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CONFERENZE STAMPA: LA SCOMPARSA DEGLI ASSESSORI

Walter Guadagnini e Emanuele Chieli raccontano il futuro di Camera
Ieri non avevo una gran voglia di scrivere. E' un periodo così. Però ci sono state due conferenze stampa di un certo interesse: Camera, il Centro italiano per la fotografia, ha presentato il nuovo direttore Walter Guadagnini e il suo programma espositivo, mentre il Museo del Cinema ha inaugurato la mostra del "pittorialismo fotografico". Come spesso in simili circostanze, pubblico qui sotto ampi estratti dei comunicati, risparmiandomi lo sbattimento di raccontare la rava e la fava.
Premetto però un paio di note a margine.
Intanto, Camera. Confesso che la davo per spacciata. Dopo le speranzose premesse dell'inaugurazione, un anno e mezzo fa, con il sindaco Fassino benedicente e una direttrice, Lorenza Bravetta, che prometteva orizzonti di gloria, sono successe cose che hanno modificato le prospettive: Fassino ha perso le elezioni e Bravetta s'è dimessa alla velocità del fulmine. Fin da subito l'interesse della nuova amministrazione civica per Camera - considerata una creatura fassiniana - mi è sembrato a dir poco assai tiepido. Neanche l'attività espositiva andava un granché bene. Però il nuovo direttore Guadagnini mi ha fatto una buona impressione, e il presidente Chieli è fiducioso: mi dice che in realtà il Comune ha manifestato apprezzamento, c'è stato di recente un incontro con Appendino e Leon, e Appendino ha definito Camera "un'eccellenza". Hanno anche concordato di inserire la prossima mostra, quella sull'Italia fotografata dalla Magnum, nel circuito dell'Abbonamento Musei. In Camera il Comune non ci mette un soldo, ma Camera ha ottimi sponsor privati. Com'è ovvio.
Meno ovvio che ieri, alla presentazione del programma espositivo di contanta "eccellenza", non ci fosse nessuno del Comune. Non dico il sindaco o Appendino, ma nemmeno l'assessore Leon. Dalla Regione è invece arrivato un assessore, ma credo a titolo privato: trattavasi di assessore che non c'entra niente con mostre e musei e comunque non ha aperto bocca.
Gli assessori alla cultura (o alle fontane) dovevano avere gravosi impegni, ieri, perché non si sono visti neppure alla successiva presentazione della mostra al Museo del Cinema.

La presenza degli assessori in simili circostanze pubbliche non è un obbligo, e spesso è una rottura di scatole: ma un tempo veniva letta come un'adesione al progetto, una vicinanza dell'amministrazione pubblica al lavoro dell'ente culturale interessato. Quindi mi domando come interpretare certe assenze sempre più frequenti, specie per quanto riguarda l'assessore Leon che incontro abbastanza di rado. A meno che non sia lei a volermi scansare.
Aggiungo come dato di cronaca che al Museo del Cinema c'era, per presentare la mostra, soltanto Donata Pesenti, "facente funzioni" di direttore. Ho avuto l'impressione che farà le funzioni a lungo.

E passiamo ai comunicati.

