Passa ai contenuti principali

ROBERT DOISNEAU, L'ARTISTA OLTRE L'ICONA

Robert Doisneau, Un regard oblique, Paris 1948 © Robert Doisneau

È  matematico: tu dici "Robert Doisneau" e ti rispondono "ah, sì, quello del bacio!". È la dura legge dell'icona che si fa luogo comune: Robert Doisneau, maestro della fotografia del Novecento, per i più è, banalmente, "quello del bacio", così come Leonardo è "quello della Gioconda" o, per restare alla fotografia, Steve Mc Curry "quello della ragazza afgana".

L'immagine che assurge a icona-feticcio perde fatalmente il proprio valore intrinseco e diviene, per l'appunto, luogo comune, mid-culture, insomma kitsch. Replicata all'infinito, decontestualizzata, ridotta a pura decorazione per cartoline, magneti da frigo, borse, foulard, portapenne e t-shirt, non è più testimonianza, né documento, né opera d'arte. "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus", in senso puramente echiano: dell'immagine originaria, dei suoi significati e delle circostanze che l'hanno prodotta, altro non rimane che un vano nome nell'universale. Null'universale dei media e della convenzione, s'intende.

Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 © Robert Doisneau
Il caso di Robert Doisneau è emblematico: il fotografo francese, scomparso nel 1994, in vita sua ha realizzato centinaia di migliaia di scatti, un oceano di immagini importanti, e molte di esse più significative preziose stupefacenti di quel finto posatissimo manieristico "Baiser de l'Hôtel de Ville".
Eisenstaedt, Bacio in Times Square, 1945
 Uno scatto, oltretutto, manco troppo originale, se pensate che l'altro bacio iconico della storia della fotografia, quello fra il marinaio e l'infermiera in Times Square, fu immortalato da Alfred Eisenstaedt nel giorno dei festeggiamenti per la Vittoria, il 14 agosto del 1945, cinque anni prima della "mise en scène" di Doisneau. E nessuno mi toglierà dalla testa che il bacio di Doisneau è semplicemente una citazione di quello di Eisenstaedt.

Ma l'icona ha pur sempre una forza propria, una forza benefica: quanti, in virtù del "Baiser de l'Hôtel de Ville", hanno scoperto, e quanti scopriranno anche in futuro, Robert Doisneau, la sua arte straordinaria, il suo sguardo acuto e poetico, la sua potenza di narratore per immagini? Questo mi auguro, per la grande mostra itinerante di Robert Doisneau che sta girando l'Italia e Camera ospita fino al 14 febbraio - data per nulla casuale, direi. Mi auguro che sia per tanti una rivelazione. La rivelazione dell'artista oltre l'icona da baci perugina. Andate a visitarla: c'è un mondo, dietro a quel bacio usurato dalla consuetudine. Ci sono storie, volti, momenti di vita. E un immenso artista che li sa raccontare.

P.S. E accattatevi il catalogo, se potete: costa 28 euro ma vale molto molto di più.

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da