Alla fine, il Masterplan della Cavallerizza è arrivato. Oggi l'assessore Passoni lo ha presentato in Comune.
Ovviamente non piacerà agli occupanti; ma questo era previsto. Sotto riporto il loro comunicato.
A me non dispiace; ma questo non ha nessunissima importanza. E io non faccio comunicati, solo post.
In effetti nel Masterplan si notano alcune differenze rispetto a quanto annunciato a suo tempo. In particolare è presente una componente privata. La cosa non turba. Mi interessa di più il fatto che la massima parte del complesso sarà destinato all'uso comune, come mai accaduto in passato.
Vediamo di riassumere i punti salienti del Masterplan.
Il Comune ha riacquistato dalla Cassa Depositi e Prestiti una buona parte del complesso. Il progetto che viene presentato oggi ha già avuto l'ok della Soprintendenza, che ha anche indicato punto per punto dove la tutela sarà assoluta e dove invece saranno possibili alcuni interventi, per quanto limitati. E' stata inoltre affrontata la questione della tutela Unesco: l'Unesco fa sapere che non gliene importa un fico se un "patrimonio dell'umanità" è pubblico o privato, purché venga conservato e protetto. Per fortuna: altrimenti Damilano doveva cedere allo Stato tutte le sue vigne a Barolo, e i Gancia le loro cantine sotterranee a Canelli...
Torniamo seri. Il progetto prevede un costo di 5 milioni in risorse pubbliche. I soldi ci sono: un milione e mezzo è stato recuperato dal biliancio comunale; un sostanzioso contributo arriverò dallo Stato. Ma, pur se al momento non lo sbandierano troppo, mi sembra chiaro che entreranno anche capitali privati.
Il concetto generale del piano è una Cavallerizza come distretto culturale unitario, a completamento del Polo Reale.
E adesso andiamo nei dettagli. Per farlo mi servo di una piantina della Cavallerizza che ho recuperato in rete: non viene dal Masterplan, quindi non consideratela un documento ufficiale. Serve solo per orizzontarsi.
Ovviamente non piacerà agli occupanti; ma questo era previsto. Sotto riporto il loro comunicato.
A me non dispiace; ma questo non ha nessunissima importanza. E io non faccio comunicati, solo post.
In effetti nel Masterplan si notano alcune differenze rispetto a quanto annunciato a suo tempo. In particolare è presente una componente privata. La cosa non turba. Mi interessa di più il fatto che la massima parte del complesso sarà destinato all'uso comune, come mai accaduto in passato.
Vediamo di riassumere i punti salienti del Masterplan.
Il Comune ha riacquistato dalla Cassa Depositi e Prestiti una buona parte del complesso. Il progetto che viene presentato oggi ha già avuto l'ok della Soprintendenza, che ha anche indicato punto per punto dove la tutela sarà assoluta e dove invece saranno possibili alcuni interventi, per quanto limitati. E' stata inoltre affrontata la questione della tutela Unesco: l'Unesco fa sapere che non gliene importa un fico se un "patrimonio dell'umanità" è pubblico o privato, purché venga conservato e protetto. Per fortuna: altrimenti Damilano doveva cedere allo Stato tutte le sue vigne a Barolo, e i Gancia le loro cantine sotterranee a Canelli...
Torniamo seri. Il progetto prevede un costo di 5 milioni in risorse pubbliche. I soldi ci sono: un milione e mezzo è stato recuperato dal biliancio comunale; un sostanzioso contributo arriverò dallo Stato. Ma, pur se al momento non lo sbandierano troppo, mi sembra chiaro che entreranno anche capitali privati.
Il concetto generale del piano è una Cavallerizza come distretto culturale unitario, a completamento del Polo Reale.
E adesso andiamo nei dettagli. Per farlo mi servo di una piantina della Cavallerizza che ho recuperato in rete: non viene dal Masterplan, quindi non consideratela un documento ufficiale. Serve solo per orizzontarsi.
- Per rendere l'intera area più fruibile, via Verdi sarà interamente pedonalizzata.
