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IL LABIRINTO BIZANTINO


La mostra "Bizantini"  (ricordate? Ve l'avevo preannunciata mesi fa...) è finalmente arrivata a Palazzo Madama. Ed è tutta da scoprire. Nel senso che me la sono dovuta cercare. Cioè, sta in Sala Senato, come al solito le "grandi mostre" di Palazzo Madama: e già lì, è tutto un dedalo di quinte in cartongesso, che ci vuol niente a perderti qualcosa. Io, ad esempio, soltanto al terzo giro del labirinto ho scoperto un pezzo di mostra astutamente mascherato dietro un tendaggio riproducente un mosaico bizantino. Anche trovare lo spazio dedicato all'oreficeria non è così intuitivo. Ma il safari vero comincia quando in apparenza la mostra è finita, dopo la medaglia del Pisanello che effigia un imperatore bizantino. Lì c'è un'altra saletta che in apparenza non c'entra nulla con la mostra: e invece, sulla destra, ci sono tre-quattro teche con testimonianze dei rapporti medievali fra Bisanzio e i potentati piemontesi degli Aleramo e dei Savoia.

Ecco: mi aspettavo di più, come contributo originale di Palazzo Madama ad una mostra che arriva (seppure in versione concentrata) dal Mann di Napoli. Quella dei Paleologi del Monferrato, delle principesse sabaude spose d'imperatori bizantini, dei principi d'Acaia, dei regni di Cipro, Gerusalemme e Armenia tuttora nominalmente in capo ai Savoia, è una storia complessa e affascinante: meriterebbe una mostra a sé proprio a Palazzo Madama, che degli Acaia fu per secoli residenza. Altro che quattro teche buttate lì alla boia d'un giuda. Con spirito di servizio mi sono permesso di integrare le scarne informazioni fornite al visitatore scrivendo per il Corriere di oggi un articoletto (https://torino.corriere.it/notizie/cultura/23_maggio_10/quel-legame-poco-noto-tra-il-piemonte-e-costantinopoli-d8653ff9-b89c-477f-af32-004ae2bb0xlk.shtml) che approfondisce un po' la vicenda: ma insomma, io butto lì l'idea di una mostra ad hoc, pensateci per il futuro.

Torniamo alla visita. A questo punto dovete varcare una porticina e percorrere un corridoietto che sbocca in altre due stanzini. Io le ho scoperte seguendo due signore che avevano l'aria di sapere dove andavano, pur con il rischio di ritrovarmi alla toilette delle donne e passare per maniaco. Invece sono arrivato, come dicevo, a questi due stanzini dov'è esposta la splendida collezione di monete auree bizantine di Palazzo Madama: un vero tesoro nascosto. In tutti i sensi.

Ad ogni modo: "Bizantini", proprio per la sua ricchezza di materiali, ancora una volta ci evidenzia l'ostacolo logistico fondamentale per organizzare grandi mostre a Palazzo Madama. Per una grande mostra ci vuole un grande spazio, e a Palazzo Madama oggi come oggi il grande spazio non c'è. Fate contro che la full edition di "Bizantini", al Mann di Napoli, disponeva di uno spazio espositivo tre volte più grande della Sala del Senato, che non arriva a 500 metri quadrati. E a ben pensarci, c'è un museo a Torino di disponga di spazi davvero adeguati alle grandi mostre? 

Il problema è noto, lo aveva sottolineato anche Giovanni Villa subito dopo essersi insediato alla direzione di Palazzo Madama. La soluzione sarà la nuova Cavallerizza? Boh. E comunque, campa cavallo.

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