La Mole in rosso: nel 2018 il Museo del Cinema ha perso 55 mila visitatori Per la serie "Quando si dice azzeccare il colore giusto al momento giusto" |
Museo del Cinema indietro di tre anni
Alla Mole il 2018 è andato peggio di quanto avessi previsto. Immaginavo una stagnazione, e invece è recessione: 649.939 visitatori, "55 mila in meno dei 704.000 del 2017" (cito dal comunicato stampa del Museo del Cinema).
A dire il vero, l'anno scorso lo stesso Museo del Cinema aveva dichiarato per il 2017 ben 720 mila visitatori, non 704 mila: e in tal caso la perdita del 2018 sul 2017 non sarebbe di 55 mila presenze, bensì di 71 mila. Epperò.
Ad ogni modo: si siano sbagliati l'anno scorso, si sbaglino adesso, la sostanza resta quella, e non è cioccolata. Il Museo perde terreno persino rispetto al 2016 (690 mila), e torna ai livelli del 2015 (quando vennero dichiarate 650 mila presenze). E' uno scivolone senza precedenti. D'altra parte, non si può pretendere troppo da un Museo che è entrato nel terzo anno senza un direttore vero: uno sgoverno anch'esso senza precedenti e imputabile in massima parte all'arroganza di certa politicazza svergognata.
Mi consolo con la timidissima speranza che alla Mole il vento sia già cambiato, e che il presidente Toffetti abbia imboccato la strada giusta. E intanto, se il buon giorno si vede dal mattino, il risultato dei tre primi giorni di gennaio (oltre 9 mila biglietti contro i 5500 dei primi tre giorni del 2018) suona come una conferma della ripresa che in effetti s'è vista a novembre e dicembre. Incrociamo le dita.
E comunque apprezzo la schiettezza con cui dal Museo si prende atto della crisi, e si tenta di analizzarla: "La diminuzione del 7,7% - leggo infatti nel comunicato - è in parte giustificata dal fermo dell'ascensore panoramico per manutenzione nei mesi di settembre e ottobre, che ha comportato la perdita di almeno 25.000 visitatori. Resta comunque un saldo negativo di circa 30.000 presenze (-4%), distribuite tra gennaio e ottobre, mentre la tendenza si inverte nei mesi di novembre e dicembre, grazie anche all'esposizione della Vespa di Nanni Moretti in "Caro diario" e dell'Omaggio a Marilyn Monroe, attualmente in corso". Aggiungerei grazie soprattutto alla ripresa dei flussi turistici negli ultimi due mesi. Mi limito a ricordare che si collocano fra gennaio e ottobre le peggiori prestazioni anche per l'altro gigante dei musei cittadini, l'Egizio. E ciò collima con gli altalenanti risultati del turismo, con periodi molto difficili nei primi mesi dell'anno e fra settembre e ottobre.
A dire il vero, l'anno scorso lo stesso Museo del Cinema aveva dichiarato per il 2017 ben 720 mila visitatori, non 704 mila: e in tal caso la perdita del 2018 sul 2017 non sarebbe di 55 mila presenze, bensì di 71 mila. Epperò.
Ad ogni modo: si siano sbagliati l'anno scorso, si sbaglino adesso, la sostanza resta quella, e non è cioccolata. Il Museo perde terreno persino rispetto al 2016 (690 mila), e torna ai livelli del 2015 (quando vennero dichiarate 650 mila presenze). E' uno scivolone senza precedenti. D'altra parte, non si può pretendere troppo da un Museo che è entrato nel terzo anno senza un direttore vero: uno sgoverno anch'esso senza precedenti e imputabile in massima parte all'arroganza di certa politicazza svergognata.
Mi consolo con la timidissima speranza che alla Mole il vento sia già cambiato, e che il presidente Toffetti abbia imboccato la strada giusta. E intanto, se il buon giorno si vede dal mattino, il risultato dei tre primi giorni di gennaio (oltre 9 mila biglietti contro i 5500 dei primi tre giorni del 2018) suona come una conferma della ripresa che in effetti s'è vista a novembre e dicembre. Incrociamo le dita.
