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QUELLO CHE NON SCRIVO


Dopo dieci anni di blog anch'io, come Forrest Gump, sono un po' stanchino. Ecco perché scrivo sempre meno. Non mi diverte più parlare delle solite manifestazioni, delle solite mostre, e in certa misura pure delle solite minchiate. Scrivere dev'essere divertimento, non lavoro. Altrimenti preferisco andare il mare. Per capirci: adesso arriva la temibile "settimana dell'arte contemporanea", con Artissima e tutto il resto, la montante marea di manifestazioni, fiere, mostre più o meno collaterali, dalle Luci d'Artista a Paratissima, Flashback, The Others, Apart e chi più ne ha più ne inventi, ci mancava soltanto l'anteprima dell'inutile Exposed, e adesso ci abbiamo pure quella. Non invidio i bravi cronisti che dovranno riferire sull'intero cucuzzaro. Io metto le mani avanti, e preciso che - salvo illuminazioni casuali - non mi sbatterò per scrivere le solite cose. Sto bene così. 

Al limite, quando ho davvero qualcosa da dire, lo scrivo sul Corriere. Lì ho la stessa libertà che mi dà il blog, e mi pagano pure. Il che fa una bella differenza: credetemi, se poi mi tocca di leggere certi commenti stronzi, beh, preferisco non farlo gratis.

Ad ogni modo, oggi sul Corriere è uscita un'intervista a Mathieu Jouvin, il sovrintendente del Regio: parliamo di "Juive" e "Bohème", della difficoltà di stare in equilibrio fra sperimentazione e incasso, dei gusti del pubblico e dei doveri di un teatro lirico. Se pensate che vi possa interessare, leggetela sul giornale oppure a questo link.

Invece ieri c'è stata anche la presentazione delle iniziative per il bicentenario del Museo Egizio. Considerando la cosa importante, faccio che riportare il comunicato stampa: non differisce granché da quanto sta scritto oggi su tutti i giornali.

Il 26 ottobre 2023 il Museo Egizio ha ufficialmente dato il via alle celebrazioni che lo vedranno, nel 2024, festeggiare i 200 anni dalla fondazione del Museo.
Tanti sono i progetti e i cambiamenti in cantiere, con l'obiettivo di fare del Museo Egizio un luogo sempre più accessibile, trasparente e permeabile.
Da tempo (con il ciclo di conferenze What is a museum?) l'Egizio riflette sul senso dell'istituzione museale e sul suo ruolo nella società contemporanea, attraverso il confronto con direttrici e direttori dei più grandi musei europei.
Ora questa riflessione si esprimerà attraverso nuovi allestimenti e importanti interventi architettonici, questi ultimi firmati da David Gianotten e Andreas Karavanas, dello studio OMA di Rotterdam il cui progetto entra ora nella sua fase esecutiva.
Dopo la vittoria, lo scorso gennaio, da parte di Oma del concorso internazionale di idee, bandito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nel 2022, si è aperta una fase di gestazione del progetto definitivo, frutto di mesi di confronto tra gli architetti e i vertici e i curatori del Museo, l’Accademia delle Scienze, proprietaria del palazzo barocco del Collegio dei Nobili, sede del Museo, e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.
Dopo una serie di passaggi formali, il Museo può adesso mettere a bando i lavori. Si darà così concretezza a un progetto ambizioso di rifunzionalizzazione della corte e di restituzione alla città di un nuovo spazio pubblico, di allestimento di un giardino egizio nella corte coperta, di una nuova sala immersiva all’interno del Museo, del restauro e del riallestimento del Tempio di Ellesija e della Galleria dei Re, progetti per cui si prevedono 23 milioni di investimenti.
Il progetto grafico per il bicentenario è stato realizzato da Studio FM Milano. Grande rilievo è dato al nostro pittogramma, che diventa un elemento generativo di percorsi, che ha messo insieme antico e contemporaneo anche nelle parole che accompagnano la campagna: "200 anni di Museo Egizio. La memoria è il nostro futuro".


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