Passa ai contenuti principali

VIRZI', SCARLETT E LE POLEMICHE: UNA CIVILE PRECISAZIONE

Il direttore del Tff Paolo Virzì
Ci siamo: tra 48 ore, venerdì 22 novembre alle 21,30, il direttore del festival Paolo Virzì e la madrina Luciana Littizzetto aprono al Lingotto la trentunesima edizione del Torino Film Festival.
Nell'attesa, i giornali si applicano a tener alta l'attenzione con la polemica Roma-Torino. Una frase di Virzì a proposito dei costi dell'ospitalità per le superstar (in particolare si riferiva a Scarlett Johansson, sul red carpet di Roma) ha suscitato la replica piccata del presidente dal Festival di Roma, Paolo Ferrari, che ha precisato che i divi a Roma non hanno ricevuto compensi. Precisazione della ceppa, perché Virzì parlava chiaramente dei costi per l'ospitalità: che poi quei pacchi di soldi pubblici (una mezza milionata di euro tra aerei, alberghi, accompagnatori e minchiate assortite) vadano agli attori o all'ambaradan che si portano appresso, al contribuente poco importa.  Sta di fatto che il Festival del Film di Roma ha un budget che è cinque volte - diconsi cinque - quello di Torino. Circa dieci milioni di euro - e meno male che glielo hanno un po' tagliato, prima ne prendevano più di tredici. A quel punto, chiaro che se li spendono per invitare la qualunque. E che je frega? Tanto mica li cacciano di tasca loro.
Ad ogni modo, oggi Virzì ha mandato in giro una dichiarazione che mi piace pubblicare, intanto perché civile in un mondo sempre più incivile, e poi perché dimostra che, fin da subito, Virzì ha fatto suo lo "stile Tff", al netto delle polemiche che gli cuciono addosso.
Ecco l'intervento di Virzì: "Vorrei solo precisare che non mi è mai passato per la testa dire o pensare che Scarlett Johansson abbia percepito un qualsiasi tipo di  compenso, oltre invece alla calorosa, dovuta e meritata accoglienza. Posso raccontare cos’ho detto davvero? In una sala del consiglio comunale torinese, dove veniva presentato il programma del festival di qui, a chi mi ha domandato come mai, dal momento che programmiamo un film con De Niro, Morgan Freeman, Kevin Klein  e Michael Douglas non abbiamo invitato questi popo’ di attoroni ma solo il regista, ho spiegato che un certo calibro di superstar hollywoodiane comportano dei costi inaffrontabili per un festival come il nostro. Ho raccontato  il caso specifico che mi è capitato di affrontare nella mia prima volta da direttore artistico di questo festival, di una graziosissima dark comedy con Julia Roberts e Meryl Streep per presentare la quale alla nostra serata d’apertura ci era stata fatta presente l’eventuale disponibilità delle due grandi attrici a venire come ospiti. Ho cercato di spiegare che tra costi tra due voli privati, una decina di persona a testa di staff, il servizio di security ed altro siamo arrivati presto a calcolare una spesa di almeno 500.000 dollari. Costi a carico delle distribuzioni? Nessun distributore italiano è più disposto ad investimenti di promozione di questa portata, e tantomeno i produttori Usa intendono investire budget importanti nel lancio di un film in Italia attraverso un festival. Di conseguenza tocca al festival stesso caricarsi di una parte importante di queste spese. E quindi ho invitato i signori del consiglio comunale torinese a guardar con più attenzione Scarlett Johansson o George Clooney quando sfilano sul tappeto rosso, perché devono sapere che stanno sfilando un mucchio di soldi, e che spesso quei soldi vengono dal budget di un festival, il cui grosso delle risorse è in genere, come sappiamo tutti, di origine pubblica. Mi dispiace che l’imprecisione e forse anche l'ingenuità del cronista abbia fatto ritenere a Paolo Ferrari che io abbia parlato di  compenso, semmai appunto di enormi costi di transfer, di accoglienza e di ospitalità, che rendono la rincorsa alla movie star Usa sul red carpet qualcosa che un festival, di questi tempi, è costretto a considerare con grande attenzione. Oltretutto in un momento in cui il cinema mondiale, persino Hollywood stessa, sembra cambiare strada rispetto a certi meccanismi dello star system. Vorrei inoltre aggiungere che per quanto riguarda il festival di Roma non ho mai, neanche per scherzo, usato la parola “flop”. Non ho fatto proprio accenno alla riuscita o meno di quel festival, nonostante sollecitato in questo senso dai cronisti evidentemente desiderosi di appiccare il fuoco di polemicucce che mi son venute a noia già prima d’esser cominciate, limitandomi ad illustrare il programma del festival di Torino che inaugureremo venerdì prossimo".


Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da