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PER QUALCHE SPICCIOLO IN PIU': LA FABBRICA DELLE PUTTANATE

"Signori, guardate quest'uomo: sembra un deficiente e parla come un deficiente. Ma non lasciatevi ingannare: è davvero un deficiente".

In questi giorni calamitosi, mentre la credibilità delle istituzioni sprofonda in abissi oceanici e si fanno sempre pià labili i confini fra pubblica amministrazione e teatro di varietà, a noi sventurati osservatori di vergogne non resta che analizzare con scientificità marxista (nel senso di Groucho Marx) il dilemma ("ma questi ci sono o ci fanno?") che spesso ci si prospetta in Sala Rossa. 

Chi ci fa

Secondo me, ad esempio, Chiarabella ci fa, e tanto. Deve dare spiegazioni all'Aula su alcuni spassosi passaggi delle intercettazioni sul caso Pasquaretta, passaggi che sembrano coinvolgerla direttamente: e lei se la scansa con abilità e agilità da torero. Quelli del pd le chiedono se si è direttamente adoperata per trovare una sistemazione a Pasquaretta dopo che l'avevano cacciato dal Comune; o se ha incaricato l'assessore Sacco di adoperarsi a tal fine; o se ha tollerato che Sacco si adoperasse in proprio, avvalendosi della sua posizione di assessore. Al che lei mette su la faccia sdegnata della domenica e ribadisce nobilmente che nulla sapeva dell'incarico al Salone del Libro conferito a Pasquaretta e che le intercettazioni lo confermano. Il che à di per sé significativo, ma nella circostanza della specifica domanda equivale a rispondere Roma per toma. 
Che poi, se proprio vogliamo occuparci pure di quella questione lì, mi domando se non sarebbe meglio, e più dignitoso, anche per l'onorabilità del sindaco, ammettere di sapere; perché se tu pretendi di fare il sindaco, e non sai neppure cosa ti combinano sotto il naso i tuoi più stretti collaboratori, non sei un sindaco, neppure il sindaco di un pollaio; e quel che è peggio non ti rendi neppure conto del ridicolo. Tipo che tu hai scoperto (ripeto: scoperto) solo "dopo sette mesi" che Pasquaretta ha lavorato al Salone 2017. Dove vivi? Che ti dice la testa? Lo sapevano tutti, tranne te. Tu non sai. Tu lo scopri dopo sette mesi, anima santa. 
Ma in fondo a me che me ne sbatte? A me, contribuente, preme piuttosto sapere per quale straordinario motivo  il tempo - da me pagato - di sindaci, assessori, viceministri, europarlamentari, funzionari comunali, staffisti e quant'altra umanità sofferente è stato per mesi monopolizzato da un assillo, un pensiero dominante: garantire il pane - e pure il formaggio - a un tizio pescato non si sa dove, in virtù di chissà quali meriti, e stipendiato dalle mie tasche, e che pure si lamentava di quanto guadagnava. Ma se n'andassero tutti quanti affanculo.
Però quello che davvero mi manda ai matti è che madamin se ne venga in Sala Rossa a proclamare con voce sdegnata che lei "non ha nessun segreto indicibile e non è ricattabile e questo lo confermano anche le intercettazioni". Ma chi t'ha chiesto niente? Sai che mi fotte sega di te e dei tuoi segreti? Semmai l'indicibile segreto è che mi tocca sempre occuparmi di puttanate, e di chi le sforna a getto continuo.
Questa ci fa, è logico. Ed è pure insolente, visto che ci tratta da piciu, e ci racconta che il più stretto collaboratore del sindaco ottiene un incarico al Salone del Libro all'insaputa del sindaco ma con la complicità di un alto funzionario che, notoriamente, non sposta neppure un tavolino senza il preventivo e reitirato consenso del sindaco, e stavolta invece per i begli occhi di Pasquaretta mette su un simile circo di nascosto dal sindaco, e il sindaco, dopato a succo di volpe, manco se ne accorge; e quando, sette mesi dopo, scopre finalmente che i due birboni l'hanno uccellato, 'sto sindaco volpino mica caccia i due complici a pedate nel culo, ma uno se lo tiene stretto in cariche sempre più prestigiose, e all'altro gli cerca un nuovo lavoro dopo aver fatto l'impossibile per salvargli il culo. Ecco, pretendere che uno se la beva così, è davvero insolente. Però è logico che lei ci fa. Altrimenti saremmo alle prese con un soggetto con grossi, grossissimi problemi cognitivi.

