Le meraviglie di Torino |
Ilda Curti. Grazie per la fatwa. Se volete prima o poi vi spiego come funzionano le procedure autorizzative. Se interessa, ovviamente. Così si danno anche informazioni oltre che esprimere giuste e vibrate proteste. Tra l'altro, ho una mail istituzionale: segreteria.assessorecurti@comune.torino.it, la pagina FB è una pagina personale e trovo un po' violento linkarla. Sempre se posso permettermi, è chiaro...
Eugenio Beconcini. Sapere come funzionano le procedure autorizzative mi riempie di orgasmica curiosità. Tuttavia preferirei dall'Assessore Ilda Curti e dal Sindaco sapere se pensano che l'utilizzo delle piazze auliche di Torino per mercatucci di chincaglierie o per simpatiche grigliate a pagamento sia opportuno oppure no.
Ilda Curti. No. Non è opportuno e nemmeno permesso. Infatti i caso recenti di cui si parla non erano autorizzati, sono stati dapprima multati e infine è stata revocata l'autorizzazione (ciò che è stato installato e le merci vendute erano difformi dal progetto presentato e autorizzato)
Gabriele Ferraris. Cara Ilda Curti, ovviamente non volevo essere violento (non più di quanto sia violento impormi dei bazar nelle piazze della mia città) quindi ho rimosso il link. Ma mi sembra che non sia chiaro il problema: non si tratta dei casi recenti "difformi dal progetto presentato e autorizzato", bensì di non autorizzare proprio nessun progetto che preveda l'occupazione delle piazze auliche con miserabili baraccamenti, tensostrutture, tendoni da circo, gonfiabili, stand pubblicitari, cioccolaterie mobili eccetera eccetera eccetera. Non è questione di tipologie commerciali. E' questione che mi piacerebbe vedere le piazze libere. Ma insomma, Ilda, tu sei una donna colta e di gusto: ti piacerebbe se venissi ad ammucchiarti nel tuo salotto le cianfrusaglie che tengo in cantina?
Ilda Curti. Dipende cosa ammucchi in cantina :) c'e chi ha scoperto dei Van gogh dimenticati. La questione, come sai, non è di cosa piace a me personalmente di persona (da tempo le signorie non esistono più, ed io che vengo da dove nacquero me ne dispiaccio anche un po'). La questione riguarda un po' le regole (e quelle ci sono, e già sono molto severe) ed un po' la richiesta di deroga alle regole, che avviene spesso, che si può fare a certe condizioni (interesse pubblico, interesse turistico etc) che sempre più spesso vengono evocate. Io non firmo le autorizzazioni semplicemente perché sono atti amministrativi. Ma non mi sottraggo alla responsabilità di ricercare l'equilibrio tra l'uso sociale delle piazze e la tutela della loro bellezza. Spesso e volentieri questo equilibrio salta, e ciò che si vede è orrendo. Concordo, orrendo e spesso diverso dalle premesse concordate e autorizzate.
Gabriele Ferraris. Bene, vedo che la pensiamo nella stessa maniera. Ma non credo che se ti chiedono di installare un campo di calcetto in piazza Vittorio, o due baracchette in piazza San Carlo, o l'ennesimo mercatuccio in piazza Carlo Alberto, sia difficile prevedere che cosa ne verrà fuori. Mi spieghi qual è l'interesse pubblico, turistico ecc. di una bancarella che vende ciondoli da hippy fuori tempo massimo all'angolo di via Battisti con piazza Carignano? O del motofurgone che spaccia strofinacci da cucina con la faccia della Sindone davanti al Duomo? La concessione delle piazze dovrebbe essere l'eccezione, non la regola. Eccezione dettata da reali e serie motivazioni culturali, sociali o turistiche. La valenza, in tal senso, delle manifestazioni solitamente ammirate nelle piazze torinesi credo sfugga alle menti semplici come la mia. Non sono talebano: se il Papa vuole piazza Vittorio per la sua messa, possiamo benissimo dargliela, magari io non me ne entusiasmo ma capisco che per molti possa avere un perché. Ma se qualcuno vuole giocare a calcetto, può farlo su mille campi che non siano piazza Vittorio. Quanto ai Van Gogh, chi vuole può andare a cercarseli al Balon, sede deputata per questo tipo di commercio. O no?
Ilda Curti. Sì. Funziona o dovrebbe funzionare così. Molto spesso non succede perché le sfumature tra l'interesse turistico/ promozionale sono estremamente labili e interpretabili.
Elena Loewenthal Foa. Buongiorno a chi c'è. sto seguendo il post da Tel Aviv e mi diverto un sacco. Qui l'osmosi fra degrado e lustro è praticamente ovunque - solo senza gli strofinacci iconici (da queste parti va più Mosè, devo dire).
Gabriele Ferraris. Beh, ragazzi, se in Comune ci sono problemi interpretativi così gravi, suggerisco di contattare un ontologo. All'Università di Torino c'è un prestigioso laboratorio di ontologia (labont.it) dove sono sicuro che saranno felici di fornirvi una consulenza gratuita. Se vuoi, posso anche mettere una buona parola, casualmente conosco il direttore :D Tra l'altro attiene al Labont anche la Rivista di Estetica, che nel nostro caso potrebbe rivelarsi preziosa...
Ilda Curti. Sai bene che l'ontologia e l'ermeneutica non sono più in mano ai filosofi, almeno da quando esistono le democrazie moderne. Comunque grazie, accetto con umiltà.
Gabriele Ferraris. Ahi ahi, mi tocchi su un punto sensibile... Le democrazie moderne... Il trionfo d'ascolti di Sanremo... Lo smoking di Albano... Dai, Ilda, credo che si possano ripulire le piazze di Torino senza con questo mettere in discussione i principii della Rivoluzione Francese... Con tutto che...
Ilda Curti. Scomodo anche Adorno, Marcuse, la scuola di Francoforte e il cattivo gusto dell'industria culturale. Si arriva dritti dritti allo smoking di Albano e alla sagra delle orecchiette...
Gabriele Ferraris. Vabbé, continuerò la mia solitaria e perdente battaglia. D'altra parte, se il popolo apprezza quello scempio, se lo merita. Tu cerca di opporti per quanto puoi. Meglio le dimissioni che il disonore. Ma questo già lo sai.
Giorgio Levi. Ho visto turisti tedeschi in piazza San Carlo cercare di salire sul monumento per fotografare uno scorcio di piazza che non comprendesse il pattume dei tendoni che stavano sotto. Quelle foto finiranno su fb e forse se ne andranno a spasso per un mondo di quasi 3 miliardi di abitanti. E se cento cinesi le vedranno e avevano in tour Torino punteranno da altre parti. Perché quelle porcherie di fiere le hanno anche in Cina.
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