Ripubblico qui l'articolo uscito ieri sul Corriere e non reperibile on line:
Il Comune metterà a bando, tra le iniziative culturali dell'estate, anche un Todays Festival riveduto e corretto, “con una programmazione di rock alternativo e non solo, un'edizione più lunga, ricca, accessibile e volta a mettere insieme nomi noti con nuovi giovani talenti”, dixit l'assessore Purchia (foto) presentando la relativa delibera: il che significa più date (almeno sette-dieci) spalmate su tutto agosto, e biglietti a prezzo contenuto, se non gratis.
La decisione arriva dopo mesi di incertezze, condizionate anche da qualche preoccupazione assessorile per le reazioni – che non potevano mancare – degli estimatori del “vecchio” Todays. Le critiche sono comunque arrivate, e intanto si è ritardato un esito di fatto scontato: l'amministrazione civica non poteva abdicare al diritto di intervenire su una sua proprietà, indicando le nuove linee da seguire. Todays appartiene al Comune, a differenza di altre manifestazioni che dall'ente pubblico ricevono un sostegno economico ma appartengono agli ideatori - privati e associazioni - che le organizzano con una componente di rischio d'impresa: una concorrenza sleale da parte del "Comune impresario" che ora, con il ricorso al bando, verrebbe a cessare.
Todays fu “inventato” da Fassino e dal suo assessore Braccialarghe per sostituirlo a Traffic appunto perché, dichiarò all'epoca Braccialarghe, “Traffic non è un nostro marchio”. Solo adesso, però, a scanso d'equivoci è stata istruita la pratica per registrare il marchio “Todays”.
Alla nascita, nel 2015, il festival venne presentato come “progetto della Città di Torino realizzato da Fondazione Cultura con l'ideazione e la direzione artistica di Gianluca Gozzi”. La prevalente scelta dello Spazio 211 in via Cigna come main stage – dettata anche dalla volontà politica di “presidiare” un quartiere in forte sofferenza – ha contribuito a connotare Todays, nell'immaginario popolare, come “il festival dello Spazio 211 e di Gozzi”, in effetti molto simile allo “Spaziale” che in passato lo stesso Gozzi organizzava in quel music club.
Gozzi – il cui incarico era regolato da un contratto di durata annuale che non è stato confermato - in otto edizioni ha costruito un evento significativo, con una sua spiccata personalità e un pubblico molto identitario seppure non strabocchevole (diecimila presenze nell'arco di tre giorni per l'edizione 2023). Il Comune tramite la Fondazione Cultura s'è sempre fatto carico dei costi, ma ora a Palazzo Civico considerano eccessiva la spesa (700 mila euro) per soli tre giorni di spettacolo. Per cui, giusto o sbagliato che sia, si è deciso il restyling. L'associazione che gestisce lo Spazio 211 ha però obiettato che le modifiche andrebbero “a snaturare e stravolgere la nostra identità, offuscando, senza ragione alcuna, il festival”. Da qui la rottura, che comporta anche problemi di location. Il Comune avrebbe voluto che il “nuovo Todays” si svolgesse comunque allo Spazio 211, proprietà comunale assegnata all'associazione che lo gestisce in virtù di una concessione. Ma da Spazio 211 hanno risposto che “non ci sono le condizioni tecniche né l'interesse per organizzare e/o ospitare una nuova rassegna sostitutiva a Todays”, e che in base alla concessione “la Città dispone di 12 giornate all'anno per le proprie attività, insufficienti per una rassegna prolungata affidata tramite bando a un eventuale soggetto terzo”. In altre parole: o Todays lo facciamo noi e come piace a noi, oppure fatevelo da un'altra parte. E anche questa posizione, in punta di diritto, non fa una piega.
Quindi (ammesso e non concesso che il bando non vada deserto, nel qual caso si passerebbe alla trattativa privata, magari proprio con Spazio 211), il “nuovo Todays” resterà a Torino Nord, ma non necessariamente nel music club di via Cigna 211: l'idea è di aumentarne le location “spargendolo” nelle Circoscrizione 5 e 6. Sempre che quelli dello Spazio non ci ripensino, partecipino al bando e lo vincano. Tutto può darsi, in questa strana città.
La cultura burocratica. E così la responsabilità si annacqua in cavilli, sistemi, bandi che frenano competenze, bravure, capacità, creatività. Tiziana Bonomo
RispondiEliminaPer diecimila presenze (in realtà suppongo siano meno) mi pare un costo abnorme per una, tutto sommato, piccola iniziativa. Queste piccole rendite di posizione sono deleterie ed hanno stufato.
RispondiEliminaPer diecimila presenze (in realtà suppongo siano meno) mi pare un costo abnorme per una, tutto sommato, piccola iniziativa. Queste piccole rendite di posizione sono deleterie ed hanno stufato.
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