E comunque apprezzo la schiettezza con cui dal Museo si prende atto della crisi, e si tenta di analizzarla: "La diminuzione del 7,7% - leggo infatti nel comunicato - è in parte giustificata dal fermo dell'ascensore panoramico per manutenzione nei mesi di settembre e ottobre, che ha comportato la perdita di almeno 25.000 visitatori. Resta comunque un saldo negativo di circa 30.000 presenze (-4%), distribuite tra gennaio e ottobre, mentre la tendenza si inverte nei mesi di novembre e dicembre, grazie anche all'esposizione della Vespa di Nanni Moretti in "Caro diario" e dell'Omaggio a Marilyn Monroe, attualmente in corso". Aggiungerei grazie soprattutto alla ripresa dei flussi turistici negli ultimi due mesi. Mi limito a ricordare che si collocano fra gennaio e ottobre le peggiori prestazioni anche per l'altro gigante dei musei cittadini, l'Egizio. E ciò collima con gli altalenanti risultati del turismo, con periodi molto difficili nei primi mesi dell'anno e fra settembre e ottobre.
Aumentano gli incassi
Ha invece raggiunto il suo scopo il rincaro del biglietto d'ingresso, deciso sotto la presidenza di Laura Milani per chiudere il tanto strillato quanto modesto "buco" nel bilancio 2016 ammontante, udite udite, a 181 mila euro: nonostante il calo dei visitatori, gli incassi del Museo sono aumentati dai 4.611.737 del 2017 ai 4.762.285 nel 2018, con un aumento del 3,3%. Insomma, 150 mila euro in più: a dire il vero speravano di incassare il doppio, ma quando si decise l'aumento del biglietto non era prevedibile che s'invertisse il trend delle presenze, da anni in crescita.
Le due sale dedicate al cinema di prima visione (Massimo Uno e Due) nel 2018 hanno venduto complessivamente 70.289 biglietti (per un incasso di 368.658 euro) con un aumento di circa l'1%, a fronte di un mercato cittadino in calo tra il 3 e il 4%.
Il Massimo Tre ha invece venduto meno biglietti: 24.993 nel 2018 contro i 31.411 del 2017: ma, spiegano dal Museo, nel 2018 "sono stati dedicati oltre 100 spazi di programmazione in più, rispetto al 2017, ai festival esterni come Sottodiciotto, Seeyousound, Piemonte Movie, ToHorror, Viewfest, Fish&Chips e altri".
I dati del 2018 comprendono i visitatori delle mostre prodotte dai Musei Reali (Piranesi, Carlo Alberto archeologo in Sardegna, Frank Horvat, Anche le statue muoiono, Il silenzio sulla tela e Armando Testa), mentre non vi rientrano le "mostre realizzate in collaborazione con soggetti esterni, che hanno un conteggio di biglietti separato da quello dei musei": si tratta essenzialmente di "Miró! Sogno e colore" a cavallo fra il 2017 e il 2018 (con 31.674 ingressi tra il 1° gennaio e il 4 febbraio) e "Van Dyck. Pittore di corte", con 22.708 ingressi al 30 dicembre (si è aperta il 16 novembre e prosegue fino al 17 marzo).
In totale, ci informano dai Musei Reali, "i visitatori coinvolti nelle attività progettate e promosse dai Musei Reali nel 2018 arrivano a 515.632".
La crescita però non è una novità, è cominciata con la concessione dell'autonomia speciale ai musei statali: al 31 dicembre 2015 i visitatori erano 307.350, in tre anni l’incremento è stato del 50,07%.
Per il 2019 sono in cantiere la mostra "Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro", dal 15 aprile; a maggio la mostra dedicata a Riccardo Gualino di cui nel 2019 ricorreranno i 140 anni dalla nascita; e l'avvio dell’ultima parte dei lavori nella Cappella di Guarini, con il restauro “a vista” dell’altare di Antonio Bertola, mentre proseguiranno anche i lavori di completamento dei Giardini Reali.
La direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella si premura di ricordarci l'importanza del "sostegno costante della Compagnia di San Paolo, della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi".