- La novità più importante è la galleria che collega via Verdi con i Giardini Reali, passando dalla Rotonda: nella cartina, è quella verticale rossa. Adesso l'accesso da via Verdi è sbarrato. La galleria viene ancora utilizzata come parcheggio dai militari. Diventerà una grande "passeggiata espositiva" coperta, dove andranno le mostre temporanee promosse dalla Città. Evidente la continuità - concreta oltre che ideale - con i Musei Reali, ai quali si potrà accedere attraverso i Giardini. Il progetto è piaciuto al MiBACT, che lo finanzierà di tasca propria. I Giardini Reali dietro la Cavallerizza sono già stati rassettati dal Comune.
- A destra della galleria (al centro della cartina), il grosso rettangolo rosso è la Cavallerizza Alfieriana, che tornerà al Teatro Stabile. Lo spazio aveva già ospitato spettacoli, ma nel 2013 il Tst decise di rinunciarvi, non potendosi sobbarcare i costi aggravati dall'inadeguatezza della struttura alle norme di sicurezza. Con la ristrutturazione, il problema sarà superato. Inoltre la situazione economica dello Stabile è migliorata, e al teatro serve un'altra sala.
- Sempre in rosso nella cartina, con affaccio sui Giardini, c'è la Manica Mosca: lì ci sarà l'ostello della gioventù. Non sarà un hotel di lusso. Però sarà a gestione privata.
- Di fianco, sulla sinistra, in azzurro, c'è l'area dell'Accademia Militare, attualmente di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti. E' l'edificio di minor pregio architettonico del complesso: in gran parte fu ricostruito dopo i bombardamenti. Ospiterà uffici e imprese del terziario. La gestione sarà privata.
- Nel cortile in basso a sinistra, il rettangolo viola è l'edificio che i Savoia utilizzavano come palestra per la scherma. Diventerà un punto informazioni e una biglietteria unificata per tutte le attività culturali di Torino. Negli edifici in basso a sinistra, su via Verdi, ci saranno uffici collegati a quelle attività: vi si potrebbe ad esempio trasferire Turismo Torino.
- Sempre in basso, ma a destra, l'altro edificio in viola che disegna una U diventerà una residenza universitaria, in parte a gestione pubblica tramite l'Edisu, in parte privata.
- Proseguendo lungo via Verdi, in basso nella cartina, c'è un edificio non contraddistinto da nessun colore: è l'ex Zecca, che per almeno altri due anni ospiterà i locali della Polizia, e dunque al momento non rientra nel Masterplan.
- Sopra l'ex Zecca, in giallo, è segnato il Maneggio Chiablese, che già ospita l'aula magna dell'Università.
Il comunicato degli occupanti
Gli occupanti dell'Assemblea Cavallerizza 14.45 si premurano di farmi pervenire la seguente "comunicazione alla cittadinanza". La pubblico integralmente, senza commenti. Quando avrò modo, approfondirò.
Oggi, martedì 19 aprile 2016 è stata convocata per le ore 15:00 la V Commissione Consiliare Permanente con ordine del giorno “AGGIORNAMENTO PERCORSO DI RIQUALIFICAZIONE DELL'EX CAVALLERIZZA REALE”. Durante lo svolgimento della commissione verrà presentato il Masterplan: progetto per la futura destinazione dell’ex Cavallerizza Reale.
Tale progetto è stato redatto da due società private su incarico della Compagnia di San Paolo - soggetto a sua volta incaricato dalla Giunta Comunale, senza alcuna procedura di evidenza pubblica - della progettazione della futura Cavallerizza.
Non è prevista la votazione del progetto ma semplicemente il “racconto".
Quello che ci sembra importante è mettere in luce la relazione con altra recente deliberazione approvata dalla Giunta Comunale, datata 5 aprile 2016, la quale afferma che:
· il Comune di Torino si è indebitato, attraverso l’uso di una Società di Cartolarizzazione (CCT), con le “Banche finanziatrici” (in relazione alla Cavallerizza si tratta di Banca Intesa San Paolo) mettendo di fatto a garanzia beni immobili, tra cui la Cavallerizza Reale.
· La riacquisizione di alcune porzioni della Cavallerizza è diretta ad incrementare i “flussi di cassa” della società di cartolarizzazione (CCT) attraverso l’acquisizione e la rivendita dell’immobile. Questo al fine di ottenere dalle banche altri finanziamenti e evitare così di esporre la società al rischio di un collasso.