Chi ci è

Ok, allora diciamo che lei ci fa. Però come non intenerirmi quando mi arriva uno di quelli che invece ci sono, un cinquestellino pulitino e ammodino e perbenino che durante una pausa delle seduta d'aula s'avventura fino all'antro del mostro in tribuna stampa e dice tutto orgoglioso che però, loro, il "gruppo", alla fine l'hanno spuntata, neh?, sono riusciti a far fuori il Pasquaretta. E quando gli fai osservare che quel Pasquaretta lì l'avevano preso loro, mica io, lui ribatte, un po' interdetto, che mica l'hanno preso loro, e accenna agli scranni di giunta, quasi che sindaco e giunta fossero sostenuti chissà da chi, magari dal Ku Klux Klan o dal Club di Topolino. E ripete, il pulitino ammodino perbenino, che "comunque alla fine l'abbiamo mandato via", ma allora sei proprio di marmo figlio mio, mi stai dicendo che anche voi avete usato il tempo, che io vi pago, per risolvervi in casa vostra una bega vostra, che voi avete combinato, e poi quanto ci vuole per far fuori un famiglio inefficiente? I mesi e mesi che ci avete messo voi? Manco cacciare i maggiordomi, sapete?
Ecco: uno così è autentico. E' naif, è semplice, è idealista. Beata gioventù! Quanto bene potrebbero fare alla nazione, se prima imparassero a leggere e a scrivere e l'abc della vita.
Comunque sia, a Chiarabella va reso onore per il coraggio. Al posto suo, dopo un simile sputtanamento io non soltanto rassegnerei le dimissioni, ma mi chiuderei nel cesso e non uscirei più, morto di vergogna anche per una sola delle mille puttanate, bestialità, poverate che emergono nero su bianco dalle carte dell'inchiesta. Invece, wow, manco un plissé. Quando si dice avere classe, o faccia di bronzo. Ecco, diciamo una faccia di bronzo di prima classe.

Il Romanzo dei Cialtroni

E gli devo pure riconoscenza, a questi cari ragazzi e ragazze, per le ore di amena lettura che mi hanno regalato. Ho trascorso l'intero weekend a divorare lo straordinario Romanzo dei Cialtroni, versione reality dell'eterna tragicommedia italiana che mescola sapientemente noir e comico, in perenne equilibrio fra Suburra e il cinepanettone. Sono quasi 400 pagine di atti investigativi (intercettazioni, mail, whatsapp, interrogatori, pedinamenti), e decideranno i giudici se e quali elementi di rilevanza penale contengano. Ma il lettore qualsiasi è affascinato dalla potente descrizione di un mondo. Quell'imponente scartafaccio è un grandioso affresco che ritrae con raggelante comicità un certo modo d'essere amministrazione comunale: una corte dei miracoli brulicante di faccendieri arraffoni, funzionari cinici o rassegnati, politicanti corrotti, utili idioti, furbi lestofanti, morti di fame a caccia di una pagnotta purchessìa, trafficoni sudati, artisti falliti, disoccupati scansafatiche, azzeccagarbugli d'ogni schiatta, saltimbanchi della vita, mangiapane a tradimento, gangster dilettanti, ladri di polli; una bolgia cupa e livida, crogiolo ribollente degli instinti più bassi, dominato dall'ossessione del denaro, del profitto, del sotterfugio, dell'impunità. E, al fondo di quella subumanità dolente, una geenna dove gorgoglia, creatura lovercraftiana, un Azathoth immobile sordo cieco muto, chiuso in un delirio compulsivo di messaggistica social. Ma sarà tutto così? Non so. Fate voi. Io sono il cronista, e questo leggo nelle carte.

La comica finale

Però con il Romanzo dei Cialtroni si ride anche. E tanto. E' irresistibile la gag con il viceviministro Castelli (viceministro!) e l'assessore Sacco in versione Totò e Peppino che si sbattono per rifilare la Fontana di Trevi, alias Pasquaretta, alla turista americana/parlamentare europea Tiziana Beghin; la quale turista sulle prime è pronta ad abboccare, salvo farsi alquanto guardinga quando va su Google e scopre che in effetti la Fontana di Trevi che le vogliono vendere è proprio quel Pasquaretta lì. Straordinario il particolare scompiscevole del parlamentare europeo che si informa su Google.
Altri siparietti irresistibili li inscenano Chiarabella e la capogruppo Sganga che discutono in chat di alti affari di Stato (ovvero Pasquaretta): Chiarabella tenta di arginare il torrente messaggistico della Sganga ripetendo che "di queste cose è meglio parlare a voce" e l'altra, di coccio, continua imperterrita a fornire cumuli di succosi spunti agli investigatori.

