Passa ai contenuti principali

LA CAVALLERIZZA BRUCIA, MA NIENTE PAURA, CI STANNO LAVORANDO

Appendino: "Stiamo lavorando per evitare episodi come quello di questa mattina". Nella foto: la giunta comunale al lavoro
E alla fine il fuoco. I bagliori corruschi dell'ennesimo rogo della Cavallerizza illuminano sinistramente un Götterdämmerung da poveracci che riassume in sé, con potente simbologia stracciona, l'abbandono, lo smarrimento, la vuotezza parolaia, il niente e così sia, il rassegnato crepuscolo di una città che lentamente muore. Una città che abbandona un suo bene artistico Patrimonio dell'Umanità all'arbitrio e alla licenza di pochi.
Che poi io non ho mica capito bene la differenza fra questi occupanti della Cavallerizza e quelli che stavano al Moi. Il colore della pelle? Manco voglio ipotizzarlo. Dipenderà da come votano.

L'alato dibbbattito

Ad ogni modo, la Cavallerizza brucia e lorsignori ciarlano nella Sala dei Ciarloni, e saltano su un ingegnere incazzuso e una pasionaria fiammeggiante come la Cavallerizza, tali Carretto e Ferrero, a proclamare l'unicità illuminata (ah beh, quanto a illuminazione non c'è niente da dire...) della fondamentale "esperienza della Cavallerizza", e che adesso si sta "concludendo un percorso" e poi c'è il miracoloso "regolamento dei beni comuni" e gli occupanti che occupano e protestano e intanto la Cavallerizza brucia. Però è stata strappata alle adunche grinfie dei cattivissimi privati, e adesso siamo tutti più felici e abbiamo i tramonti negli occhi e il culo in fiamme. Peccato che quel passatista del questore sembri di parere lievemente opposto, e definisca la Cavallerizza "un problema di ordine pubblico". Il mondo è bello perché è vario. Ma occhio, il mondo è vario ma le manette sono uguali per tutti.

Chiarabella ci rassicura: adesso arriva Iaria con l'elmetto

Lei, la Chiarabella, intanto va, libera e selvaggia, dove la porta l'estro del momento. Prima si esibisce in un meraviglioso calembour, e richiesta di una dichiarazione sull'incendio di ieri mattina risponde "non commento a caldo". Quindi, a ceneri fredde e dopo ponderata riflessione, ci fa sapere che "è evidente che la Cavallerizza così non può stare". Geniale. Quasi quasi mi sento in colpa io. Perché è ovvio che non dipende dal sindaco, come sta la Cavallerizza. 
Ma l'Impavida ha ben altro da dire: "Per il rilancio della Cavallerizza - soggiunge, manco negli ultimi decenni la Cavallerizza avesse mai conosciuto un lancio, e non solo abbandono - come Città ci eravamo dati l'obiettivo di chiudere il 31 ottobre lo studio per dare una vocazione a tutte le aree del complesso e manterremo i tempi", e a questo punto io non capisco più che cosa stia dicendo, e forse neanche lei lo capisce, ma finge bene. E piazza con classe magistrale la vera perla: "Dal punto di visto politico, si procede su questo percorso. Il tema oggi non è l'occupazione". Ah, ecco, il tema oggi non è l'occupazione. Volevo ben dire che andavi a romperti le corna con i tuoi amichetti del partito che già hanno una maledetta voglia di farti la festa... 
L'assessore Antonino Iaria
Aspetta che ce n'è ancora: "Ho chiesto all'assessore all'Urbanistica, Antonino Iaria - e allora siamo a posto... - di lavorare su questo dossier, che è prioritario. Stiamo lavorando anche per evitare episodi come quello di questa mattina". 
Invece questo è Beruschi
E ti pareva che non "stanno lavorando". Cazzo stai lavorando a "evitare episodi come quello di questa mattina"? Metti Iaria con la sua faccia da Beruschi e l'elmetto da pompiere a presidiare la Cavallerizza con un estintore nella mano destra e un secchio di sabbia nella sinistra? Ma mi stai prendendo per il culo? E dillo, che mi stai prendendo per il culo.

L'aziendina secondo Albertone

Intanto l'altra metà del cielo torinese minaccia tempesta. Albertone Cirio s'è incazzato come un bufalo preso per le palle, e ci va giù per le trippe: da una parte garantisce che la Regione è pronta a contribuire finanziariamente al recupero della Cavallerizza, ma intanto non gliele manda a dire a Chiarabella e alla sua allegra brigata: "In Italia ci permettiamo di lasciare all'illegalità e agli abusivi monumenti che sono patrimonio dell'umanità Unesco, è una situazione assurda e inaccettabile. La legalità va garantita sempre ma soprattutto perché i patrimoni culturali sono patrimoni turistici. Sono aziende che possono fare soldi e posti di lavoro e invece noi le lasciamo agli abusivi che ce le mettano pure a fuoco".

Miseria e nobiltà

Apriti cielo: in Consiglio comunale l'ingegnere incazzuso replica a muso duro contro quella visione "tutta basata sul denaro, che vede la cultura come un'industria che deve produrre reddito" e qui io sono idealmente dalla sua parte e considero molto bello e nobile ciò che dice l'ingegnere, se solo s'ingegnasse anche a spiegarmi chi e con quali soldi restituirà (possibilmente entro questo secolo) la Cavallerizza ai torinesi tutti, non unicamente a quelli che se la sono presa. Temo che, da solo, il prode Iaria con l'elmetto da pompiere in testa e l'estintore in mano non basterà.

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da