· Il progetto non potrà preservare l’unitarietà architettonica del complesso in quanto è già iniziato lo smembramento della proprietà (Maneggio Alfierano, Salone delle Guardie)
· Non è prevista la votazione del progetto ma solo la sua presentazione.
Quello che sta accadendo si concreta in un palese processo di speculazione sulla Cavallerizza per far fronte ad un indebitamento pregresso del Comune. Questo accade a pochi giorni dallo scioglimento del Consiglio Comunale.
Tale progetto è stato redatto da due società private su incarico della Compagnia di San Paolo - soggetto a sua volta incaricato dalla Giunta Comunale, senza alcuna procedura di evidenza pubblica - della progettazione della futura Cavallerizza.
Non è prevista la votazione del progetto ma semplicemente il “racconto".
Quello che ci sembra importante è mettere in luce la relazione con altra recente deliberazione approvata dalla Giunta Comunale, datata 5 aprile 2016, la quale afferma che:
· il Comune di Torino si è indebitato, attraverso l’uso di una Società di Cartolarizzazione (CCT), con le “Banche finanziatrici” (in relazione alla Cavallerizza si tratta di Banca Intesa San Paolo) mettendo di fatto a garanzia beni immobili, tra cui la Cavallerizza Reale.
· La riacquisizione di alcune porzioni della Cavallerizza è diretta ad incrementare i “flussi di cassa” della società di cartolarizzazione (CCT) attraverso l’acquisizione e la rivendita dell’immobile. Questo al fine di ottenere dalle banche altri finanziamenti e evitare così di esporre la società al rischio di un collasso.
· Il progetto non potrà preservare l’unitarietà architettonica del complesso in quanto è già iniziato lo smembramento della proprietà (Maneggio Alfierano, Salone delle Guardie)
· Non è prevista la votazione del progetto ma solo la sua presentazione.
Quello che sta accadendo si concreta in un palese processo di speculazione sulla Cavallerizza per far fronte ad un indebitamento pregresso del Comune. Questo accade a pochi giorni dallo scioglimento del Consiglio Comunale.
Nell'attuale proprietà del fondo della Cassa Depositi e Prestiti (quella di minor pregio, ecc.) non ci saranno solo "uffici" ma prevalentemente "attività turistico-ricettive". È anche l'obiettivo del fondo che la possiede. Si tratta di un lotto consistente: 12.000 mq lordi circa tutto il complesso. Il più consistente dal punto di vista della valorizzazione privata. Al piano terreno lato ovest parte della famosa galleria espositiva che tanto entusiasma Pagella.
RispondiEliminaE non è vero che le Pagliere non sono vincolate. Sono vincolate "ex legge" per la loro antichità. Questo secondo il nostro Codice. Il punto è che nessuna delle proprietà pubbliche che si sono succedute ha chiesto, come previsto sempre il codice, la verifica di interesse culturale (si chiam così il famoso "vincolo"). Quindi i responsabili sono il demanio prima ed il comune poi mentre ne è stato proprietario. Ora sono private (CCT) ma la salvaguardia è allo stesso livello. Può contare sul fatto che, dato che si tratta di un bene in un sito UNESCO, se ci fosse una richiesta di intervento la Soprintendenza la dovrà valutare con molta attenzione. Pari a quella di un bene vincolato. Dichiarazione o non dichiarazione di interesse culturale. Non è giusto parlare di tutela UNESCO. Perché non esiste una tutela UNESCO. L'unica tutela è quella dello stato che per candidare un bene a patrimonio dell'umanità deve garantire il massimo livello di tutela previsto a livello nazionale.
RispondiEliminaHo usato il termine "tutela Unesco" in senso generico (diciamo pure "giornalistico") e non tecnico. Quanto alle Pagliere, è ovvio che sono vincolate "ex lege" (con una sola g) per via della loro antichità, tant'è che anche su di esse (come su tutto il resto del complesso) la Soprintendenza ha già espresso il suo parere indicando le parti intoccabili e quelle che invece, nei limiti prescritti dalla normativa, sono suscettibili di interventi. Quanto all'Unesco, confermo: mi dicono che è stato chiesto di inserire anche le Pagliere nel sito "patrimonio dell'umanità".
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