Finora mi sono astenuto da qualsiasi commento sulla strage sfiorata in piazza San Carlo: wittgensteinianamente persuaso che su ciò di cui non si può parlare è bene tacere, ho taciuto, non essendo un esperto di ordine pubblico e non rientrando le stragi sfiorate fra gli argomenti di questo blog. Già troppi sedicenti esperti - e reali vittime dell'effetto Dunning-Kruger - si sono esibiti in ogni sede in un inarrestabile profluvio di stronzate.
Sono invece un discreto conoscitore della Legge di Murphy ("Se qualcosa può andar male, lo farà"), e un esperto di grandi concerti avendoli frequentati in veste professionale per circa trent'anni. Quindi una banalità la posso affermare: e cioé che soltanto un idiota o un criminale può consentire in occasione dei grandi concerti/eventi in piazza la libera circolazione di bottiglie di vetro, con conseguente formazione di micidiali tappeti di cocci.
Ma ho visto per trent'anni circolare bottiglie di vetro negli spazi dei grandi concerti in piazza, a opera di impuniti abusivi e nella sostanziale indifferenza delle "forze dell'ordine", nonostante le continue proteste degli organizzatori e i loro vani tentativi di impedire lo scempio invocando indarno l'intervento delle succitate "forze dell'ordine": quindi posso serenamente affermare che ciò che è accaduto in piazza San Carlo poteva accadere in cento altri concerti nell'arco dei trent'anni in cui li ho frequentati (cfr. la Legge di Evans e Bjorn: "Qualunque cosa vada male, c'è sempre qualcuno che l'aveva detto").
Tuttavia, adesso è successo (cfr. il quinto corollario della Legge di Murphy: "Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio"): e l'evolversi delle conseguenze della strage sfiorata lascia intravvedere esiti che per alcuni aspetti non secondari ineriscono al tema centrale di questo blog, ovvero le politiche culturali. Per tale motivo, e solo per tale motivo, mi risolvo pertanto a occuparmi della deprecabile vicenda.
S'impone una premessa in merito alla responsabilità di quanto accaduto.
Preferirei astenermi dall'argomento, poiché oggi molto se ne discute anticipando - come sempre in questo paese di giuristi della domenica che non hanno mai aperto un codice, e nessun altro libro - gli esiti dell'inchiesta della magistratura, unica entità addetta e attrezzata per giungere a conclusioni attendibili.
Per svolgere il mio ragionamento devo tuttavia partire dal concetto di "responsabilità". Mi limito quindi ad appellarmi al principio della "responsabilità oggettiva" vigente in occasione degli eventi sportivi: situazioni senza dubbio affini a quella di piazza San Carlo sotto il profilo antropologico e ontologico.
L'organizzatore di un evento sportivo (ad esempio la società calcistica) è oggettivamente responsabile del comportamento degli spettatori. Le belluine esibizioni d'idiozia degli spettatori - invasioni di campo, cori razzisti e altre minchiate - vengono scontate dall'organizzatore (la società sportiva) in base al principio della "responsabilità oggettiva": non potendo ammannire la meritata dose di ceffoni all'idiota che ha materialmente messo in atto la minchiata, infliggo a te, organizzatore, una multa, la squalifica del campo o altre punizioni più o meno afflittive.
Aggiungo, sul piano del diritto non sportivo, che non a caso gli organizzatori privati di concerti si sbattono per impedire l'impunita attività degli spacciatori di vetro: se qualcuno si ferisse cadendo sui cocci di bottiglia, la responsabilità civile (oltre che penale, se accertata) ricadrebbe sugli organizzatori stessi.
Fin qui mi seguite? Bene, procediamo.
E' invece palese che l'organizzatore dell'evento di sabato è il Comune di Torino (seppur tramite Turismo Torino), e sul Comune di Torino grava quindi la responsabilità oggettiva dell'accaduto: parlo di responsabilità civile, per cui al Comune di Torino i feriti chiederanno giustamente i danni, a prescindere dalle eventuali responsabilità penali (personali) che dovessero emergere dall'inchiesta giudiziaria.
