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E VENNE IL GIORNO DEL SANGIU SHOW

Tutti zitti, Sua Eccellenza contempla. Il magic moment di Sangiu rapito dalla fontana della Venaria

Lavori in corso: la mostra ieri
Dovrò tornare alla Reggia di Venaria per godermi la vera mostra dei capolavori di Capodimonte. Quella vista ieri era un work in progress, con gli operai che davano gli ultimi tocchi all'allestimento; oltretutto mancavano ancora alcuni quadri, fra cui la "Crocifissione" di Caravaggio che per me da solo vale l'intera mostra. Mostra che aprirà soltanto il 29 marzo. Ieri è stata soltanto una pia rappresentazione a beneficio del ministro Gennaro Sangiuliano, che il 29 ha altri impegni però ci teneva alla passerella. Meritata, peraltro: pare sia stato lui a volere che la mostra di Capodimonte, reduce dalla tournée al Louvre, arrivasse alla Venaria. Di ciò gli sian rese grazie, benché personalmente io detesti venire arruolato - insieme a un nugolo di giornalisti, fotografi, autorità civili e militari e culturali, soliti noti, barbapapà e mazzabubù assortiti - come figurante in un circo ad usum ministri. Tutti convocati alle nove e mezza del mattino e sequestrati fino all'una passata per l'epifania sangiulianesca. 

Programma della gita sociale: 
  1. ore 9.30 - 10.30: visita alla mostra in allestimento (Sale delle Arti)
  2. ore 10.30: coffee break (pressi Sala di Diana)
  3. ore 12.00: incontro con il Ministro (Punto stampa presso Sala dei valletti a piedi)
  4. a seguire presentazione della mostra (Sala di Diana).

Piacere presidente

Il punto 1) viene lestamente assolto e io, oltre ad ammirare i capolavori già esposti, vengo finalmente presentato al presidente del Consorzio delle Residenze Sabaude Michele Briamonte. Il presidente mi assicura che entro l'estate verrà nominato il successore di Guido Curto alla direzione, e mi congeda con un "sappia che io la leggo sempre" che - detto da un campione mondiale di kickboxing quale Briamonte - non è necessariamente un fatto positivo.

Caffè obbligatorio 

Vista la mostra, verso le 10,45 arrivano i carabinieri per la "bonifica" degli ambienti. Essendo la Reggia sprovvista di paludi, suppongo che si tratti di cercare eventuali attentatori, ordigni esplosivi, putipù e triccheballacche; e intanto la truppa giornalistica viene deportata al bar per l'annunciato coffee break (punto 2) che scopro essere obbligatorio, al fine di sgombrare l'area dov'è previsto l'arrivo di Sangiu con relativo codazzo.

Il dramma delle targhette 1

Mancano nomi e cariche: targhette da rifare
Cerco di sfuggire al rastrellamento, ma un cappuccino mi tocca; poi riesco ad eclissarmi dal bar con il più banale degli espedienti ("devo andare in bagno") e per vie traverse raggiungo la sala di Diana just in time per assistere al fondamentale intervento di una tizia del seguito ministeriale. Costei non è soddisfatta delle targhette sul tavolo della conferenza, che riportano soltanto i cognomi e l'iniziale dei nomi dei relatori, compreso Sua Eccellenza il Ministro: non sia mai, sentenzia la ministeriale, devono esserci scritti per esteso nomi, cognomi, e cariche. Panico e frenesia fra gli astanti: presto presto cambiamo le targhette.

I Valletti a piedi

Intanto sono passate le 11, Sua Eccellenza è pervenuta alla Reggia e sta effettuando la visita (privata e blindata) della mostra, e giornalisti e fotografi reduci dalla deportazione al bar si accalcano nella Sala dei Valletti a piedi (sospetto che la location sia stata scelta pour cause...) frementi nell'attesa dell'agognato incontro stampa (punto 3) con Sua Eccellenza. La quale Eccellenza, alle 11,30, compare con relativo seguito di barbapapà ed evitando accuratamente di incrociare lo sguardo con i frementi s'infila ratto in un'altra stanza, mentre Mario Turetta che affianca il ministro butta lì, rivolto agli scribi, un volonteroso "scusate ancora un attimo, arriviamo subito...".

Il ministro e la fontana

Il "subito" dura una mezz'oretta, al termine della quale Sua Eccellenza ricompare e - sempre senza distogliere lo sguardo dagli orizzonti di gloria, attraversa la Sala dei Valletti a piedi (e frementi) e s'affaccia al balcone che dà sulla fontana centrale, ammirandola intento per un decina di minuti, e offrendo ai fotografi la visione della lucida capoccia.