Sulla pista del Regio

Infine, voglio dare prova di civismo con una segnalazione a beneficio degli inquirenti. A proposito della frase pronunciata da William Graziosi, allora sovrintendente del Regio, parlando con Luca Pasquaretta l'11 settembre 2018 ("Io ce ne ho uno... Quello che, senza fare nomi, mi ha portato su e adesso è diventato improvvisamente mio nemico... ma fa delle richieste che sono assurde... fortunatamente ho portato (nome incomprensibile)... l'ho portato su in ufficio perché con lui faccio la formazione e quindi tiene un attimo sott'occhio la situazione, ma come... come faccio io a accontentare tutti?"), ecco, Graziosi i nomi non li fa, con Pasquaretta, ma di sicuro se adeguatamente sollecitato nelle sedi giuste li farebbe, caso mai qualcuno volesse aprire un'altra inchiesta, chessò?, per traffico di influenze; o per eccesso di faccia di culo. 
E in ogni caso, lo dico a beneficio dei diretti interessati, io i nomi li so. So i nomi di chi ha "portato su" chi e di chi pretendeva cosa e perché, e di chi è stato "portato su in ufficio" per ingraziarsi chi, e di chi ha avuto e di chi non ha avuto e quindi è diventato nemico, e di chi ha retto bordone politicamente a tutti questi chi. 
Però io non sono un giudice o un questurino, e per quel che me ne frega di loro, possono andarsene tranquillamente in malora. Volevo solo che sapessero che io so, e che li disprezzo tutti quanti indistintamente.

Commenti

  1. Li faccia i nomi, dottor Ferraris. Per affermare il sacrosanto diritto dei cittadini di conoscere le transazioni dei propri stipendiati, i nomi bisogna farli.

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  2. Caro signore, mi permetta di spiegarle la differenza tra un giornalista e un questurino. Il giornalista raccoglie i fatti, li collega, ci ragiona su, e si sforza di capire, fin dove glielo consentono gli strumenti di cui più legalmente servirsi. Il questurino raccoglie prove documentali, intercetta, pedina, perquisisce, interroga (il che è diverso da domandare). Il giornalista fa il nomi che può fare in base alle prove che si è legalmente procurato, senza violare le leggi sulla diffamazione, la calunnia, la privacy. Il questurino porta le prove raccolte con i propri strumenti (diversi da quelli del giornalista) davanti a un giudice, e il giudice valuta e decide. Quanto ai cittadini, hanno il diritto di informarsi, leggere, capire, valutare, collegare le informazioni alla luce delle loro convinzioni. E hanno il dovere di esercitare attivamente e con saggezza i propri diritti, a cominciare dal diritto di voto. Senza limitarsi ad aspettare in poltrona che qualche sito d'incerta attendibilità indichi alla furia popolare il capro espiatorio di giornata. Esiste per tutti un sacrosanto diritto di critica, e anche di sdegno: ma il giornalista non fa il questurino per conto terzi, né tantomeno aizza linciaggi. Io, almeno, la penso così, questa è la mia deontologia e le resterò sempre fedele. Se vuole, può rileggere le prime righe di questo celebre articolo di Pier Paolo Pasolini: https://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/massime-e-memorie/2077-pier-paolo-pasolini:-io-so-io-so-i-nomi-dei-responsabili.htm

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  3. Di siti di incerta attendibilità ormai se ne incontrano a ogni refresh delle bacheche facebook. La mia sensibilità politica mi porta a includere in questa categoria anche certi blog partitici. Non so se si riferisse a questo genere di canali di informazione. Ma sono certo che il suo blog appartiene a ben altra categoria mediatica, ed è ad oggi una delle poche fonti di certa attendibilità. Nonostante ciò, sarò io giovane, incapace di reperire fonti valide e inesperto(non metto in dubbio la sua etica professionale), ammetto che una certa curiosità sui nomi la ho. Se volesse consigliare qualche articolo per potermi fare qualche idea alla luce dei fatti, e non delle mie convinzioni, gliene sarei grato.

    Firmato
    Un diciottenne disilluso

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    1. Caro diciottenne disilluso, non sia mai che io resti sordo alle aspettative di un giovane volonteroso. Faremo così: io qui sotto le lascio i riferimenti ad alcuni post di questo blog, che raccontano le vicende del Regio: sono convinto che, leggendoli e magari seguendo i link in essi contenuti, una parsona intelligente come lei potrà farsi un'idea più precisa.
      http://gabosutorino.blogspot.com/2018/03/belcanto-e-bel-tacere-un-post-in-lode.html
      http://gabosutorino.blogspot.com/2018/04/ce-chi-dice-no-al-regio-e-4-3-graziosi.html
      http://gabosutorino.blogspot.com/2018/09/una-poltrona-per-guenno-una-squadra.html
      http://gabosutorino.blogspot.com/2018/11/regio-dei-miracoli-il-giusto-premio.html
      http://gabosutorino.blogspot.com/2019/05/luccellino-la-mucca-e-la-volpe-una.html

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