L'assessore Braccialarghe |
E' un momentaccio per l'assessore comunale alla Cultura Maurizio Braccialarghe. Buona parte del Consiglio comunale (compresi gli esponenti più irrequieti della maggioranza) non ha ancora digerito la spiccia procedura usata per insediare Angela Larotella alla guida della neonata Fondazione per la Cultura. La Rotella - già dirigente comunale nel settore cultura, nonché moglie del sovrintendente del Regio Walter Vergnano - è intraprendente e capace, e c'è chi rimpiange che Fassino non abbia scelto lei come assessore. Ma non è universalmente amata; e la sua nomina è avvenuta al di fuori delle procedure usuali per incarichi di quel genere. La prospettiva che sulla vicenda possa passare in Consiglio una mozione ostile (degli alleati, per di più...) manda ai matti Braccialarghe, che si sarebbe fiondato da Fassino minacciando le dimissioni. E' bastata questa voce perché in città partisse il toto-assessore: i bookmaker puntano sul consigliere Luca Cassiani (pd), combattivo presidente della Commissione cultura. Cassiani però è tutt'altro che scemo. Diventare assessore alla Cultura è la sua massima aspirazioni, ma non nelle attuali condizioni. Presumo che accetterebbe l'incarico solo se Fassino gli firmasse davanti un notaio un impegno solenne a lasciargli mano libera, senza intromettersi. E' più facile che Obama inviti a cena il tizio di Wikileaks.
Il consigliere Luca Cassiani |
Intanto, proprio Cassiani ha dato un altro dolore allo sventurato LargeArms: venerdì scorso lo ha praticamente costretto ad ascoltare, in Commissione, le ragioni delle associazioni che premono perché il Comune partecipi agli Stati Generali della cultura. Un progetto che LargeArms aveva liquidato con una scrollatina di spalle e qualche sapida battuta, e che è stato invece abilmente sostenuta dalla Regione in virtù delle pressioni dell'appassionato Giampiero Leo e di un'astuta disponibilità del pragmatico Michele Coppola.
Così Braccia venerdì s'è dovuto sorbire, volente o nolente, le geremiadi delle associazioni: e non credo sia stato un balsamo per le sue orecchie sentirsi domandare se in futuro il Comune intenda adottare, nel rapporto con gli operatori culturali, "la strada del confronto e del dialogo intrapresa dalla Regione", o perseverare in un "atteggiamento autocratico". A un certo punto Braccialarghe dev'essersi sentito in territorio nemico, ed è stato visto sussurrare qualcosa a Cassiani. Alcuni esperti di lettura del labiale giurano (io non sono un lettore di labiale, quindi riferisco per dovere di cronaca) che gli avrebbe domandato suppergiù: "Ma chi è questo? Uno di centrodestra?". Suppergiù. L'aneddoto, gustoso come tutti gli aneddoti inventati, vuole che in quel momento stesse parlando Devalle, dell'Istituto Storico della Resistenza. La storiella, pur se inventata dalla solite malelingue, la dice lunga sul problematico rapporto tra l'assessore e il mondo culturale torinese, ambiente prevalentemente vicino alla sinistra ma dove molti ormai non nascondono di intendersi meglio con il destrorso Coppola che con l'uomo di Fassino.
Ad ogni modo, alla fine dell'audizione in Commissione Braccialarghe si è trovato a convenire che anche il Comune parteciperà ai lavori degli Stati Generali della cultura: e qualche testimone oculare, con un'infarinatura di storia antica, ha ravvisato sul suo volto la stessa espressione convinta di Giovanni Senzaterra mentre firmava la Magna Cartha, amorevolmente sollecitato dalle spade dei baroni inglesi.
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