Questo blog ha sempre riservato una doverosa attenzione alle imprese dell'esuberante fratello d'Italia Maurizio Marrone, che negli anni s'è segnalato per straordinarie alzate d'ingegno nel vasto e affascinante mondo della cultura, dalle creative battaglie contro l'arte "blasfema" alle intemerate contro il patrocinio a Cinema Gay, dagli scontri con la sintassi agli scontri con Paratissima, dalle controversie sui fumetti alle controversie sui libri (sul Salone del Libro, per la precisione).
Sono personalmente convinto che Marry, pur disponendo nel governo regionale di un numero imponente di deleghe, in realtà ambisca da sempre all'assessorato alla Cultura. Opinione mia, ma corroborata da alcuni fatti significativi, tipo la nascita sotto la sua ala protettrice di ben due nuovi festival - "Giovani Adulti" e "Radici".
A questo punto, m'è sembrato giusto chiedere lumi al diretto interessato. Marry, benché notoriamente rifugga dai riflettori mediatici, s'è volentieri concesso per un'intervista del piccolo Gabo, intervista che potete leggere sul Corriere di oggi, lunedì 18 settembre, oppure a questo link.
Vi anticipo subito che l'intervistato ha volentieri spaziato sull'universo mondo culturale, senza negarsi alcune uscite tipicamente marroniane: tipo, a proposito di Lovers, che " resta intrinseca nell'idea di “cinema omosessuale” un'autoghettizzazione; e non ritengo che l'arte si debba autoghettizzare a fini ideologici. Forse ciò era giustificato, agli inizi, da una certa diffidenza che c'era ai tempi nella mentalità comune, ma oggi...", al che non mi sono tenuto e, abbandonate per un istante le vesti del bravo intervistatore super partes, gli ho fatto notare, a proposito di mentalità comune, che a me non m'è mai capitato d'essere preso a botte in quanto etero, mentre gli omosessuali continuano a menarli.
Ma l'uscita migliore è nel gran finale, che vi riproduco qui. Alla domanda se lui, personalmente, vedrebbe bene la riconferma di Christian Greco alla direzione del Museo Egizio, Marry risponde: "No. Ha doti manageriali non comuni ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate, che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel CdA del Museo".
E notate: neppure si riferisce al famoso faccia a faccia fra Greco e la Meloni sulla vicenda dell'ingresso gratuito agli arabi, con conseguenti minacciose dichiarazioni del bellicoso Mollicone; bensì alla storia, assai meno mediatica, del braccio di ferro tra Museo e Regione per la nomina nel CdA dell'egittologo Tiradritti. Come qualcuno ricorderà - ben pochi, a parte Marrone - c'erano dissapori pregressi fra Tiradritti e Greco, e alla fine la nomina sfumò.
Ok, also spracht Marrone. Adesso voglio vedere come reagiranno i diretti interessati, in particolare la direzione di Lovers (e il Museo del Cinema, da cui dipende il festival lgbt) ma ancor più i soci della Fondazione dell'Egizio che a questo punto rischiano di perdere Greco con largo anticipo: lui non ha certo difficoltà a trovarsi un altro posto, e dubito che apprezzi gli avvisi di sfratto a mezzo stampa. I nostri eroi - Comune, Regione, fondazioni bancarie, ministero della Cultura - manifesteranno pubblicamente solidarietà e stima per Greco, oppure, stile torinese, si beccheranno lo schiaffone chiudendosi in un pusillanime silenzio? So per certo che stamattina erano tutti incazzati, ma gli incazzi privati lasciano soltanto il mal di fegato e il tempo che trovano. Ma sapete com'è: Torino s'indigna e s'impegna poi getta la spugna con gran dignità. Zitti zitti lasceranno che Greco se ne vada sbattendo la porta, o manderanno un segnale per non farsi scappare il direttore più ambito d'Italia? Lo scopriremo soltanto vivendo.
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