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DUE PICCOLE STORIE TRISTI DEL TFF CHE FINISCE

Stasera si chiude la trentasettesima edizione del Torino Film Festival. Io quest'anno lo ho colpevolmente trascurato, distratto da altri, noiosissimi impegni. Però ci sono due piccole storie tristi che vale la pena di raccontare.

Il Tff? Ma cos'è?

La prima piccola storia triste è tutta in questo filmato, che vi consiglio caldamente di guardare, e soprattutto ascoltare: https://video.lastampa.it/torino/abbiamo-chiesto-cos-e-il-torino-film-festival-le-risposte-sono-sorprendenti/106692/106705. Sono alcune videointerviste realizzate da una giornalista della Stampa in pieno centro - a pochi passi dal Massimo e dalla Mole, cuori vibrante del Tff - domandando ai passanti se frequentano il Festival, o se almeno lo conoscono. Le risposte - afferma il claim del servizio - "sono sorprendenti". Sorprendenti? Non direi. Piuttosto le definirei agghiccianti, e al tempo stesso scontate. Gli interpellati sono persone, notate bene, che non hanno per nulla l'aria di sprovveduti: giovani e meno giovani appaiono discretamente acculturati e parlano senza strafalcioni, normalissimi cittadini di una grande città dell'Occidente. Eppure ben pochi hanno un'idea precisa su che cosa sia mai questo Torino Film Festival, e meno ancora sono quelli che ci hanno mai messo piede. Ironia (non credo casuale) vuole che le interviste si svolgano proprio sotto le bandiere che proclamano Torino "Città del Cinema".
Mi hanno particolarmente colpito quelli che ne sanno poco ma perché - ipotizzano - forse "non è abbastanza pubblicizzato" e "bisognerebbe coinvolgere di più il mondo giovanile".
Beh, dire che il Tff è "poco pubblicizzato" mi pare eccessivo: certo, è meno pubblicizzato dell'ultima offerta di Tim o Vodafone; e certo, ne parlano tanto i giornali, che ormai leggono in pochi, e i giovani per niente. 
Ma sospetto che dietro quelle affermazioni in apparenza superficiali si nasconda una realtà seria, che riguarda il concetto di festival cinematografico oggi, e più in generale l'idea stessa di cinema. Le modalità di fruizione, gli interessi reali del pubblico, i nuovi canali di comunicazione. 
In fondo, il Tff - come tutti i grandi festival - rispecchia ancora un'idea novecentesca, uno stereotipo che alle soglie degli Anni Venti del XXI secolo è superato. Questo è il vero punto su cui riflettere, prima di lanciarsi nelle solite diatribe su chi sarà il prossimo direttore. 
Intanto prendo atto della realtà: noi - e quando dico noi intendo gli operatori culturali, i politici (Beh, loro magari anche meno...), i lavoratori dello  spettacolo, gli artisti, e pure i giornalisti - ci accapigliamo su un programma, una nomina, una scelta d'indirizzo piuttosto che un'altra; sempre blaterando di inclusione, di coinvolgimento, di nuovi pubblici, di come "parlare ai giovani", di come "raggiungere la gente", senza sospettare che magari la gente, banalmente,  ha altri interessi, sa benissimo cosa vuole, sceglie e decide con la sua testa e se ne sbatte altamente di noi e delle nostre ubbìe. Per meglio sintetizzare il concetto, cedo reverente il passo a un Grande, ingiustamente dimenticato: l'implacabile, geniale e insuperato disegnatore satirico (e pittore) Giuseppe Novello. La sua vignetta degli Anni Trenta (del secolo scorso) che vi riproduco qui vale più di mille pensosi saggi, più di un milione di puntuti editoriali.

