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REGIONE, FATTI PIU' IN LA': IL GLADIATORE FASSINO PICCHIA SU PARIGI

Al mio segnale scatenate l'inferno. Fassino impegnato in un pacato dibattito sulle competenze sue e della Regione
L'altra sera Fassino non lo teneva nessuno. All'incontro con il Comitato Emergenza Cultura, dopo aver spianato TOdays, ha lestamente provveduto a fare l'ultimo prezzo alle politiche culturali della Regione.
Qui il ragionamento è più sottile e "politico", ma ancor più devastante. Il vecchio gladiatore in campagna elettorale sente l'odore del sangue e scatena l'inferno.
La Regione, dice Filura, deve essere un ente di legislazione e di programmazione; non di gestione.
Messa così, non mi emoziona.
E invece è un attacco all'arma bianca: la Regione è invadente, questo dice in concreto Piero Battagliero. Gestisce, e non dovrebbe farlo.

Il bersaglio grosso

Continua a essere oscuro? Ora si chiarisce. Filura punta al bersaglio grosso, picchia su Piemonte dal Vivo, il circuito regionale dello spettacolo che l'assessore Parigi ha rivitalizzato, assegnandogli un ruolo centrale e, in effetti, anche gestionale: tant'è che gestisce direttamente la Lavanderia a Vapore. L'anno scorso Piemonte dal Vivo ha ottenuto, come "circuito regionale multidisciplinare", un sostanzioso aumento dei fondi statali del FUS.
Non solo: Piemonte dal Vivo è il motore della complessa operazione che sta portando alla nascita dello "Stabile di Nordovest", il coordinamento delle realtà teatrali di Grugliasco, Rivoli, Collegno e Venaria.

Piatto ricco mi ci ficco

Questo a Fassino non va giù. Questo è un lavoro per la Città Metropolitana, dice. Cioé per lui, sindaco dell'ex Provincia di Torino.
La Regione, dice, in quanto ente di programmazione, programmi: dica dove vuole arrivare, qual è il progetto, quali gli obiettivi. E' sua facoltà. Però non faccia. Passi le indicazioni alla Città Metropolitana, che invece è un ente di gestione; e con le indicazioni passi pure i soldi per realizzarle.
Immagino che sul piano giuridico regga. Fassino non è uno sprovveduto, conosce la macchina.
Mi domando però se poi, in concreto, con tutte le grane che ha con Torino, Filura sarebbe tanto incline a sbattersi per la Lavanderia a Vapore.
E c'è un problemino. Una volta che la Città Metropolitana prende le redini di Piemonte dal Vivo, deve mantenere la baracca. Con che soldi? La Città Metropolitana non ha fondi propri. E non ha neppure personale politico eletto. Ve lo vedete un sindaco, qualsiasi sindaco, che toglie il grano dal bilancio della città che lo ha eletto per investirlo in un altro comune? Ve lo vedete Fassino che spende i soldi di Torino per mandare avanti la Lavanderia a Vapore di Collegno? Fantascienza.
Eppure Fassino preferirebbe controllare da vicino Piemonte dal Vivo. Se dipendesse da lui, saprebbe già dove accasarlo, per avdrcelo sempre sott'occhio: a Palazzo Cisterna, naturalmente, in condominio con Artissima e il Salone del Libro.

Antonella e i puntini sulle i

L'assessore Antonella Parigi
Però il fendente del Gladiatore è a vuoto. Almeno così mi spiega Antonella Parigi, che sento all'indomani della Sera del Fassino Furioso. Cioè ieri mattina.
La bionda assessora conviene che, in teoria, il ragionamento di Fassino sui compiti della Regione ci può stare; se non altro come tema di discussione. "Ma nel caso di Piemonte dal Vivo sbaglia bersaglio - mi dice. - Intanto, i circuiti teatrali sono tutti regionali per definizione. Un decreto ministeriale che dispone così. E i compiti di Piemonte dal Vivo sono squilitamente di indirizzo: se non è funzione d'indirizzo, ad esempio, coordinare i teatri della zona Nordovest, cos'altro lo è?".
Vabbé, però la Lavanderia a Vapore la gestite direttamente voi. "Sì, è un caso particolare, l'unico: si è creata la circostanza. In linea di principio sono anch'io dell'idea che la Regione non è un ente gestionale".
Spiegazione finita. Segue un breve silenzio al telefono. Poi la voce di Antonellina, un po' mortificata: "Ma cos'ha detto esattamente? E' stato sgarbato?".
Ma no, ma no. Il vecchio Fassi è un gentiluomo, e un cavaliere. E sa come si trattano le signore. Critica il metodo, ma per la bionda assessora ha  parole bonariamente mielate: "E' brava, fa, s'impegna...". 

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