Il dramma delle targhette 2

Morale della favola: niente targhette
Nel frattempo, in Sala di Diana si consuma il dramma delle targhette. Le hanno modificate in ossequio alle indicazioni ministeriali: purtroppo - presto e bene di rado avviene - alle 11,58 in punto qualcuno si accorge che, per un umanissimo errore di sbaglio dettato dalla concitazione del momento, sulla targhetta di Sua Eccellenza campeggia la scritta "Giuliano Sangiuliano". Tipo Lupo De Lupis. Panico diffuso, e inevitabile contromisura: le targhette tutte vengono definitivamente rimosse dal tavolo della conferenza, tanto i frementi sanno benissimo chi sono i relatori. 

Prove tecniche di assessore

Pronti per la foto ricordo. Marrone sprizza gioia
Allo scoccare del mezzodì Sua Eccellenza, conclusa la contemplazione della fontana, sempre silente e senza uno sguardo per i delusi frementi (che avevano equivocato sul significato delle parole "incontro con il ministro, punto stampa"), entra in Sala di Diana (punto 4) e almeno posa per le foto di rito con i vari barbapapà. C'è il sindaco di Venaria con fascia tricolore, e c'è il presidente Cirio accompagnato,  assente l'assessore alla Cultura Poggio, indovinate da chi? Massì, dall'assessore al Welfare Maurizio Marrone ormai in training per l'assessorato alla Cultura che verrà. Glielo dico, al pimpante Marrone, e lui con l'aria furbetta mi fa "non ci provare...", ma tanto sappiamo benissimo entrambi che la gag si ripeterà per i mesi a venire. Molesto pure Cirio con uno scemissimo "presidente, non ti senti un po' Putin, ad andare alle elezioni senza un vero competitor?", ma lui è sull'istituzionale, "le elezioni sono una cosa seria" ribatte, al che butto lì un "Marrone andrà alla Cultura?" che Cirio rintuzza sbarazzino, "per la Cultura ci sarà una persona di qualità". E volevo ben vedere che mi diceva "piglierò il primo scemo che passa". Ad ogni buon conto, Sangiu non perde l'occasione, durante il discorsetto ufficiale, per salutare "l'amico Marrone": giusto perché si sappia.

Il deposito dei musei

E bon, seguono le alate prolusioni largamente riportate dalle gazzette. L'unica notizia interessante, però, Sangiu la conferma a margine: le ex caserme della Venaria - dice - diventeranno il deposito comune dei musei piemontesi dove conservare le opere non esposte, e il progetto sarà finanziato con 20 milioni ministeriali. Storia vecchia, quella dai depositi museali: ogni tanto salta fuori una possibile location (ricordate la trovata del "museo dei musei" al Palazzo del Lavoro?), ma prendiamo nota anche di questa. Quando vedrò, ci crederò.

All'Egizio senza Champollion

All'altezza della situazione. Cosa sta dicendo Greco a Sangiu?
Soddisfatto dello spettacolo, verso l'una me ne vado a casa a concedermi un frugale pasto, mentre Sua Eccellenza si trasferisce - udite udite - al Museo Egizio. Non ci era mai andato, in un anno e mezzo da ministro. A fargli da guida trova il
 direttore Christian Greco, che non ha manco decifrato la stele di Rosetta (come acutamente Sua Eccellenza ebbe occasione di sottolineare pochi mesi fa). Pazienza, alle volte persino un ministro si deve accontentare di ciò che passa il convento.
Il ministro però è uomo di mondo e maschera bene la delusione di non essere stato ricevuto da Champollion, e al termine della visita si concede pure una botta di vita: un gelato da Pepino in compagnia di Greco e Christillin.

La replica ai Reali

Intanto io, a casa, ho saziato il corpo ma non lo spirito che ancora anela altri magic moments con Sangiu. Per cui nel pomeriggio raggiungo i Musei Reali dove Sua Eccellenza inaugura la bella mostra del Guercino. Trattasi però di una stracca replica della mattinata (senza tuttavia coffee break e punto stampa), con parziale ricambio dei comprimari: resta l'irrinunciabile Mario Turetta - che ai Reali gioca in casa - mentre Cirio e Marrone sono rimpiazzati dagli omologhi comunali Lo Russo e Purchia. Il sindaco sembra alquanto trullero dopo l'incontro con Sua Eccellenza, durante il quale - pare - hanno parlato dei soldi per la Gam, dell'ingresso del Ministero nel board del Museo del Risorgimento e del dossier di Torino Capitale della Cultura 2033.
Purtroppo Sua Eccellenza, al termine della defatigante giornatona torinese, ai Reali sottoperforma: riciccia il discorso della mattina a Venaria - in pratica un copia-incolla - e scappa lesto a prendere l'aereo per Roma. Fine del gatto. 
Però le mostre, sia quella di Capodimonte sia quella del Guercino, andate a vederle. Meritano davvero.

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