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IL NUOVO FRINGE: RETE, PENETRAZIONE E FICHI SECCHI

C'erano tutti, convenuti dal monte e dal piano, alla Grande Riunione convocata oggi pomeriggio in Municipio per annunciare le magnifiche sorti e progressive dell'erigendo Narrazioni Jazz. E in particolare della sua sezione "off". 
Saranno stati una sessantina, in Sala Colonne, in rappresentanza di circa quaranta associazioni di ogni stazza storia e caratura, da quelli che fanno suonare a Torino i giganti del jazz a quelli che suonano nelle birrerie dietro modesto compenso, fino ai rappresentanti dei Corsi di formazione musicale. Li ha accolti un'assessore alle Fontane Leon trillante ed emozionata perché "è la prima volta che si riuniscono le realtà delle nuove musiche eccetera eccetera".

Ecco il bando per il "nuovo Fringe" 

Anyone convocato: oggi si disvelava in anteprima il bando - anzi, il "call" - naturalmente innovativo e trasparente, per affidare "alle associazioni radicate sul territorio" l'organizzazione del novello Fringe, ovvero i concerti "off" che nei giorni di Narrazioni Jazz (che saranno anche i giorni del Salone del Libro) ne porteranno il verbo fin nelle più sperdute periferie.
Il bando - anzi, il "call" - sarà pubblicato lunedì prossimo. Ma oggi l'assessore Leon e il suo fido assistente Franco Bergoglio lo hanno ampiamente illustrato alla speranzosa platea.

C'è poca trippa per gatti

Il bando, purtroppo, non sfama nessuno. Prevede che il Comune metta disposizione la sardanapalesca cifra totale di 56 mila euro da suddividere fra otto progetti: ovvero, 7 mila euro a progetto. Per "progetto" si intende un cartellone di eventi nei cinque giorni di Narrazioni Jazz, che si devono tenere in "luoghi significativi e non convenzionali" della città (scordatevi le sale da concerto...). Ciascun progetto dovrà essere coerente all'assunto di Narrazioni Jazz (in sostanza, se ho ben capito, l'incontro fra jazz e letteratura) e dovrà coinvolgere più associazioni perché, si sa, le associazioni devono "fare rete": in Comune ci tengono tanto.

I criteri di valutazione

Gli otto progetti "vincitori" saranno selezionati da apposita commissione, presieduta da Stefano Zenni, che con sprezzo del pericolo ha accettato di passare dalla direzione artistica del Torino Jazz Festival a quella di Narrazioni Jazz. 
Ecco i criteri di valutazione: la qualità artistica e la "potenzialità innovativa" varranno fino a 40 punti; la "penetrazione" (honni soit qui mal y pense) nel "tessuto cittadino" e la non convenzionalità delle location 20 punti; altri 20 punti, giustappunto, per la "capacità di fare rete"; e infine, 20 punti per la coerenza economica del progetto al budget. E qui è difficile, perché organizzare quattro-cinque concerti decenti con un budget di 7 mila euro è un'impresa che neanche il grande Barnum. 
Non è chiaro, peraltro, se quei 7 mila euro siano il tetto di spesa invalicabile per ciascun progetto, o se invece rappresentino soltanto il contributo comunale, che i vincitori del bando potrebbero integrare, che so?, con sponsor o con la biglietteria o il bar. Ammesso e non concesso che si possano gestire biglietteria e bar, e che con concertini di quel genere si possa contare su un serio incasso da biglietterie e bar.
Non ho capito, lo ammetto. Il bando, lunedì, si spera sciolga questo e altri dubbi.
Di sicuro non s'è avuto sentore, oggi, di una partecipazione al progetto delle fondazioni bancarie.

Settemila euro per quattro-cinque concerti

Sia chiaro: riferisco parole, e pure di seconda mano (combinazione, alla bella zingarata non mi hanno invitato...). Di scritto non c'è ancora nulla. Lunedì, passando il bando al microscopio, spero di saperne di più. Di sicuro, con 56 mila euro per 8 progetti - ciascuno, immagino, con quattro o cinque concerti - non vai lontano. Tanto più se pretendi le "location non convenzionali" - perché dovrai montarci palco e impianti, e sono soldi grossi - e pagando Siae, attrezzature, spese vive, tecnici e messa a norma, per i cachet artistici restano gli spiccioli.
Per fare un confronto, il vecchio Fringe l'anno scorso disponeva di un budget (da sponsorizzazioni) di 110 mila euro per cinque giorni.
In effetti, per il jazz a Torino la vera discontinuità rispetto al passato si può sintetizzare con la "Soluzione al 50 per cento": i cinque giorni di Narrazioni Jazz dovrebbero costare 400 mila euro rispetto agli 800 mila sponsorizzati (più di 120 mila per la comunicazione, cacciati direttamente dal Comune) dell'ultimo Torino Jazz Festival, che però durò dieci giorni. E il "nuovo Fringe" dispone della metà dei soldi di quello vecchio, con la stessa durata. Stento a vedere il vantaggio, ma io sono un  cretino.

Tornano i finanziamenti a pioggia?