Pittorialismo al Museo del Cinema: il comunicato

Il Museo Nazionale del Cinema presenta la mostra fotografica "Tonalità tangibili. Peretti Griva e il pittorialismo italiano. Dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema", a cura di Marco Antonetto e Dario Reteuna, mentre la cura della sezione “D.R. Peretti Griva” è di Giovanna Galante Garrone. La mostra è realizzata grazie al contributo della Compagnia di San Paolo. Il ricco percorso espositivo, che conta oltre 250 fotografie originali, si snoda all’interno della Mole Antonelliana e presenta l’importante collezione fotografica conservata dal Museo Nazionale del Cinema, alcune tra le più significative testimonianze provenienti da istituzioni italiane e collezioni private e le opere di autori contemporanei. Partendo dalla produzione di Domenico Riccardo Peretti Griva, al quale è dedicato lo spazio sottostante i grandi schermi nell’Aula del Tempio, la mostra prosegue lungo la Rampa Elicoidale, dove i grandi maestri italiani del pittorialismo dialogano con alcuni autori di oggi: la reinterpretazione creativa del reale rivive infatti nella fotografia pittorica contemporanea così come le elaborate tecniche di stampa pittorialiste sono ritornate in auge in questi ultimi anni. E proprio a questo tema e all’evoluzione stilistica dell’arte fotografica dal pittoricismo al modernismo è dedicata l’ultima parte della mostra, presentata nelle aree espositive collocate al termine della rampa. Il percorso è completato da una selezione di apparecchi fotografici, attrezzature per lo sviluppo e la stampa, libri e riviste appartenenti alle Collezioni del Museo Nazionale del Cinema. La mostra prosegue alla Bibliomediateca Mario Gromo con un percorso di 30 fotografie dedicate ai temi cari a Peretti Griva, in particolare paesaggi, ritratti e animali. 
La mostra racconta il movimento del pittorialismo italiano, felice manifestazione della fotografia d’arte, che ebbe il suo momento di maggior splendore tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento. L’elemento di unità dei fotografi pittorialisti fu imposto da un preciso concetto estetico, al fine di legittimare la fotografia come espressione artistica alla stessa stregua della pittura o del disegno. L’estetica del pittorialismo fu anche il risultato di particolari tecniche di ripresa e di stampa: semplici o elaborate, erano destinate a realizzare opere creative che richiamassero i codici pittorici. I pittorialisti italiani, autori di grande talento, si confrontarono alla pari con i maestri pittorici europei e americani, e tra tutti spicca la figura emblematica di Domenico Riccardo Peretti Griva. Nato a Coassolo nel 1882, D.R. Peretti Griva fu magistrato fino ai più alti gradi, autore di importanti scritti giuridici, antifascista e impegnato nel dopoguerra in numerose battaglie per la laicità e i diritti civili (tra cui il divorzio). Colto fotografo dilettante, dedicò ogni istante del suo tempo libero alla fotografia, la sua attività più amata. Le sue “impressioni fotografiche” stupiscono e affascinano per la loro vividezza, trasmettendo sentimenti profondi e talvolta inattesi. 
La mostra "Tonalità tangibili" sottolinea la vocazione fotografica del Museo Nazionale del Cinema, che era già nella volontà di Maria Adriana Prolo, quando decise di creare un "museo nazionale di cinema e della fotografia" (uno dei rari casi esistenti al mondo), riservando alla fotografia un ruolo centrale nella sua attività di studiosa e collezionista. Il gusto collezionistico, che l’aveva spinta a ricercare non solo fotografie ma anche apparecchi, libri, riviste, gadget e qualsiasi materiale connesso alla diffusione della fotografia nella società, era cresciuto parallelamente all’obiettivo di salvaguardare un patrimonio che rischiava la dispersione. La collezione fotografica del Museo è stata costituita sin dai primi anni vita dell’istituzione e conta oltre un milione di immagini, di cui 132.000 appartenenti alla fotografia storica, un corpus eterogeneo che ripercorre la storia del cinema muto e sonoro e quella dell’arte fotografica. A questa si aggiungono un’importante raccolta di volumi e riviste relativi alla fotografia storica, italiana e internazionale, conservata e consultabile presso la Bibliomediateca “Mario Gromo”. La sezione dedicata alla fotografia è completata da una ricca collezione di macchine fotografiche, ingranditori, visori e accessori per la fotografia (tabelle con i tempi di posa, carte e lastre fotografiche vergini, bacinelle e pinze per lo sviluppo, scatti flessibili, telai e via dicendo) che documentano la nascita della fotografia e il suo sviluppo. 
In occasione della mostra si darà avvio a un programma di attività per le scuole e per il pubblico, finalizzate a riscoprire la fotografia storica e a valorizzare il patrimonio fotografico del Museo.
La sezione della mostra in Bibliomediateca inaugura un nuovo spazio espositivo a disposizione dei giovani fotografi. Di qui in avanti, infatti, i protagonisti saranno i giovani che, selezionati tramite un bando (oddiomìo, NdG), avranno la possibilità di esporre le loro opere e di far conoscere i loro progetti fotografici. 