Sono invece un discreto conoscitore della Legge di Murphy ("Se qualcosa può andar male, lo farà"), e un esperto di grandi concerti avendoli frequentati in veste professionale per circa trent'anni. Quindi una banalità la posso affermare: e cioé che soltanto un idiota o un criminale può consentire in occasione dei grandi concerti/eventi in piazza la libera circolazione di bottiglie di vetro, con conseguente formazione di micidiali tappeti di cocci.
Ma ho visto per trent'anni circolare bottiglie di vetro negli spazi dei grandi concerti in piazza, a opera di impuniti abusivi e nella sostanziale indifferenza delle "forze dell'ordine", nonostante le continue proteste degli organizzatori e i loro vani tentativi di impedire lo scempio invocando indarno l'intervento delle succitate "forze dell'ordine": quindi posso serenamente affermare che ciò che è accaduto in piazza San Carlo poteva accadere in cento altri concerti nell'arco dei trent'anni in cui li ho frequentati (cfr. la Legge di Evans e Bjorn: "Qualunque cosa vada male, c'è sempre qualcuno che l'aveva detto").
Tuttavia, adesso è successo (cfr. il quinto corollario della Legge di Murphy: "Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio"): e l'evolversi delle conseguenze della strage sfiorata lascia intravvedere esiti che per alcuni aspetti non secondari ineriscono al tema centrale di questo blog, ovvero le politiche culturali. Per tale motivo, e solo per tale motivo, mi risolvo pertanto a occuparmi della deprecabile vicenda.
La responsabilità oggettiva
Giorni felici: Chiarabella stretta stretta al fido Giordana |
Preferirei astenermi dall'argomento, poiché oggi molto se ne discute anticipando - come sempre in questo paese di giuristi della domenica che non hanno mai aperto un codice, e nessun altro libro - gli esiti dell'inchiesta della magistratura, unica entità addetta e attrezzata per giungere a conclusioni attendibili.
Per svolgere il mio ragionamento devo tuttavia partire dal concetto di "responsabilità". Mi limito quindi ad appellarmi al principio della "responsabilità oggettiva" vigente in occasione degli eventi sportivi: situazioni senza dubbio affini a quella di piazza San Carlo sotto il profilo antropologico e ontologico.
L'organizzatore di un evento sportivo (ad esempio la società calcistica) è oggettivamente responsabile del comportamento degli spettatori. Le belluine esibizioni d'idiozia degli spettatori - invasioni di campo, cori razzisti e altre minchiate - vengono scontate dall'organizzatore (la società sportiva) in base al principio della "responsabilità oggettiva": non potendo ammannire la meritata dose di ceffoni all'idiota che ha materialmente messo in atto la minchiata, infliggo a te, organizzatore, una multa, la squalifica del campo o altre punizioni più o meno afflittive.
Aggiungo, sul piano del diritto non sportivo, che non a caso gli organizzatori privati di concerti si sbattono per impedire l'impunita attività degli spacciatori di vetro: se qualcuno si ferisse cadendo sui cocci di bottiglia, la responsabilità civile (oltre che penale, se accertata) ricadrebbe sugli organizzatori stessi.
Fin qui mi seguite? Bene, procediamo.
Chi paga i danni per piazza San Carlo
Il principio della "responsabilità oggettiva" appare applicabile pure ai disastrosi esiti dell'evento parasportivo di piazza San Carlo. E' pacifico che non sono stati né il questore, né il prefetto, né il sindaco e neppure Appendino a provocare direttamente l'ondata di panico tra la folla: essi non erano in piazza a impanicare la folla, addirittura Appendino stava a Cardiff e quindi ci ha l'alibi. Ma sarà l'inchiesta giudiziaria ad accertare se costoro abbiano previsto e attuato ogni misura atta a scongiurare malestri. E ciò servirà a identificare le eventuali responsabilità penali dei singoli individui: la responsabilità penale è personale.E' invece palese che l'organizzatore dell'evento di sabato è il Comune di Torino (seppur tramite Turismo Torino), e sul Comune di Torino grava quindi la responsabilità oggettiva dell'accaduto: parlo di responsabilità civile, per cui al Comune di Torino i feriti chiederanno giustamente i danni, a prescindere dalle eventuali responsabilità penali (personali) che dovessero emergere dall'inchiesta giudiziaria.