La domanda è: chi - tra la quarantina di associazioni convocate oggi - sarà davvero interessato a partecipare al bando dei 56 mila euro? Dubito che attragga le realtà maggiori, quelle più strutturate e "professionali", perché settemila euro da dividere fra due, tre o più associazioni, per mettere in piedi quattro-cinque eventi, non sono una miseria: sono una barzelletta. 
Per i piccoli, invece, è comunque un'occasione. Diciamo una specie di finanziamento a pioggia - beh, pioggerellina, ma ina ina... 
Più che altro, il bando così com'è stato raccontato mi sembra una risposta politica - con una sua logica interna - alle aspettative di una parte dell'elettorato cinquestelle: quei musicisti che la precedente amministrazione ha trascurato, e che sperano di trovare nuovi spazi e nuove occasioni con la nuova giunta. In quel senso, ci sta. 
Ci sono tanti jazzisti, a Torino, che sfangano la vita suonando nei locali per cachet irrisori; molti di questi sono riuniti in piccole associazioni, e potrebbero quindi presentare progetti di cui essi sarebbero, insieme, sia organizzatori sia protagonisti sul palco. Per alcuni di loro un finanziamento di 7 mila euro avrebbe un suo perché: ti garantisce qualche data, e un modesto ma sicuro compenso.
Certo sarà difficile distinguere il cartellone del "nuovo Fringe" dalla consueta programmazione nei locali di Torino che ancora ospitano concerti jazz; di certo con quelle cifre non ingaggi Paolo Fresu. Però il bel gesto il Comune lo avrà fatto, e non si potrà dire che non sostiene le piccole associazioni. Mi pare un po' la stessa logica del povero "bando per i contributi alle attività culturali" inventato da Braccialarghe e ripreso - promettendo migliorie - dalla Leon, sempre nell'ottica della continuità.

Due messaggi tra le righe

Adesso voglio divertirmi con le mie celebri previsioni.
Faccio un'ipotesi. Ipotizzo che tra le righe del "call" ci siano due messaggi subliminali. 
Il primo rivolto alle micro-associazioni: qualcosa vi diamo, è poco però ve lo diamo, e soprattutto vi prendiamo almeno in considerazione. 
Il secondo è per i player maggiori, diciamo i "professionali" che in passato hanno lavorato con l'ente pubblico. E' un messaggio piuttosto perentorio: le nostre condizioni non sono per voi, quindi state sul mercato e sfangatevela. 
Tuttavia nell'intera faccenda scorgo un risvolto interessante: mi sembra proprio che il Comune rinunci al ruolo di "impresario" che si è arrogato in misura crescente negli ultimi anni. Con questi criteri organizzerà meno manifestazioni in grado di fare concorrenza all'offerta dei privati. Un conto è infatti se il Comune offre gratis grandi eventi musicali, sottraendo pubblico al concerto a pagamento proposto dal privato; altro se l'offerta gratuita municipale è, come dire?, "di base", e lascia ampio spazio a quella di livello che il privato organizza a pagamento. 
Dite che così facendo l'offerta culturale della città nel complesso è destinata a impoverirsi? E che lo spettatore dovrà probabilmente pagare per una qualità che era ormai abituato godere gratis? Eh beh, ragazzi belli, non si può avere tutto e il contrario di tutto. Le cose cambiano, io mi limito a registrarle. E comunque questa è solo una mia proiezione basata sui fatti di cui dispongo. Magari in Comune hanno un piano molto più astuto.

Rompere gli steccati. Ma chi rompe poi deve anche pagare?

Di sicuro, oggi la Leon dice che ciò è "innovativo", e invita le associazioni a "progettare con coraggio e rompere gli steccati". Tutto molto bello. Purché, se rompono gli steccati, poi non gli addebitino i danni: perché con settemila euro fatichi anche a pagare uno steccato nuovo.
Ad ogni modo: aspettiamo che il bando sia pubblicato, e vedremo. Così come me lo descrivono, devo dire che sento tanto, ma tanto, odore di "Natale coi fiocchi 2 - La sfiga continua".
E spero che nessuno immagini, con questo sistema, di mettersi in concorrenza con Milano.

Come sarà Narrazioni Jazz

All'incontro di oggi pomeriggio in Comune, oltre alla Leon e a Bergoglio, c'erano anche una silente e spaesata Angela Larotella - sarà ancora la Fondazione Cultura a organizzare Narrazioni Jazz, e a cercare gli sponsor - nonché il direttore Stefano Zenni. Zenni ha detto di aver accettato di passare dal Tjf a Narrazioni Jazz perché affascinato "dalla novità del concetto di incontro fra letteratura e musica". E vabbé. Narrazioni Jazz, com'è noto, sarà collegata al Salone del Libro: ci saranno cinque concerti all'Auditorium del Lingotto che s'inizieranno alle 21 (il Salone chiude alle 20), "produzioni originali per il festival", garantisce Zenni; inoltre sono previsti concerti pomeridiani al Piccolo Regio, e una Notte Bianca del Jazz "con tre piccoli palchi in altrettanti quartieri di Torino". Beh, mica male: se Zenni con un budget di quattrocentomila euro mette insieme cinque produzioni originali d'alto livello, più cinque discreti concerti al Piccolo Regio, sarà un buon colpo. 
Sospendo invece ogni previsione sui "piccoli palchi" della Notte Bianca e chi ci salirà a suonare: fosse mai che salta fuori anche qui la chiamata dei volontari...

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