Giusto per ricordarmi di ricordare, e a costo di risultare noioso, riporto anche sul blog l'intervista uscita ieri sul Corriere, non reperibile on line.
Sono io l'unico a considerare imbarazzante un fatto, seppur marginale, emerso dall'inchiesta Echidna? Dall'intercettazione di una telefonata fra Salvatore Gallo e il figlio Raffaele si è appreso che quest'ultimo, da capogruppo del Pd in Consiglio regionale, sarebbe riuscito a far nominare – in quota opposizione – nel CdA della Film Commission la nuora di un tale al quale i Gallo dovevano contraccambiare un “favore”. Beh, sai la scoperta che in certi ambienti funziona così: ma stavolta la faccenda è talmente esplicita, scritta nero su bianco nelle intercettazioni, da risultare spudorata. Urticante.
La signora non è indagata, e il fatto pare non abbia rilevanza penale. Tuttavia il suo nome circola ampiamente, anche sui giornali. Il Consiglio regionale ha nominato in Film Commission due donne: e la signora in questione – nominata in quota opposizione - non può essere Beatrice Borgia (foto), che è espressione della maggioranza e per tale motivo nel CdA di Film Commission ricopre il ruolo di presidente. Un presidente ha il dovere di tutelare la credibilità dell'istituzione che gli è stata affidata. Dunque a Beatrice Borgia ho provato a domandare se e come pensi di intervenire in questa situazione alquanto imbarazzante.
Beatrice Borgia, a quanto pare in Consiglio d'amministrazione avete un problema morale, o se non altro di opportunità.
"Io in questo momento ripongo massima fiducia nelle istituzioni. Aspetto che l'inchiesta porti i chiarimenti necessari".
Qui però non c'è una questione giudiziaria. Parliamo semplicemente di opportunità. Valutate l'eventualità di dimissioni della consigliera coinvolta nella vicenda?
"Lei sa che le dimissioni sono volontarie. La moralità ognuno la deve trovare dentro di sé, e quindi spetta alla persona in questione di dire cosa intende fare, in ambito di CdA. Per quanto mi riguarda sono garantista: attendo che l'inchiesta si chiuda per poter poi valutare insieme ai colleghi il da farsi, sempre nell'interesse della Fondazione, che è quello che mi preme".
Ecco, qui sta il punto. L'inchiesta determinerà le responsabilità penali; ma qui si tratta di affrontare una questione etica. Sappiamo benissimo che le nomine negli enti pubblici sono di natura politica, ma i cittadini si augurano che i nominati siano competenti. Scoprire che una persona sta nel CdA di Film Commission in quanto nuora di un soggetto “amico” dei Gallo, beh, ammetterà che non giova all'immagine dell'istituzione... Chiedo a lei che in quanto presidente ha il dovere di difendere quell'immagine.
"Ed è la cosa che mi sta più a cuore. Tra l'altro nell'ultimo anno la Film Commission ha raggiunto risultati importanti, senza precedenti, sempre seguendo una linea di rigore. Anche in questa contingenza ogni azione che si potrà fare sarà fatta a tutela della Fondazione. Noi abbiamo appreso la notizia soltanto dai giornali: quindi, anche se non è una questione giuridica, mi sembra corretto aspettare il termine delle indagini per poterci esprimere in merito. Se dovesse essere confermato quanto è emerso finora, valuteremmo d'intesa con tutti i soci della Fondazione, con il CdA, il Collegio dei revisori, e i nostri legali, quali azioni intraprendere. Sulla questione etica, qualsiasi passo dipende dalla sensibilità dei singoli, ognuno ha la sua. Su quello io non posso...".
Sono indiscreto se le domando che cosa farebbe lei se si trovasse in una situazione analoga?
"Non mi troverei mai in una situazione analoga. Per me l'integrità è un valore fondante. Preferisco non commentare...".
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