In altre parole: se emergeranno responsabilità penali, i colpevoli andranno al gabbio; intanto, però, il Comune pagherà i danni, in quanto civilmente (e oggettivamente) responsabile.
Mi auguro, in quanto contribuente, che il Comune abbia stipulato un'adeguata assicurazione sull'evento di piazza San Carlo. In caso contrario l'ammontare dei risarcimenti sarebbe tale da chiudere definitivamente ogni residua speranza del Comune di evitare la bancarotta.
Ma prima di ogni accertamento giudiziario, la responsabilità oggettiva impone una conseguenza politica: qualcuno deve andarci di mezzo, perché lo esige l'indignazione popolare, e noi viviamo in una società dove sull'indignazione popolare si costruiscono le fortune politiche.
Né basteranno, per cavarsi dal merdone, le svogliate ma romantiche scuse di Chiarabella, con quella chiusa degna dei romanzi Harmony ("La nostra città continuerà a vivere nei suoi eventi e nei suoi incontri, dalle piazze gremite alle chitarre al Valentino, dalle corse al Ruffini alle passeggiate in via Garibaldi. A testa alta, con i sorrisi in volto e i tramonti negli occhi. Più forti di prima").
Viviamo in un mondo adulto, dove si sbaglia e si paga da professionisti e i tramonti negli occhi non curano le fratture esposte, per non dir del peggio.
Per salvare il culo a Chiarabella occorre un capro espiatorio da dare in pasto al popolo. Gira che ti rigita, l'uccello padulo ha trovato un primo ramo su cui posarsi: vittima sacrificale è l'assessore all'Ambiente Stefania Giannuzzi, per via dei cocci di bottiglia che notoriamente non fanno un bell'ambiente, e poi che fine ha fatto la raccolta differenziata? Siamo al cabaret.
Ma la Giannuzzi non dà nessuna soddisfazione: il bersaglio grosso resta per tutti, maggioranza e opposizione, Paolo Giordana, il sindaco di Torino che i lettori di Gabo conoscono da lunga fiata e che ultimamente è stato scoperto persino dall'informazione mainstream.
Colpendolo, l'opposizione spera di ridurre Appendino all'afasia, considerato il ruolo di Giordana nel discorso politico di Appendino. Ma anche i consiglieri cinquestelle non vedono l'ora di sistemare per le feste il potente burattinaio; hanno il vago sospetto che egli li consideri una banda di idioti, e la granitica certezza di non contare un cazzo perché in Comune conta solo Giordana. Liberandosene sperano di contare di più. E di fargliela pagare.
L'eventuale caduta di Giordana rimescolerebbe la già disastrata e disastrosa gestione del settore cultura in Comune. Com'è noto, le deleghe cruciali per quel settore finora se le è tenute Appendino, il che vuol dire che erano in mano a Giordana: è possibile che adesso Appendino le conceda alla Leon, che finalmente passerebbe da assessore alle Fontane ad assessore alla Cultura.
Ma che ne sarà della concreta gestione della baracca? Adesso è Giordana (in qualità di capo di gabinetto e di unica testa pensante) a fare e disfare. Se Giordana finirà fuori gioco, l'improbo compito toccherà a qualcun altro. Siamo talmente mal messi, quanto a forniture di cervelli, che fatico a capire chi potrà essere. Giordana è cattivo, ma è intelligente. E qualsiasi soluzione alternativa io mi sforzi di immaginare, mi scontro con i seguenti corollari della Legge di Murphy:
1) Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio
2) Ogni soluzione genera nuovi problemi.
