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FONDAZIONE MUSEI SULL'ALTALENA: BENE IL MAO, GAM CONVALESCENTE, CALAANCORA PALAZZO MADAMA

And the winner is... Il Mao, a sorpresa, torna sopra
quota centomila visitatori, ai livelli gloriosi del 2016
Proseguono i bilanci di fine anno per i musei torinesi. Dopo le frenate di Egizio, Venaria e Mauto, e il risultato positivo del Castello di Rivoli, trovo molto interessante analizzare la prestazione ondivaga dei musei civici.
Il dato generale è positivo, come vi avevo già anticipato. La Fondazione Torino Musei chiude il 2018 con 507.362 visitatori, in crescita dell'8,5% rispetto al 2017 (quando furono 467.353 sui tre musei Gam, Palazzo Madama e Mao).
Ma s'impone un approfondimento. Facciamo il confronto con i dati del 2017
Per leggere correttamente le cifre fornite dall'ufficio stampa della Fondazione bisogna innanzitutto ricordare che nel 2017, e fino al 1 aprile 2018, i musei erano quattro: c'era anche il Borgo Medievale, che la Fondazione ha "restituito" al Comune poiché non era più economicamente sostenibile, a causa del
 taglio dei finanziamenti da parte del Comune stesso.
Nel 2017 i visitatori dei quattro musei (Palazzo Madama, Gam, Borgo Medievale e Mao) furono 616.960. Erano stati 809 mila nel 2016 e 790 mila nel 2015. Il Borgo Medievale nel 2017 era stato l'unico ad aumentare le presenze, con 149.607 visitatori rispetto ai 143 mila del 2016 e ai 112 mila del 2015. Sottraendo i 149.607 visitatori del Borgo si arriva quindi alle 467.353 presenze nel 2017 "sui tre musei" superstiti, a cui fa riferimento il comunicato odierno. 
Quindi, considerando soltanto Palazzo Madama, Gam e Mao il miglioramento complessivo nel 2018 rispetto al 2017 è di 40.009 presenze in più: giustappunto +8,5%.
Ma attenzione: il 2017 fu un anno devastante per i musei della Fondazione, che letteralmente affondarono rispetto alle performance degli anni precedenti. 
Passiamo quindi alle singole prestazioni, museo per museo.

Palazzo Madama -17 mila

Nel 2018 Palazzo Madama è stato visitato da 211.177 persone. Nel 2017 erano state 228.404; e addirittura 310 mila nel 2016. Dunque, Palazzo Madama perde 17.227 visitatori rispetto al 2017, e quasi 99 mila sul 2016. 

La Gam cresce, ma solo rispetto all'orrido 2017

E veniamo alla Gam, che dà qualche timido segnale di ripresa: chiude il 2018 con 187.736 visitatori (tenendo conto della parziale chiusura per alcuni mesi delle collezioni dell’800). Peccato che la Gam arrivi da un'infilata di annate infami: 145.549 presenze nel 2017, contro le 247 mila del 2016 e le 372 mila del 2015.
A conti fatti, la Gam recupera sì 42.187 visitatori rispetto al 2017; ma continua a perdere clamorosamente nel confronto con il già deludente 2016 (oltre 59 mila presenze in meno), per non dire dei 185 mila visitatori perduti rispetto al mitico 2015 di Monet.
La strada della resurrezione è ancora lunga.

Il Mao torna sopra quota centomila

A sorpresa, quello che va meglio è il povero Mao, che - se le cifre non ci burlano - con i suoi 108.449 visitatori nel 2018 torna a sorpresa ai livelli del 2016 (109 mila presenze) e del 2015 (106 mila) dopo che nel 2017 era sceso ad appena 93.400 ingressi.
Al Mao il direttore è cambiato a inizio novembre, per cui il risultato è ancora attribuibile all'uscente Biscione.

Ed è attribuibile al Mao quello che la Fondazione stessa, con singolare entusiasmo, definisce il proprio "traguardo più importante dell’anno in ambito internazionale": l’esportazione della mostra del 2016 "Le figure dei sogni. Marionette, burattini, ombre nel teatro orientale" attualmente esposta a Sharjah negli Emirati Arabi Uniti. Epperò.

Pubblico locale per mostre locali

Azzardo un'interpretazione: il buon risultato della Gam e del Mao è senza'altro dovuto alle mostre che sono piaciute al pubblico locale. Magari non hanno avuto grande risonanza fuori Torino - diciamo pure che pochi se ne sono accorti - e magari non attraggono grandi numeri da fuori città: ma nomi come Guttuso o i Macchiaioli li conoscono tutti, piacciono, e dunque i torinesi non si sono persi l'occasione. 
La strategia "mostra locale per un pubblico locale", benché pudicamente non dichiarata, risulta vincente almeno sul fronte della biglietteria. In particolare la Gam, ma anche il Mao, rinunciando alle ambizioni di visibilità internazionale hanno messo in piedi alcune buone mostre senza pretese da blockbuster: mostre che, se non smuovono un turismo "dedicato", neppure risentono dell'eventuale calo o variazione dei flussi turistici. E ciò spiegherebbe il risultato di Gam (e Mao) in controtendenza rispetto ai siti (Egizio, Cinema, Venaria) che brillano di luce propria a livello internazionale e richiamano la stragrande maggioranza dei forestieri.
Ma anche Palazzo Madama s'è giocato, e per primo, la carta delle piccole mostre rivolte al pubblico locale. E allora cosa è andato storto? Vassapere. Forse qualche piccola mostra meno fortunata di altre. O la mancanza dei soldi per fare, una volta tanto, anche una grande mostra: perché non solo di piccole mostre vive un museo, se vuol essere grande. 
Però vorrei aggiungere un'altra ipotesi. Palazzo Madama ha sempre goduto di una rendita di posizione, rispetto ai più defilati Gam e Mao: nel senso che tu, forestiero a Torino, non puoi non vederlo, proprio al centro del centro della città. Non è necessario conoscerlo, volerlo visitare: te lo trovi sotto il naso, ed entrarci è quasi automatico. Palazzo Madama ha sempre potuto contare, più che Gam e Mao, sulla "selvaggina turistica di passo". Di conseguenza, se i turisti diminuiscono, o cambiano le loro aspettative, è possibile che l'afflusso ne risenta. Certo, è una teoria non verificabile. Forse, più banalmente, a Palazzo Madama sono mancate le mostre "forti". Magari quella dedicata alle Madama Reali forse segnerà una svolta positiva. A Palazzo Madama incrociano le dita.

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