Passa ai contenuti principali

LA BANCA MI COSTA, MA SONO INCLINE AL PERDONO: MERITO DEL MAESTRO DI CASTELSARDO

Meraviglia pura. Il retablo del Maestro di Castelsardo.
L'altro ieri alla Reggia di Venaria hanno inaugurato la terza mostra nel giro di tre settimane. Prima "Genio e maestria" dedicata agli ebanisti piemontesi, poi "Genesi" con le fotografie di Salgado, e infine "Restituzioni. La fragilità della bellezza", che a gusto mio è il top. Oltre duecento opere d'arte di tutti i tempi e tutti i paesi, dalle pitture egizie alle combustioni di Burri, dai vasi greci ai quadri di Tiziano e Van Dick, dai fondi oro del Trecento al paliotto d'altare del Piffetti (e volevo ben dire che non c'era almeno un Piffetti...). Opere restaurate a spese di Banca Intesa San Paolo e così restituite alla comunità. Le banche avranno anche tanto da farsi perdonare: ma visitando una mostra simile uno si sente più incline al perdono. 
Per quanto mi riguarda - e chiamatemi pure fesso - sono pronto a dimenticare commissioni, interessi e costi assortiti di fronte al sublime "retablo di San Pietro" dell'adorato Maestro di Castelsardo: lo incontrai anni fa in pessime e tristissime condizioni nella chiesetta di Tuili, in Sardegna, e l'ho rivisto splendido splendente l'altro giorno alla Venaria; e quasi mi commuovevo, come quando ritrovi in salute un caro amico scampato a una grave malattia. 

A Pasqua una sfida fra mostre

Bando ai sentimentalismi. Di fatto, la Reggia adesso dispone di una potenza di fuoco espositiva da paura, e guarda con fiducia al weekend pasquale. Le premesse per un buon risultato ci sono. Sabato scorso, 24 marzo, hanno staccato 2985 biglietti: 1146 per la visita alla sola Reggia, 63 per i giardini, 495 per le carrozze della Regia Scuderia, 490 per "Genio e maestria" e ben 791 per "Genesi" di Salgado. Direi che Salgado dà chiari segni di una vocazione blockbuster: domenica 25 a polverizzato i competitor, staccando 1277 biglietti su un totale di 3738. Seguono la Reggia con 1177, "Genio e maestria" con 601, la Scuderia con 511 e i giardini con 172. E' una nobile sfida, ma io tifo per il Maestro di Castelsardo: andate a vederlo, lui e Pietro da Cortona, Taddeo di Bartolo, Bernardo Bellotto, Jacopo e Giovanni Bellini e tutti gli altri maestri, celebri o anomini, i cui capolavori fanno di "Restituzioni" uno straordinario e imperdibile "temporary museum".
P.S. Lo stagionale profluvio d'inaugurazioni, unito a una certa mia svogliatezza, mi hanno impedito finora di parlarvi di altre buone mostre di recente aperte in città: penso soprattutto a "Carlo Magno va alla guerra" di Palazzo Madama, oppure alla programmazione delle Ogr, che hanno presentato stamattina ma io avevo i giardinieri a casa. Nessuno se l'abbia a male. Faccio quel che posso, quando ne ho voglia. E quando la voglia non c'è, non faccio. Altrimenti diventa un lavoro.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la