A prima vista, è una bellissima notizia: quasi tremila giovani torinesi maggiorenni hanno aderito nel giro di poche ore all'appello del Comune che cerca seicento volontari da utilizzare, in occasione dell'Eurovision Song Contest, "per mansioni di supporto all'organizzazione delle attività gestite dalla Città", che comprendono "gestione flussi e servizi al pubblico interni alle sedi e nelle aree esterne, informazioni sulle sedi e turistiche, accoglienza delegazioni, presidi sala stampa e delegation area, accrediti, trasporti, attaché referenti per delegazioni, collaborazione in segreteria volontari, supporto organizzativo pre manifestazione".
Fantastico, vien da dire. Altro che giovani apatici e fannulloni: questa è una gioventù entusiasta, piena di voglia di fare, generosa, pronta a impegnarsi per la propria città.
Però riflettiamo un momento. Qui parliamo di tremila giovani maggiorenni pronti a dare la propria disponibilità per più di un mese, ovvero per almeno tre dei quattro periodi di lavoro previsti (dall'1 al 25 aprile, dal 26 aprile al 7 maggio, dall'8 al 14 maggio, e dal 15 al 20 maggio), e almeno per 6-7 ore al giorno (ma anche di più, volendo), senza alcun compenso, se non tre "benefit" (così li definisce, "benefit", il bando d'arruolamento) ovvero, udite udite, "un'uniforme di riconoscimento da indossare durante i turni di servizio, il biglietto di trasporto pubblico, e un buono pasto": troppo generoso, signor padrone, addirittura un buono pasto! Va da sè che "non è prevista l'accomodation dei volontari non residenti in Torino".
In teoria, sarebbe auspicabile che compiuti i diciott'anni un giovane o studi, o lavori. Se tremila giovani torinesi possono dedicarsi a tempo pieno o quasi, per oltre un mese, a un'attività non retribuita e senza nessuna prospettiva di retribuzione futura, significa che non studiano (stento a immaginare uno studente che fra aprile e maggio, periodo d'esami, possa buttar via un mese e passa per correr dietro a due discografici e quattro cantanti) né hanno un lavoro stabile. Purtroppo non è una gran scoperta; è però la plastica rappresentazione di un dramma sociale: tremila giovani energie a cui non riusciamo a dare una risposta dignitosa, una prospettiva concreta. Per loro, per quei tremila giovani con tanta voglia di fare e di rendersi utili alla società oltre che a se stessi, ci sono soltanto un'uniforme, un biglietto del tram e un buono pasto.
E di quale volontariato parliamo? Chi è un volontario? E' un'anima generosa che si spende gratis per una buona causa, una persona splendida, un eroe del nostro tempo. Che si dedichi all'assistenza degli ultimi, o semplicemente dia una mano per una delle manifestazioni culturali di cui andiamo fieri (dal Salone del Libro ai festival cinematografici e letterari), il volontario - giovane o meno giovane - è il volto migliore della nostra società.
Ma vorremo davvero definire "una buona causa" l'Eurovision Song Contest, un volgarissimo telebaraccone su cui la Rai fa business? Qui non si tratta di aiutare il prossimo, o di sostenere la cultura: qui si parla di lavorare gratis per una megaproduzione tv, né più né meno del Festival di Sanremo o di Domenica In. Una megaproduzione che già il Comune foraggia con almeno 5, se non 7, milioni di euro, e che adesso foraggerà con il volontariato di 600 giovani torinesi che meriterebbero invece 600 occasioni di lavoro retribuito.
Le miserie della politica politicante
Ma l'aspetto più sordido della trista faccenda arriva come al solito dalla politica politicante. Si parte con il farisaico scandalo dei cinquestelle: adesso, dall'opposizione, Sganga & Russi gridano allo sfruttamento, mentre, regnante Appendino, tacevano complici sull'utilizzo improprio dei volontari da parte Turismo Torino, e si guardavano bene dal banfare sul ricorso ai volontari per le Apt di tennis, un altro ingombrante baraccone da salvaguardare in quanto lascito "prezioso" della gestione-Chiarabella.
La maggioranza affida la vigorosa replica a un altro bel cavallo di razza, la mitica Nadia Conticelli, ora capogruppo Pd in Consiglio comunale. Ella afferma sdegnata che "il volontariato civico, soprattutto rivolto ai giovani, dopo due anni di assenza o quasi di relazioni sociali, crea quel clima di comunità, di identità e di partecipazione e cittadinanza attiva che è in realtà il motore propulsore per ottenere risultati concreti e duraturi". No, Nadiona cara: ciò che crea "quel clima di comunità, di identità e di partecipazione e cittadinanza attiva" è offrire ai giovani occasioni di lavoro dignitose; o, en manque de mieux, destinare la loro generosa disponibilità a qualcosa di veramente utile, serio, importante, che incida sul benessere sociale della comunità cittadina; e non usarli come massa di manovra per un'operazione biecamente commerciale, diseducativa, avvilente come uno show televisivo che macina milioni per le casse dei network e spaccia pessima musica per le masse più svantaggiate d'Europa.
Ma almeno ci risparmiano gli accampamenti
Per non essere del tutto negativo (perché quel che è giusto è giusto, anche nei casini) voglio qui esprimere il più vivo apprezzamento per la decisione dell'amministrazione di sbattere il "Villaggio dell'Eurosong" in piazza d'Armi, davanti al PalaAlpitour. E' un balzo di civiltà enorme rispetto agli orrori che per anni hanno sfregiato le piazze auliche, e spero vivamente che l'ultima vergogna della piscina di piazza San Carlo per le Atp resti un brutto ricordo che mai più rivivremo.
La domanda sorge spontanea Ma chi ha preparato il dossier di candidatura perchè non si è preoccupato di definire l'utilizzo dei volontari destinando fondi ad hoc o prevedendo l'utilizzo dei percettori del RdC tanto caro ai grillini.....
RispondiEliminaCitofonare Chiara APPENDINO & Valentina SGANGA
In ogni caso chi si è candidato (e sono già qualche migliaia) è perfettamente cosciente di cosa avrebbe "guadagnato"
Come al solito non avendo proposte concrete da fare fate la classica polemica sterile e populista.
MScrimali
Un Paese che si fonda sul volontariato anziché sul lavoro retribuito non è degno di tale definizione 😢 firmato una fiera volontaria ospedaliera
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