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LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare
È una storia da non raccontare
È una storia un po' complicata
È una storia sbagliata
Cominciò con la luna sul posto
E finì con un fiume di inchiostro
È una storia un poco scontata
È una storia sbagliata


La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso, e - dopo una settimana di silenzi imbarazzanti, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?). 
Il presidente della Regione Cirio s'associa all'alto giudizio e precisa che Marrone "ha parlato a titolo personale", certificando così che nella sua giunta c'è gente che dà aria ai denti a seconda di come le dice il cuore e le gira il culo.
Ogni pantomima che si rispetti esige una comica finale. E questa pantomima si chiude con la lettera che Sangiu ha scritto a La Stampa. Notate, alla Stampa anziché al Corriere, giornale sul quale avevo pubblicato l'intervista al Marrone che aveva trascinato nel merdone lui e i suoi fratelli. Tiè. Gnàgnàgnà.
Ad ogni modo non voglio privare nessuno della scintillante prosa sangiulianesca, e quindi dal sito dell'agenzia DiRE riporto e commento ampi stralci della lettera:
"Quella egizia è stata una delle più rilevanti civiltà dell’antichità e ha intrattenuto con quella greca e romana, ma non solo, rapporti profondi e fecondi (minchia, quanta scienza e sapienza. Meglio di wikipedia. Mica li fanno ministri della Cultura per niente. NdG). E dunque per l’Italia avere il Museo Egizio di Torino, il più antico del mondo dedicato interamente alla cultura egizia e considerato da numerosi studiosi come il più grande e importante secondo solo a quello del Cairo (ok, Sangiu, questo lo sappiamo tutti, vieni al sodo. NdG), è un elemento di orgoglio che impreziosisce e qualifica il nostro patrimonio culturale a livello nazionale e internazionale. Quella di Torino è una grande realtà di valore, riconosciuta e apprezzata. La Fondazione Museo delle antichità egizie, chiamata a governare questa importante istituzione, sceglie in autonomia, secondo meccanismi normativi e statutari, il profilo più adatto a ricoprire la direzione (anche questo lo sappiamo, ma è bene ricordarlo a Marrone. Per inciso, anche il Salone del Libro - ti dice niente il nome di Paolo Giordano? - e il Torino Film Festival - Base, Giulio Base: pure questo nome ti dice niente? - dovrebbero scegliere in autonomia i direttori: non ti avevano avvertito? NdG). Non conosco personalmente il direttore Christian Greco, non ho avuto finora l’occasione di incontrarlo o di confrontarmi con lui (ma adesso magari proverai a leggerlo, come i libri dello Strega? NdG), ma gode di ottima fama e in molti ritengono (non è meraviglioso, il "molti ritengono"? Genialata assoluta. NdG) che abbia lavorato bene in questi anni. Di questo non posso che essere felice (e ce mancava che je giravano li cojoni... NdG) ... Il direttore Greco è un apprezzato egittologo, non ha decifrato la Stele di Rosetta (eh sì, nessuno è perfetto... Io non ho mai vinto un Pulitzer, ma neanche Sangiu, quindi accontentiamoci... NdG) come ha fatto il grande Jean Francois Champollion (bravo, sapevi pure questa! NdG), ma ha lavorato con impegno e risultati  (povero, è pure andato a scavare in Egitto, ma le steli di Rosetta erano finite... NdG). E potrà continuare a farlo fin quando la Fondazione che lo ha chiamato deciderà che è lui il più adatto. Nei suoi confronti non c’è alcun pregiudizio, né tanto meno è in corso una minacciosa campagna, con annesse liste di proscrizione, per ‘cacciarlo’ dal Museo (beh, Genny, la campagna c'è da mo', informati, fattela spiegare dai tuoi fratelli, magari da fratel Mollicone, o dai tuoi alleati, magari dal Crippa... NdG). Il merito, e non le appartenenze politiche, saranno sempre la bussola per le nostre scelte, a differenza di quello che abbiamo visto in passato (e badabim e badabam con 'sta storia del merito, che non ci crede più neppucon 'sta storia del merito, che non ci credono più neppure i terrapiattisti...). L’assessore regionale piemontese Maurizio Marrone, amico e persona di grande qualità, sensibile alle questioni culturali e col quale collaboro con grande profitto, e che non ha certo bisogno di me per essere difeso, ha riconosciuto le doti manageriali di Greco, non ha evocato nessuna ‘epurazione’ (ah no? Ma guarda, e io che avevo capito il contrario! Sono proprio scemo, fortuna che ci sei tu a illuminarmi... NdG) e si è limitato a ricordare la vicenda del professor Francesco Tiradritti, vittima di una ingiusta esclusione dal Cda della Fondazione (ingiusta? Alla fin fine il nome del rappresentante della Regione del CdA lo ha deciso il consiglio regionale con la tua maggioranza. E poi non hai appena scritto che la Fondazione decide in autonomia? Quindi di che t'impanchi? A quale titolo sputi sentenze? NdG). E sarebbe bastato leggere le sue parole invece di affidarsi ai commenti di parte. Per questo sono veramente stupito dalla bolla mediatica che determinati osservatori e forze politiche stanno ideologicamente portando avanti (è stupito, povera stella... NdG), forse con l’obiettivo di ottenere un ritorno politico (forse, ma forse... Invece Marrone e Crippa parlano mossi da alti ideali scientifici. Mo' me lo segno. NdG). Il Museo Egizio è troppo importante per essere impantanato in polemiche di bassa cucina politica (ecco, me la segno pure questa. NdG): il ministero della Cultura assicurerà sempre massima collaborazione e lavorerà con la Fondazione per valorizzarlo e per renderlo sempre più attrattivo”.
Fine del nobile discorso. Musica suggestiva in sottofondo, dissolvenza su Sangiu che contempla orizzonti di gloria mentre parte sommesso il canto delle mummie di Federico Ruysch.
Che dire? È stato spassoso, ma adesso anche basta. Se ne riparla nel 2025, quando scadrà l'incarico di Christian Greco. A norma di Statuto potrebbero confermarlo, ma con certa gente in giro chi ci scommetterebbe un euro? E non escludo che Greco possa anche decidere di andar via sua sponte già a fine 2024, quando si chiuderà il terzo mandato della presidente Christillin con la quale ha formato negli anni un'accoppiata vincente e sintonica, come dimostrano i risultati conseguiti. La nomina del presidente della Fondazione Museo Egizio spetta al ministro della Cultura, e dubito che Sangiuliano, tanto attento al merito e alle ingiuste esclusioni, vorrà riconfermare la pericolosa sovversiva Christillin (preciso a beneficio di Sangiu e i suoi fratelli: quest'ultima affermazione è ironica). Per come vanno le cose, prevedo che meritatamente piazzeranno alla presidenza un qualche scappato di casa. Di conseguenza Greco farà i bagagli e se ne andrà a lavorare in un paese serio dove non ficcano un dito nel culo a chi il merito e il talento ce li ha davvero. E dove di sicuro guadagnerà di più, senza rotture di coglioni e senza gente che sproloquia, rutta e scoreggia e poi dice che non è vero niente, pur se il tanfo si sente da lontano un miglio.

Commenti

  1. Greco è un signore ma, nel caso, c’è giusto un British Museum senza direttore

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