3) I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
Mi auguro, in quanto contribuente, che il Comune abbia stipulato un'adeguata assicurazione sull'evento di piazza San Carlo. In caso contrario l'ammontare dei risarcimenti sarebbe tale da chiudere definitivamente ogni residua speranza del Comune di evitare la bancarotta.
Le conseguenze politiche
Assessore ed ex: Leon e Giannuzzi |
Né basteranno, per cavarsi dal merdone, le svogliate ma romantiche scuse di Chiarabella, con quella chiusa degna dei romanzi Harmony ("La nostra città continuerà a vivere nei suoi eventi e nei suoi incontri, dalle piazze gremite alle chitarre al Valentino, dalle corse al Ruffini alle passeggiate in via Garibaldi. A testa alta, con i sorrisi in volto e i tramonti negli occhi. Più forti di prima").
Viviamo in un mondo adulto, dove si sbaglia e si paga da professionisti e i tramonti negli occhi non curano le fratture esposte, per non dir del peggio.
La ricerca del colpevole
Siamo quindi arrivati, sulla base della Legge di Murphy (capitolo "Murphologia del Lavoro"), al punto quarto della Teoria delle fasi di un Progetto: la ricerca del colpevole.Per salvare il culo a Chiarabella occorre un capro espiatorio da dare in pasto al popolo. Gira che ti rigita, l'uccello padulo ha trovato un primo ramo su cui posarsi: vittima sacrificale è l'assessore all'Ambiente Stefania Giannuzzi, per via dei cocci di bottiglia che notoriamente non fanno un bell'ambiente, e poi che fine ha fatto la raccolta differenziata? Siamo al cabaret.
Caccia grossa al sindaco
Il sindaco Paolo Giordana |
Colpendolo, l'opposizione spera di ridurre Appendino all'afasia, considerato il ruolo di Giordana nel discorso politico di Appendino. Ma anche i consiglieri cinquestelle non vedono l'ora di sistemare per le feste il potente burattinaio; hanno il vago sospetto che egli li consideri una banda di idioti, e la granitica certezza di non contare un cazzo perché in Comune conta solo Giordana. Liberandosene sperano di contare di più. E di fargliela pagare.
L'eventuale caduta di Giordana rimescolerebbe la già disastrata e disastrosa gestione del settore cultura in Comune. Com'è noto, le deleghe cruciali per quel settore finora se le è tenute Appendino, il che vuol dire che erano in mano a Giordana: è possibile che adesso Appendino le conceda alla Leon, che finalmente passerebbe da assessore alle Fontane ad assessore alla Cultura.
Ma che ne sarà della concreta gestione della baracca? Adesso è Giordana (in qualità di capo di gabinetto e di unica testa pensante) a fare e disfare. Se Giordana finirà fuori gioco, l'improbo compito toccherà a qualcun altro. Siamo talmente mal messi, quanto a forniture di cervelli, che fatico a capire chi potrà essere. Giordana è cattivo, ma è intelligente. E qualsiasi soluzione alternativa io mi sforzi di immaginare, mi scontro con i seguenti corollari della Legge di Murphy:
1) Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio
2) Ogni soluzione genera nuovi problemi.
3) I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
La morale della storia ce la fornisce il primo corollario della Seconda Legge di Chisholm: "Quando non può andar peggio di così, lo farà".
Mi piace pazzescamente il fatto che quando ho un dubbio oppure una perplessità su questa giunta di cui sono stato loro votante ,leggendoti trovo nel tuo blog in maniera perfetta la sintesi di quanto mi gira fra stomaco e zebedei.. e che mi lascia sempre alquanto incazzato.grazie . Ti leggo davvero con passione e attenzione
RispondiEliminaNiente da fare . Riuscire ad aggiungere qualcosa alla tua sintesi sarebbe inutile oltre che difficile.ti leggo sempre con grande simpatia e interesse. Grazie
RispondiEliminaNulla da eccepire ma purtroppo da aggiungere che si è appena saputo che Erika non ce l'ha fatta e ora il bliancio è di un morto e 1526 feriti.
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