Le bellezze di Torino: piazza Castello, i gioielli barocchi e il gioiello baracca |
In qualità di cittadino e contribuente torinese mi permetto di turbare la vostra olimpica quiete per porvi una rispettosa domanda. Qui sopra potete ammirare un mio piccolo ma veridico ritratto: osservatelo con attenzione, e ditemi se per caso vi pare di scorgere, sulla mia ampia fronte, la scritta "Giocondo". Poi uscite per strada, osservate i vostri amministrati, e fatemi sapere se ne incrociate qualcuno con la suddetta parola stampata in fronte.
No, vero? Nessuno. E allora abbiate la bontà di spiegarmi per quale arcano motivo insistete a comportavi come se tutti noi portassimo scritto in faccia "Giocondo".
Avete capito benissimo a che cosa mi riferisco. Da quasi quattro anni, con l'approssimarsi di Cioccolatò e del Natale, vi esibite nella consueta pantomima affidando l'organizzazione di queste primarie fiere paesane a società ogni volta diverse, eppure tutte accomunate da singolari caratteristiche... (continua a leggere)
Comincia così l'accorato appello che rivolgo oggi - nell'articolo sul Corriere che trovate a questo link - ai nostri azzimati amministratori nella speranza (temo vana) che si degnino finalmente di dare risposte plausibili agli interrogativi su quei "mercatini" con cui lorsignori si bullano di aumentare il prestigio e l'attrattività della Torino baraccata.
Oggi i sullodati mercatini esordiscono in piazza Solferino, Santa Rita e al Cortile del Maglio; domani tocca a piazza Castello, con i soliti baraccamenti fra Palazzo Madama e la Prefettura.
Ma la vera questione non è estetica. Qui si discute della famosa "trasparenza" che in un'altra era geologica ci avevano promesso che sarebbe stata il faro della nuova, luminosa era appendiniana.
Io francamente ne ho piene le palle non soltanto dei sullodati mercatini, ma anche di raccontarne le aggrovigliate e opache vicende, il dedalo di intrecci societari, curiose coincidenze, apparizioni e sparizioni di srl misteriose che spuntano e si dissolvono, impalpabili fate morgane, mentre i nostri ciccibbelli interpretano imperterriti un vasto e collaudato repertorio di ruoli animalisti: pesci in barile, tre scimmiette, civette sul comò, munie quace, anguille sfuggenti e struzzi con la testa nella sabbia.
Se siete interessati a farvi un'opinione sulle metodologie adottate dalla Città di Torino per adornarsi dei lussureggianti accampamenti di Natale e di Cioccolatò, troverete un esauriente riepilogo della saga nei post "Il mistery di Natale: nel labirinto dei mercatini" del 21 novembre scorso, e "Gioie del Natale: le domande sui mercatini e i misteri degli indirizzi incrociati" del 20 novembre.
Se poi l'argomento vi appassiona e volete approfondire; o se più banalmente volete regalarvi una mezz'ora di amene letture, vi regalo una scelta antologia di vecchi post di questo blog, e altro materiale d'archivio recuperato con il prezioso aiuto della collega De Ciero. L'insieme sembra una sceneggitura di Totò: ma - chissà perché - a me non riesce di ridere.
http://gabosutorino.blogspot.com/2017/03/la-madre-di-tutte-le-minchiate-finisce.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2016/12/mercatini-di-natale-il-comune-contro.html
http://gabosutorino.blogspot.com/2016/12/mercatini-di-natale-il-comune-contro.html
https://www.quotidianopiemontese.it/2016/12/12/la-procura-di-torino-indaga-sul-bando-di-natale-coi-fiocchi/
https://www.quotidianopiemontese.it/2017/05/10/il-comune-affida-giancarlo-murazzi-alla-moglie-dellorganizzatore-del-natale-coi-fiocchi/
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/04/01/i-murazzi-in-tribunale-turbativa-dasta-nella-gara-sulle-arcateTorino03.html
Se Atene piange, Sparta non ride.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/712665982/posts/10156784585690983/