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UN RAGIONIERE A THE OTHERS

Olga spiega la mostra a Antonellina e Lamberto. Dietro fa capolino Casiraghi
E niente, ieri sera all'uscita dalla Fondazione Sandretto mi rapisce un'ospite (mancata ospite, a questo punto) della successiva cena d'onore, e ce ne andiamo a sgranocchiare qualcosa in un posto old fashioned in centro. Non prima però di tornare all'ex Borsa Valori per il vernissage (ma oggi si dice opening, personne ne parle plus français...) di "Exhibit", l'esordiente spin off di The Others. Davanti all'ex Borsa incrociamo il presidente dello Stabile, Lamberto Vallarino Gancia, che viene arruolato sui due piedi come Corazziere 2 - o secondo toy boy, le versioni discordano - e ci infiliamo nell'artisticizzato salone, rimesso all'onor del mondo dagli organizzatori in un tempo record di 36 ore di lavoro pancia a terra. Anche qui manca il riscaldamento, come alla Fondazione Sandretto: ma non per motivazioni artistiche, non c'è e basta. Per fortuna la stagione è mite.

In visita alla mostra: istruzioni per l'uso

Ci accolgono il direttore di The Others Andrea Casiraghi e la curatrice Olga Gambari. C'è anche l'assessore Parigi (che mi accenna a un suo progetto per il recupero dello splendido e abbandonato palazzo dell'ex Borsa, ma non voglio andare fuori tema, semmai ve ne parlo un'altra volta). Ad ogni modo: essendoci l'assessore ci spetta la visita guidata alle grandi opere - grandi anche di dimensioni: "Exhibit" presenta i lavori che fisicamente non ci stanno, nelle celle delle ex Carceri Nuove, l'altra sede della fiera. Mostra interessante: fate soltanto attenzione all'opera "How to create a Saint" del cubano Leonardo Salgado, otto statuine di terracotta messe lì sul pavimento, che a momenti le pesto: l'assessore Parigi mi blocca in extremis, non per niente li fanno assessori alla cultura. E, altra raccomandazione, non illudetevi davanti a "Last supper in Babel" del vietnamita Trong Gia Nguien, un tavolone con dodici piatti e dentro ai piatti polpette, spaghetti e maionese: io, che essendosi fatta una certa avvertivo un languorino, ho provato ad assaggiare, ma il cibo è finto, tutto polistirolo. Meno estremo del Villar Rojas alla Sandretto, insomma.

I conti in tasca

Io però approfitto dei nostri accompagnatori per farmi raccontare vita e miracoli di The Others. Olga Gambari premette che loro partono dal principio che "una fiera d'arte non è uno soltanto spazio commerciale, ma un luogo dove si fa ricerca". Faccio notare che esiste una scuola di pensiero opposta. Lei annuisce.
Poi, mentre loro cercano di raccontarmi i principii artistici, io indago sui conti, fedele alla mia vocazione di tardivo ragioniere. The Others, mi dicono, ha un budget totale di circa 150 mila euro. Di questi, una cinquantina arrivano dagli enti locali e dalle fondazioni bancarie, e altri venti, più o meno, da sponsor privati. Gli espositori, che vengono selezionati in base a criteri di qualità, contribuiscono con una cifra minima - cento euro, mi assicurano. Ne conto 32 all'ex Borsa Valori e 66 alle ex Carceri Nuove. Un centinaio insomma, che moltiplicato per cento euro fa 10 mila. E siamo a ottanta. Poi ci sono i biglietti: 5 euro l'ingresso singolo, 7 quello cumulativo Borsa-Carceri. Nel 2014 i visitatori sono stati diciassettemila. Faccio una media ottimistica di 6 euro, auguro che quiest'anno le presenze salgano a 20 mila, e calcolo un incasso totale di 120 mila euro, dai quali si devono togliere l'Iva e il 20 per cento che finisce nelle tasche del Comune per la concessione degli spazi. Facciamo che, realisticamente, in cassa restino 70 mila euro. Siamo al pareggio, se tutto va di stralusso. Ma stralusso è morto, e dunque ho l'impressione che con The Others non si diventi ricchi. Di conseguenza domando alla curatrice e al direttore di The Others chi glielo fa fare. Mi rispondono che lo fanno perché ci credono, e perché sperano che, tenendo alta la qualità, la reputazione della fiera cresca di anno in anno, e con la reputazione crescano gli sponsor; ciò renderebbe più sostenibile il progetto.
Intanto, quest'anno non sono riusciti ad avere da Iren la luce all'ex Borsa Valori; si sono arrangiati con un generatore.

Commenti

  1. Gentile Gabo,
    Leggo sempre il suo blog, ma a questo pezzo una precisazione:
    gli espositori a The Others (carceri) pagano 700 euro + Iva.... Exibit invece 100 euro + iva
    Grazie.
    Cordialmente
    Paola

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  2. Buongiorno,
    devo dire che chi le ha dato le informazioni su quanto pagano gli espositori, ahimè è stato colto da un lapsus! Io sono un espositore dalla prima edizione della " Fiera The Others" e le assicuro che ad oggi ogni espositore paga 700 euro a cella , come da fatture che regolarmente riceviamo dall' organizzazione, anzi quest'anno come nei due anni passati, ho due celle e quindi pago 1.400,00 euro per partecipare alla fiera.
    Rimango stupito di questa errata informazione poichè conosco bene gli organizzatori e la loro professionalità, quindi deduco forse questa errata informazione ( a meno di favoritismi che non conosco ), provenga da chi non è all'interno dell'organizzazione. La fiera si regge fondamentalmente sugli espositori .

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  3. Ringrazio i lettori. Nessun "favoritismo", si tratta di un misunderstanding causato certo da una mia errata comprensione dei dati nel corso della conversazione con gli organizzatori. I calcoli del ragioniere vanno quindi aggiornati.

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  4. Salve
    Ho letto sul sito di "The Other" il locale è stato dato in comodato d'uso...

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  5. Corretto. Trattandosi di attività lucrativa, è però previsto dal regolamento comunale il pagamento di una percentuale sull'incasso. Come per Paratissima, o chiunque altro.

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