Il programma di Camera: il comunicato

“Camera – Centro Italiano per la Fotografia ha raggiunto l’obiettivo di dotare il nostro Paese di un Centro dedicato alla fotografia, destinato a indagare, valorizzare e promuovere la fotografia in ambito nazionale e al contempo in dialogo permanente e creativo con le migliori esperienze internazionali.
Ora – continua il presidente Emanuele Chieli - forti dell’esperienza maturata e grazie al supporto dei nostri partner - tra questi in primis Intesa Sanpaolo, Eni, Reda, Lavazza - l’obiettivo è dare continuità al progetto avviato, continuando a sviluppare con professionalità le attività di esposizione, educazione e ricerca e determinati ad ampliare la platea dei destinatari”.
“Qualità innanzitutto, ma anche un fresco spirito pop. Senza barriere preconcette. Quindi personali e collettive, autori storicizzati ed emergenti, secondo una logica di alternanza che mai comunque rinuncia alla qualità della proposta”. Ad esprimersi così è Walter Guadagnini, nuovo direttore di Camera ed esperto da un lato di storia della fotografia, dall’altro della cultura Pop in Italia e non solo.
Il programma espositivo 2017 conferma tali indirizzi.
Positivamente archiviata "Around Ai Weiwei. Photographs 1983-2016", che si conclude il 19 febbraio, la nuova stagione espositiva propone, dal 3 marzo al 21 maggio, "L’Italia di Magnum – da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin", oltre duecento immagini che raccontano la cronaca, la storia e il costume del nostro paese negli ultimi 70 anni. La mostra vuole celebrare anche il 70° anniversario della nascita di Magnum, partner fondatore di Camera.
Seguirà, in giugno e luglio, "The Many Lives of Erik Kessels", la prima grande retrospettiva mondiale dedicata all’artista, editore e direttore artistico olandese, nato a Roermond nel 1966.
Da settembre ’17 a gennaio ’18, a Camera "Arrivano i Paparazzi!": attraverso circa duecento opere, la mostra racconta le vicende dei fotoreporter passati alla storia con il nome di paparazzi.
Guadagnini anticipa anche "Carlo Mollino. Retrospettiva" che aprirà la stagione 2018. 

“Ogni nostra mostra – ribadisce Guadagnini - è stata pensata e prodotta in Camera, insieme a partner di volta in volta diversi. Anzi le nostre mostre già hanno cominciato a circuitare nel mondo. E’ il caso, ad esempio, di "Boris Mikhailov. Ukraine", che dopo Torino è stata in Belgio e in Cina. Al prestigioso Fotomuseum di Winterthur si apre proprio in questi giorni "Francesco Jodice. Panorama". Coproduzioni importanti sono state alla base di "Sulla Scena del Crimine". Ma voglio anche segnalare l'avvio di una serie di collaborazioni con gli istituti culturali cittadini: abbiamo già realizzato la bellissima mostra di Paolo Ventura con il Teatro Regio, stiamo elaborando un programma comune di incontri con la Reggia di Venaria Reale, e altro ancora è in via di definizione. Vogliamo essere davvero il partner ideale per chiunque si avvicini alla fotografia, in un autentico spirito di condivisione".

Commenti

  1. G. Ferraris :"Quindi mi domando come interpretare certe assenze sempre più frequenti, specie per quanto riguarda l'assessore Leon che incontro abbastanza di rado. A meno che non sia lei a volermi scansare."....Tiratela di meno Sig. Ferraris...

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