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Il grande cinema: Gabo-Nessuno intervista Patrizia Asproni (di spalle, nella sua riuscita imitazione di Henry Fonda) |
Intanto, un aperitivo di gran classe. Eccovi il primo post di questo lunedì 30 marzo che promette gran bene.
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Il tweet di ieri di Patrizia Asproni |
President's Answer
Ovvero, per i reprobi non anglofoni, la risposta autentica di Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei, sulla questione della "semichiusura" delle biblioteca della Gam. Questione peraltro risolta, mi dicono: dopo lo tsunami di proteste, il nuovo piano sarebbe tenere l'orario ridotto per un paio di settimane, o comunque per il tempo strettamente necessario per mettere la struttura all'onore del mondo e rinnovare la dotazione di computer. E poi tornare all'orario "lungo".Questo speravo di leggere stamattina. Patty aveva infatti promesso di dedicare alla vicenda la sua irrinunciabile rubrica "President's Pick's" che esce il lunedì su Repubblica, annunciando un rigoroso #factchecking. All'alba già presidiavo l'edicola. Ma mi attendeva una delusione.
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L'articolo della presidente Patrizia Asproni su Repubblica Torino di ogi |
Ma su questo già avevo risposto, preventivamente.
Patty si premura anche di precisare che "la biblioteca resta aperta", senza però precisare che resta aperta un giorno e mezzo su sette. Ahiahiahi, signora Asproni, mi è caduta sui fondamentali della logica wittgensteiniana...
Come Terence Hill
Mi lusinga invece, nell'articolo, l'affermazione "nessuno ci ha chiamato per verificare e approfondire". Poiché Gabo ha chiamato Patrizia il 26 marzo, appena scoperta la gabola, per verificare e approfondire, e ha riportato fedelemente le sue dichiarazioni, ne deduco che il mio nome è Nessuno. Come Terence Hill nel fondamentale film di Tonino Valerii. Son soddisfazioni.Ultima osservazione: il titolo di Repubblica "Orario ridotto per migliorare il servizio" si candida d'ufficio al premio Edward Lear per il nonsense 2015.
Caro Gabo,
RispondiEliminami permetto di fare qualche precisazione in quanto storico dell'arte e abituale frequentatore della biblioteca della Gam. Intanto la notizia era nell'aria da tempo, avevamo già notato l'agitazione dei bibliotecari nei giorni passati, ma eravamo in attesa della comunicazione ufficiale; venerdì mattina della scorsa settimana ho controllato il sito internet della biblioteca ma ancora non c'era traccia del "nuovo orario", dev'essere comparso poi nel corso della giornata.
Patrizia Asproni non avrebbe dovuto farsi inseguire da giornalisti e utenti a caccia di spiegazioni, perché sarebbe buona norma quando si interrompe un servizio pubblico darne comunicazione con un congruo anticipo (non una settimana) corredando la notizia con modi, tempi e costi dell'intervento (per tempi non intendo sono quando avrà inizio, ma anche e soprattutto quando finirà).
Nel resoconto della sua attività stilato nel 2012 la Fondazione si vantava dell'ottima frequenza della sua biblioteca; se questa è scemata negli ultimi due anni non sarà anche a causa dell'interruzione delle acquisizioni librarie e di periodici, dell'abolizione dell'apertura del sabato mattina, della non attuazione delle digitalizzazioni che la Presidente deve aver consultato solo in sogno? Certo, ci sarebbero delle ottimizzazioni possibili, ad esempio l'unione del patrimonio librario della biblioteca dei musei civici in un'unica struttura assieme ai testi di argomento storico-artistico dell'Università e della Biblioteca Nazionale, o almeno dotarla di un piccolo budget per nuove acquisizioni, ma bisognerebbe tirarsi su le maniche e lavorare sodo invece di limitarsi di riempirsi la bocca di slogan come "Torino città della cultura" e "Torino città universitaria.
Restiamo in attesa di sapere quando potremo tornare a fruire agevolmente dei NOSTRI libri e magari anche a quali mansioni saranno adibiti gli attuali bibliotecari, sperando che non debbano andare a occuparsi della biglietteria e della guardiania.
In questi giorni di attenzione verso la biblioteca della GAM Torino, luogo in cui ha preso forma la metà dei miei articoli, saggi, tesine e ricerche, ho pensato a tre cose. La prima: se fosse una questione di aggiornare i pc obsoleti, siccome ce ne sono 5 contando anche quelli dei bibliotecari, basterebbe una giornata (se ce ne mettono più di tre, comprendendo anche l'installazione di quei due o tre programmi che ci sono, devono cambiare assistenza informatica). La seconda: anni fa per motivi di studio ero a Venezia, e passando davanti alla Querini-Stampalia notai con emozione che era aperta anche di notte; sembra una cosa da matti, ma tutte le volte in cui lavoro e non riesco ad arrivare in tempo per consultare un libro, ci penso e trovo che sarebbe un'idea meravigliosamente bella. La terza e ultima: non sono disposta ad accettare il fatto che le ore di apertura vengano coperte da borse lavoro, tirocini, 150 ore, volontari o altro. Un mestiere è un mestiere. Il bibliotecario è un mestiere con competenze specifiche, se viene fatto al risparmio con forze volontarie e precarie si fa un torto a chi ha il mestiere e non ha il lavoro. (L'ho scritto anche altrove, ma ci tenevo particoalrmente a scriverlo anche qui. Grazie!)
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