Pensieri e parole: le sorprese di una conferenza stampa

Seconda piccola storia triste (ma con happy end, o almeno pare). Ieri mattina decido che devo almeno buttarci un occhio, al Festival, e arrivo là giusto in tempo per una conferenza stampa. Presentano la seconda edizione di Torino Factory Glocal Video Contest, un piccolo concorso per giovani cineasti under 30, inserito al Tff e organizzato dall'associazione Piemonte Movie: finanziano 8 progetti di cortometraggi, da girare ciascuno in una Circoscrizione di Torino. 
Beh, onore al merito. Piemonte Movie è un'associazione che mi piace: lavora bene, a cominciare dal Glocal Film Festival
Così mi fermo alla conferenza stampa, anche se in realtà non prevedo di scriverne.
Sono il solito fortunello: me ne fossi andato, mi sarei perso un gustoso siparietto, starring Maiunagioia, la mia assessora favorita. 
Eh già, perché è una conferenza stampa con tutti i crismi: c'è Alessandro Gaido, presidente di Piemonte Movia, ma ci sono anche il direttore di Film Commission Paolo Manera, e una Francesca Leon assai entusiasta. Quando è il momento di prendere la parola, lei tutta trullera attacca l'usato ritornello: un progetto in cui la Città crede moltissimo perché coagula (dio come gli piace la parola "coagula", devono avere le piastrine ai massimi...) coagula alcuni obiettivi importanti per il cinema nella nostra città (eh sì, per il cinema gli obiettivi sono importanti, questo si sa...) e patapìm e patapàm, l'occasione per i giovani e le periferie al centro e il coinvolgimento dei cittadini (per l'appunto...) e la qualità e la rete e su e giù e il progetto e le relazioni e il progetto, l'ho già detto il progetto?, ad libitum.
In effetti l'anno scorso, per la prima edizione del Glocal Video Contest, il Comune ha profuso lodi e promesse e persino un impegno concreto: tramite la Fondazione Cultura sono arrivati trentamila euro. E grazie anche ai buoni uffici comunali sono saltati fuori altri dodicimila di sponsorizzazione. 
Quest'anno, seconda edizione, è andata meno bene: Fondazione Cultura ha ridotto il contributo a ventimila euro (da tanto che ci tengono, al progetto) e sponsor non se ne son visti: anche perché, dice timidamente Gaido "non siamo riusciti a confrontarci moltissimo, anche per i tanti impegni dell'assessore". Ovvero, sponsor la Fondazione Cultura non ne ha trovati/cercati, e magari in Municipio dopo i primi entusiasmi si sono stufati del giocattolo, sono fatti così, so' regazzini...
Quelli di Piemonte Movie il concorso l'hanno organizzato lo stesso, spendendo 42 mila euro come l'anno scorso; a debito e sperando che almeno arrivino i ventimila promessi; ma anche se arrivano, il piatto piange comunque gli altri ventiduemila svanziconi. Neanche tanti, per un Comune che quella cifra è capace di spenderla per le più stravaganti puttanate; ma se mancano in cassa a un'associazione senza spalle larghe e tasche piene (e ce ne son poche, in giro...), altro che pensare alla terza edizione: il rischio è che vada a patatrac l'intera associazione.
Questo dice Alessandro Gaido. Il fatto è che lo dice in conferenza stampa, sotto il naso di una Maiunagioia costernata manco le avessero infilato un porcospino nelle mutande. 
Ma subito la battagliera Francesca si riprende e si lancia alla riscossa. Riporto l'integrale della pizzutissima replica: "La Città crede nel progetto, stiamo cercando di integrarlo all'interno della Film Commission perché per proseguire ha bisogno di gambe più forti. Ovviamente andiamo a lavorare... (attimo stupendo, questo: qualcuno fra gli astanti ha un sussulto di speranza. Ma viene subito disilluso. NdG) andiamo a lavorare sulle risorse, io mi sento di... di... di dire che questo progetto deve andare avanti insieme a Film Commission per dargli la continuità che merita, perché è evidente che la sola Piemonte Movie non riesce a gestirlo nella continuità e ci stiamo lavorando (a ridacci... NdG) all'interno della nostra convenzione con Film Commission" (traduzione: già che smolliamo un po' di grana a quelli di Film Commission, vi rifiliamo a loro e loro si arrangiano con i soldi che già gli diamo: così noi risparmiamo, e voi la smettete di rompere i coglioni. NdG).
Giovara (a sin.) e Leon promettono mari e monti a Gaido. Soundtrack di Bennato
Beh, può suonare come una ripicca - ah, tu protesti? e io ti tolgo l'autonomia... - ma a Gaido non dispiace per nulla: finire sotto l'ala protettrice di Film Commission non è una brutta prospettiva. Sempre meglio di aspettare che i ragazzi del Comune finiscano di lavorare e dopo tanto lavorìo saltino fuori anche quattro soldi.
Quindi per Glocal Video Contest c'è il lieto fine. Certificato dal raddoppio della marcatura, perché al duetto Leon-Gaido s'aggiunge fuori scena pure l'assessore supplente Massimo Giovara per assicurare a Gaido e al Glocal Video Contest tutto il suo apprezzamento e appoggio e impegno e telefonami se hai bisogno. Forse teme che l'impegno della Leon non basti.
Se gli impegni fossero biglietti di banca, Gaido sarebbe milionario.

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