Luca Beatrice ci ha lasciati all'improvviso, tradito dal cuore all'età di 63 anni. Era stato ricoverato lunedì mattina alle Molinette in terapia intensiva. Non sto a dirvi quale sia il mio dolore. Con Luca ho condiviso un lungo tratto di strada, da quando ci presentarono - ricordo, erano gli anni Novanta, una sera alla Lutèce di piazza Carlina - e gli proposi di entrare nella squadra di TorinoSette. Non me la sento di aggiungere altro: Luca lo saluto con l'articolo che uscirà domani sul Corriere . È difficile scriverlo, dire addio a un amico è sempre triste, figuratevi cos'è farlo davanti a un pubblico di lettori. Ma glielo devo, e spero che ne venga fuori un pezzo di quelli che a lui piacevano, e mi telefonava per dirmelo. Ma domani la telefonata non arriverà comunque, e pensarlo mi strazia. Ciao, Luca. Funerale sabato 25 alle 11,30 in Duomo.
L'ANSiA della cultura torinese
Ho letto con estrema attenzione il suo articolo già questa mattina sul Corriere della Sera. Ho, finalmente, trovato un ragionamento logico, una disamina dei fatti non persecutoria, tante pillole di " buon senso" che intelligentemente contrastano il populismo ( chissà se posso usare questo termine inflazionato) che pervade gli articoli di molti suoi colleghi. Certamente "fa notizia" la torta da mille euro o l'acquisto di frutta ( poi corretta in acquisto di dolci) presso la comunità monastica di "Boves": così era scritto! A me risulta che una comunità monastica sia a Bose e che Boves leghi il suo nome ad altre vicende di altro e più alto valore. Ma tant'è: per insistere sul reato di peculato tutto, per alcuni, va bene. Ha, come spesso accade, ragione lei. Se ci sono stati reati il Presidente Picchioni pagherà. Ho però l'impressione che stia già pagando prima che sia stato effettuato un minimo controllo sulle ipotesi di reato attraverso un accanimento mediatico ( e non solo) veramente inaccettabile.
RispondiEliminaLa vicenda del Salone mi ritorna in mente spesso come la trama di un thriller. Ricordo i primi commenti che pubblicai sui suoi post e mi sembra quasi di aver previsto tutto: l'inserimento di membri provenienti da Milano nel CDA, gli strani rapporti del "Sistema Torino" con Gl Events ( che ora è tra i proprietari del marchio), la volontà di rottamare Picchioni per" distruggere " la Fondazione", la lunghissima inchiesta giudiziaria che per 4 anni ha visto sulle prime pagine dei giornali un solo "attore",un unico capro espiatorio ....
Temo, ora, la lentezza della giustizia italiana.
Sono certa che la verità verrà a galla ma non si può dire che non stato fatto, gratuitamente, del male.
Grazie Gabriele Ferraris per la sua obiettività e per essere una delle poche voci fuori dal coro.