Mario Turetta e Paola Zini, direttore e presidente della Venaria |
Mi risponde il direttore Mario Turetta. Mi sembra un po' a disagio. Precisa che la Reggia non è direttamente responsabile dei servizi per i visitatori, che sono stati appaltati tramite bando alla CoopCulture. E questo si sapeva. Quindi, dice Turetta, in base al bando d'appalto CoopCulture deve garantire efficienza e conformità alla legge. "Ritengo che anche il 6 gennaio l'azienda abbia agito nei termini di legge", dice. Né risulta, aggiunge, che per pagare i lavoratori giornalieri si sia ricorso ai vaucher (voce che era circolata in un primo momento).
Quindi, domando, secondo lei non c'è stato un comportamento antisindacale? "No, per quanto ne posso sapere. Devo incontrarmi con CoopCulture per avere tutti i chiarimenti del caso, ma non ho motivo per pensare che sia stata violata la legge. Di sicuro noi, come Reggia di Venaria, non potremmo accettarlo".
Né potrebbe accettarlo l'Ags, l'Autorità di garanzia scioperi, che difatti ha aperto un'inchiesta.
Ad ogni modo: ammettiamo che tutto si sia svolto secondo la legge. Ma se un datore di lavoro sostituisce il personale in sciopero che altri lavoratori assunti a giornata, beh, non è una cosa tanto normale, no? Voglio dire: almeno sul piano etico è certamente discutibile. Pur se la legge lo consentisse, non sarebbe meglio evitare?
Turetta non si lascia trascinare in questioni etiche. Mi ripete che non è la Reggia a prendere le decisioni su come garantire il servizio; le prende l'azienda che ha vinto l'appalto e deve garantire il servizio. Per l'amministrazione della Reggia, ribadisce il puntiglioso Turetta, sono irrinunciabili il rispetto della legge da parte di CoopCulture, e la garanzia del servizio per i visitatori. Il comma 22, ovvìa. Applicato ai musei.
Penso che Turetta si renda ben conto che è impossibile garantire il servizio se sciopera una significativa parte del personale; e che certe contromosse, mettiamo pure giuridicamente legittime, mal si confanno all'immagine di sé che vorrebbe trasmettere la Reggia di Venaria. Ma deve tenere il punto. "Avremo senz'altro un incontro con CoopCulture", si limita a ripetere.
Ne approfitto per chiedergli che ne è dell'impegno di lanciare nuove attività, così da aumentare il monte-ore e di conseguenza i compensi dei lavoratori. "Confido che si possa arrivare a una soluzione soddisfacente per tutti. Quando CoopCulture ha iniziato il servizio, a novembre, aveva chiesto ai sindacati 5-6 mesi per dare delle risposte...", mi risponde Turetta. L'assessore Parigi ieri ha promesso una soluzione entro un mese, ma Turetta è più cauto: "Un mese non credo, l'ho anche detto all'assessore, in un mese non si può combinare molto... Direi che cinque-sei mesi sono il tempo necessario: con nuove iniziative, anche nelle altre residenze sabaude, le opportunità di lavoro aumenteranno".
Vabbé, io ho ascoltato e riferisco. Non sono un esperto di sindacato, né di diritto del lavoro. E so anche che la Reggia di Venaria finanziariamente poggia su basi ballerine. Ma tutta questa storia continua a non piacermi, Proprio no.
Sì, peccato che lo sciopero fosse indetto da giorni, che ne avessero già parlato su Stampa e Repubblica e sul sito della Reggia non ne venisse fatto alcun cenno, mentre le altre volte era specificato che per via degli scioperi non era possibile visitare tutto il complesso, ma solo la parte coperta dai lavoratori precettati. Dunque, il sito della Reggia di Venaria è gestito dal Consorzio, che per non pubblicare la notizia doveva essere al corrente che tutte le postazioni sarebbero state coperte e che quindi non ci sarebbe stato nessun disservizio per i visitatori. La ringrazio per l'articolo, sig. Ferraris, e soprattutto per aver espresso dubbi in merito a quanto dichiarato dai dirigenti della Reggia. Loro festeggiano 1 milione di visitatori, ma io e altri colleghi dopo quasi dieci anni di lavoro ci troviamo con stipendi tagliati del 20%, chi con un mutuo da pagare, chi con un affitto o i figli da mandare a scuola. E siccome la Reggia non è una ditta privata che ha dichiarato fallimento, ma un sito museale che gode di ottima salute, la scelta di attuare questi tagli è immotivata e spietata.
RispondiElimina