Ecco a voi Bartolomeo Corsini |
Il premiato nominificio regionale continua a produrre a tambur battente e - in campo culturale - con la già ampiamente dimostrata competenza e larghezza di vedute.
Dopo il notevole exploit con il CdA del Museo Egizio - nove mesi e due tentativi a vuoto per poi nominare un maestro elementare - ieri il Consiglio regionale ha indicato i tre componenti del CdA della Film Commission di propria spettanza:
Beatrice Borgia, Bartolomeo Corsini ed Elisa Giordano.
Dei tre, quello con maggiore esperienza in ambito cinematografico mi sembra Corsini, specializzato in marketing e comunicazione che, stando ai suoi curricula, ha mosso i primi passi con l'azienda balneare di famiglia, ma in seguito ha diretto la sede lombarda del Centro Sperimentale di Cinematografia e poi quelle di Palermo e di Torino. E' stato anche vicedirettore della Fondazione Guelpa di Ivrea. E vabbé.
Borgia in posa chic |
Mi è riuscito un po' più semplice - grazie a un vecchio articolo di Repubblica - scoprire chi sia Elisa Giordano, imprenditrice della moda con l'azienda Irreplaceable, ma laureata al Politecnico in ingegneria dell'informazione con specializzazione nel cinema e mezzi di comunicazione. Mi preoccupa un po' - per l'amore che porto a Film Commission - una sua intervista a La7 nel corso della quale il giornalista le dice "lei ha visto la sua breve carriera sempre segnata da catastrofi" e lei risponde "sì, è vero" (qui il link per capire la dinamica).
Elisa Giordano |
La parte più interessante è che il nuovo presidente di Film Commission verrà scelto fra questi tre nomi nel corso della prima seduta del nuovo CdA. La decisione non è drammatica: si tratta di sostituire un imprenditore del vino e della ristorazione (Paolo Damilano) con un altro imprenditore o imprenditrice. Potere ai manager, insomma. E rivabbè: l'esperienza pregressa insegna che danni enormi non ne dovrebbero fare, alla peggio faranno un po' di rappresentanza e product placement (non solo dei loro products, si spera, ma anche del prodotto Piemonte). Film Commission bene o male sopravviverà. Ma se stavolta c'è un senso nelle nomine, direi che la Regione, azionista di maggioranza, vuole una Film Commission che produca profitti (da qui la scelta di imprenditori e esperti di marketing) attraendo grandi produzioni e promuovendo il turismo. D'altronde Cirio l'aveva detto chiaro e tondo fin dal primo giorno del mandato: "Valuteremo le iniziative da sostenere non soltanto sotto l'aspetto culturale, che è importante, ma soprattutto per le ricadute economiche che possono produrre".
Sarà servito a dovere.
La vedo invece più dura per ciò che riguarda la creazione di un ambiente propizio alla crescita e all'affermazione di nuovi talenti creativi nella città che ha avuto l'ardire, non più di un anno fa, di inventarsi la favoletta di "Torino Città del Cinema".
E questo non vabbé manco per un cazzo.
Ma 6 troppo ironico! Acido!
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