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LA GIORNATA DEI FANFARONI (QUINTA LETTERA DALLA SCOGLIERA)


Oggi è il 3 agosto. Mentre sulla scogliera passano lenti i gabbiani nella quiete del meriggio assolato, molto più a Nord, nella verde Val di Susa, il Forte di Exilles si prepara ad accogliere stasera lo spettacolo di Marco Paolini, primo appuntamento di una brevissima stagione estiva, che poteva essere ben più lunga - poni, iniziare a giugno come cristo comanda in materia di stagioni estive - se la farraginosa macchina politico-burocratica di Regione e Soprintendenza non impiegasse  regolarmente mesi e mesi per portare a termine la pur minimale impresa di riaprire al pubblico lo sventurato edificio. 

Se non altro, quest'anno con Exilles ci sono riusciti, dopo un paio di tentativi andati a buca. Ma la Regione Piemonte sa e può fare di meglio. Molto meglio. Ad esempio, tagliare trionfalmente il traguardo del nono anno di chiusura del Museo Regionale di Scienze Naturali. Giusto all'alba del 3 agosto del 2013, infatti, un'esplosione causava un buco in un pavimento del Museo di via Giolitti. Da lì, la chiusura del Museo, l'idea di procedere a una profonda ristrutturazione, e il susseguirsi degli annunci: riapre in primavera, no riapre in autunno, cioé riapre la primavera prossima, volevo dire l'autunno prossimo... Tre giunte regionali, due di centrodestra e una di centrosinistra, ci hanno menato il torrone con l'assessore di turno che prometteva l'imminente riapertura, e quando la manfrina è diventata ridicola il tapino di turno ha ripiegato sulla lamentazione per le "lentezze della burocrazia". Eh signora mia, sa, la burocrazia… Macchecazzo, non siete capaci di farli lavorare, 'sti uffici? No? E allora cosa minchia ci state a fare, buoni solo a pavoneggiarvi delle opere del regime che sono poi quelle che vi interessano, e quelle, chissà com'è, trovano sempre la corsia preferenziali. Questi buffalmacchi scialano sedute su sedute del Consiglio regionale - sedute a nostro carico, pagate con soldi nostri - per inventarsi una "Giornata regionale del valore alpino" di cui s'avvertiva la bruciante necessità (e potevano onorarlo, il valore alpino, riaprendo per tempo il Forte di Exilles che una volta, se ben ricordate, ospitava proprio una mostra dedicata alle truppe alpine...) e intanto nessuno, in quel cazzo di combriccola, riesce a escogitare un sistema per piantarla di coprirsi di ridicolo per la farsa di 'sto povero Museo che non riescono a riaprire.

A gennaio del 2021 Cirio e la Poggio (ma anche l’assessorato al Patrimonio ha le sue belle e non poche responsabilità…) avevano solennemente garantito la riapertura entro il 2021 medesimo, e a giugno dello stesso anno la Poggio aveva ribadito la ferma volontà di riaprire in autunno, poi in autunno s'era come al solito parlato di riapertura a primavera (tipo Cocciante, "io riaprirò, certo a primavera..."), consueta pantomima replicata da Cirio anche nel gennaio 2022.

Ditemi voi: come posso fidarmi di gente che promette di salvarci dalla guerra, dalla crisi climatica, dalle epidemie, dall'inflazione, dalla miseria, dalla siccità, dalle cavallette, dall'invasione dei marziani, e intanto non riesce in nove anni, diconsi nove, a riaprire uno straccio di museo?

Intanto io, come ogni 3 agosto, sono qui a celebrare una data ormai storica, simbolo di quanto di peggio può e sa dare la pubblica amministrazione. E visto che lorsignori sono così bravi a inventarsi "giornate" di questo e di quello, abbiano almeno il coraggio civile di proclamare il 3 agosto "Giornata regionale dei fanfaroni". 


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