, ci siano anche interessi ben concreti. Economici o politici, non importa: va così, in questo mondo e ancor più in questa brutta politica fatta di sgambetti, mezze verità e tanta bassa macelleria. Non è il mondo - e tantomeno la politica - che vorremmo; però è ciò che abbiamo. E noi che siamo vecchi abbiamo imparato a starci dentro: magari tentando di non immerdarci più del necessario. Per voi che siete in politica, lo so, è ancor più difficile: à la guerre comme à la guerre, e non si va troppo per il sottile. It's a dirty job, sir, but someone has to do it. Sono giochi vostri, con vostre regole. I santi li abbiamo finiti. Dai, non farmi il verginello: bazzichi 'sti ambientini da una vita, non raccontarmi che non hai mai usato strumentalmente qualcosa o qualcuno. Se sei senza peccato lapidami pure; ma ti dirò non mi sento troppo in pericolo.
Ecco, Piero, queste cose noi le sappiamo.

I ragazzi sono ok, e tu hai sbagliato

Però ci sono i ragazzi. Quelli che materialmente sono entrati in via Asti e se ne stanno occupando.
I ragazzi meritano rispetto. Perché loro ci credono. Credono davvero nei"valori della Resistenza" che gli adulti (e ancor più i politici) spesso utilizzano come foglia di fico per pittoresche manfrine. Credono che essere cittadini significhi prima di tutto prendersi cura della cosa pubblica. Credono che impegnarsi in qualcosa di utile e buono sia più civile che sfasciarsi di chupitos il sabato sera, e contribuisca a migliorare il mondo (il mondo di merda che gli abbiamo costruito noi) più che prendere a martellate le vetrine e sparare cazzate in tv.
Con quei ragazzi, caro Piero, hai sbagliato.
Quando sono entrati in via Asti, ci sono entrati senza violenza. E si sapeva da mio' che sarebbero arrivati. Hanno commesso un'azione illegale? Cazzo, Piero, sono ragazzini, non black bloc! Se non dovevano entrare, bastava non aprire. O pensi che avrebbero assaltato l'ex caserma con catapulte e torri d'assedio?
Ma una volta che sono entrati, tu dovevi muovere il culo e fare il sindaco. Andare là, parlargli, spiegargli le tue ragioni, le ragioni della città; anziché mettere la sordina alla vicenda tentando di non far uscire niente sui giornali. Ti sembra un comportamento non dico democratico, ma sensato? Dove vivi, nel paese di Taitù che se non esce sul giornale non c'è più? Hai mai sentito parlare della rete?

I loro diritti: ascolto, rispetto e un sorriso

Vabbé, transeat. Quel che è fatto è fatto. Però adesso hai una bella chance. Mi dicono che lunedì tu ricevi in Municipio i ragazzi di via Asti. Dai retta a uno che ti vuol bene: giocatela alla grande. Cogli l'occasione per condividere con quei ragazzi l'orgoglio e la gioia della democrazia. Parla con loro, cerca di capire le loro ragioni e di spiegargli senza sussiego le tue. Mettiti in testa che sono i cittadini di domani. E sono i migliori, perché vogliono esserlo, perché hanno a cuore - ma davvero - quei valori che oggi ancora consentono a me di scriverti queste righe, e a te di stare dove stai.
Se quei ragazzi usciranno dal Municipio convinti di aver trovato ascolto e rispetto - indipendentemente dalla decisioni che poi dovrai prendere - allora avremo vinto. Avrà vinto una certa idea di convivenza civile che è l'unica garanzia per un futuro meno tragico di quello che ci stiamo costruendo con le nostre mani e la nostra stupidità.
E per favore, Piero, metti via quell'aria scazzata da ma-chi-me-lo-fa-fare e tira fuori un sorriso. I ragazzi lo meritano; e anche per te potrebbe essere una piacevole esperienza.

Commenti

Post popolari in questo blog

CIAO SERGIO

Sergio Ricciardone non c'è più. Se n'è andato così, ad appena 53 anni, dopo breve malattia. Venticinque anni fa, insieme con i colleghi deejay Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, aveva fondato l'associazione X-Plosiva e inventato Club to Club. Il resto è storia. La storia di una piccola serata itinerante nei club torinesi che man mano cresce, evolve, cambia pelle, fino a diventare C2C, uno dei più importanti festival musicali d'Europa e del mondo . Sergio, che di C2C era il direttore artistico, era un mio amico. Ma era molto di più per questa città: un genio, un visionario, un innovatore, un pioniere. E un innamorato di Torino, che spesso non l'ha compreso abbastanza e ancor meno lo ha ricambiato. Un'altra bella persona che perdiamo in questo 2025 cominciato malissimo: Ricciardone dopo Gaetano Renda e Luca Beatrice. Uomini che a Torino hanno dato tanto, e tanto ancora potevano dare.   Scusatemi, ma adesso proprio non me la sento di scrivere altro.

ADDIO, LUCA

Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...