Più spettatori al Massimo
Va bene il Cinema Massimo: 150.000 spettatori nel 2018, in leggera crescita sul 2017. Ai 95.282 biglietti venduti direttamente (per un incasso di 474.490 euro) si aggiungono infatti circa 65.000 spettatori dei festival del Museo (Tff, Lovers e CinemAmbiente) e delle altre manifestazioni.Le due sale dedicate al cinema di prima visione (Massimo Uno e Due) nel 2018 hanno venduto complessivamente 70.289 biglietti (per un incasso di 368.658 euro) con un aumento di circa l'1%, a fronte di un mercato cittadino in calo tra il 3 e il 4%.
Il Massimo Tre ha invece venduto meno biglietti: 24.993 nel 2018 contro i 31.411 del 2017: ma, spiegano dal Museo, nel 2018 "sono stati dedicati oltre 100 spazi di programmazione in più, rispetto al 2017, ai festival esterni come Sottodiciotto, Seeyousound, Piemonte Movie, ToHorror, Viewfest, Fish&Chips e altri".
I nomi cambiano
E, proposito del Massimo, è pronto il cambio del nome: da febbraio 2019 si chiamerà "Museo del Cinema - Cinema Massimo", mentre le sale Uno e Due si chiameranno rispettivamente “Sala Cabiria”, in omaggio al capolavoro di Giovanni Pastrone; e “Sala Rondolino”, in ricordo del critico cinematografico, docente e fondatore del Torino Film Festival. L'intestazione del Massimo Tre sarà invece decisa sulla base delle indicazioni del pubblico che potrà inviare suggerimenti alla mail programmazione@museocinema.it. Tra coloro che indicheranno il nome prescelto verranno estratti a sorte cinque abbonamenti annuali e uno permanente al Massimo. Pardon, al "Museo del Cinema - Cinema Massimo”.Un altro anno di successo per i Musei Reali
E veniamo ai Musei Rali, che chiudono un 2018 glorioso con 461.250 visitatori, più 27,82% rispetto ai 360.777 del 2017, quando ci fu una crescita del 15% rispetto al 2016.I dati del 2018 comprendono i visitatori delle mostre prodotte dai Musei Reali (Piranesi, Carlo Alberto archeologo in Sardegna, Frank Horvat, Anche le statue muoiono, Il silenzio sulla tela e Armando Testa), mentre non vi rientrano le "mostre realizzate in collaborazione con soggetti esterni, che hanno un conteggio di biglietti separato da quello dei musei": si tratta essenzialmente di "Miró! Sogno e colore" a cavallo fra il 2017 e il 2018 (con 31.674 ingressi tra il 1° gennaio e il 4 febbraio) e "Van Dyck. Pittore di corte", con 22.708 ingressi al 30 dicembre (si è aperta il 16 novembre e prosegue fino al 17 marzo).
In totale, ci informano dai Musei Reali, "i visitatori coinvolti nelle attività progettate e promosse dai Musei Reali nel 2018 arrivano a 515.632".
La crescita però non è una novità, è cominciata con la concessione dell'autonomia speciale ai musei statali: al 31 dicembre 2015 i visitatori erano 307.350, in tre anni l’incremento è stato del 50,07%.
L'anno che verrà
L’appuntamento più importante ai Musei Reali del 2018 è stata la riapertura della Cappella della Sindone, lo scorso 27 settembre. Ma i restauri sono proseguiti nel Palazzo Reale con la restituzione del Gabinetto del segreto maneggio degli affari di Stato di Pietro Piffetti, e proseguiranno nel 2019 con il recupero dell’ala nord degli appartamenti di rappresentanza.Per il 2019 sono in cantiere la mostra "Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro", dal 15 aprile; a maggio la mostra dedicata a Riccardo Gualino di cui nel 2019 ricorreranno i 140 anni dalla nascita; e l'avvio dell’ultima parte dei lavori nella Cappella di Guarini, con il restauro “a vista” dell’altare di Antonio Bertola, mentre proseguiranno anche i lavori di completamento dei Giardini Reali.
La direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella si premura di ricordarci l'importanza del "sostegno costante della Compagnia di San Paolo, della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi".
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