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IL SENATORE CINQUESTELLE SPARA SU FILM COMMISSION. E APPENDINO SI BECCA IL FUOCO AMICO

That's entertainment: un momento del dibattito
E' un sabato pomeriggio molto interessante, sulla mia pagina FbIl senatore Alberto Airola (M5S) interviene in un piccolo dibattito in corso scrivendo dichiarazioni serie e pesanti che gettano un'ombra sull'operato di Film Commission e, deduco io per proprietà transitiva, anche sull'amministrazione comunale torinese.
Il dibattito era nato fra me e un lettore a proposito del post "Studio Uno, ricaduta da 1,3 milioni" in cui riportavo con la formula del "ricevo e volentieri pubblico" un comunicato di Film Commission Torino Piemonte.
Alberto Airola, senatore M5S
Il lettore, piuttosto scettico, voleva sapere com'è stata calcolata quella cifra, e quanto costa e quanto rende Film Commission, e quali benefici porta ai lavoratori del cinema piemontesi e varie altre cose. Io più che linkargli due vecchi post - uno sul bilancio e uno sui risultati economici di Film Commission - non potevo fare (mica sono io, Film Commission), ma il lettore era piuttosto insoddisfatto e insisteva. Il classico stallo messicano facebookiano.
A quel punto, shazam!, si materializza in pagina il senatore torinese dei Cinquestelle Alberto Airola, persona competente in materia: co-fondatore di una cooperativa di "arti audiovisive", fino al 2013 lavorava come cineoperatore, prima di entrare in parlamento
Con Airola il dibattito vola.
Chiara Appendino, titolare della licenza
Airola sostiene, senza mezzi termini, che i dati forniti da Film Commission sono "sciocchezze" e "propaganda". Io mi permetto di obiettare al senatore che il Comune di Torino fa parte della Fondazione Film Commission, per cui se Film Commission distorce i dati e fa disinformazione la resposabilità oggettiva (e politica) ricade anche sul Comune e dunque sulla titolare della licenza Chiara Appendino; e non soltanto sul presidente di Fc Paolo Damilano. Tanto più che, a quanto mi risulta, i rapporti fra Damilano e Appendino sono eccellenti
Seguono alcune dichiarazioni del senatore davvero significative. 
Paolo Damilano, presidente Fctp
Insomma: una bella storia. Tant'è che mi dispiaceva lasciarla su Fb, dove tutto rimane ma in realtà tutto va perduto. Quindi la ripubblico qui, anche a beneficio di chi non sta su Fb; e scusandomi con quanti l'hanno già seguita in diretta.
Aggiungo tre note utili.
La prima: a un certo punto interviene, con dati precisi e opportuni, anche Marzia Milanesi, un tempo responsabile dell'ufficio stampa di Film Commission e del Tff, e tuttora importante press agent del settore cinematografico.
Seconda nota: al momento non ho ancora ricevuto interventi da due soggetti chiamati in causa, ovvero Chiara Appendino e il presidente di Film Commission Paolo Damilano. Non mancherò di riportarli se e quando arriveranno. 
Terza nota: per non rischiare di alterare il pensiero e lo stile senatorio, ho copiaincollato i commenti di Alberto Airola rispettando rigorosamente punteggiatura, minuscole e ortografia spericolata.

Segue dibbatttito

Alberto Airola più o meno una miniserie della lux ,completamente finanziata dalla rai costa 1 milione a puntata...ora nn so quanti episodi fossero ma se contate 4-6 milioni di euro è impossibile avere una ricaduta del genere, inoltre magari film commission ha anche dato soldi alla lux per venire a girarla qua...
non diciamo sciocchezze sparando cifre a caso, questa la considero propaganda e basta , se damilano vuole mi può smentire

Gabriele Ferraris Ottima idea. Taggo Paolo Damilano. Sbrogliatevela voi.

Alberto Airola bene bravo

Gabriele Ferraris Quanto a lei, senatore Airola, le comunico che Film Commission è una fondazione di cui fa parte il Comune di Torino. Esiste un consiglio d'amministrazione in cui il Comune dev'essere, per Statuto, rappresentato. Quindi, se lei sospetta che Film Commission diffonda notizie false e propagandistiche (tutti i dati da me pubblicati sono stati forniti da Fc in situazioni e/o documenti ufficiali), farebbe bene a chiedere lumi alla sua collega di partito Chiara Appendino, che di tale disinformazione risulterebbe in tal caso oggettivamente corresponsabile. Insomma, se qualcuno dice "sciocchezze" e fa "propaganda", risolvetevela in famiglia. Io sono soltanto quello che paga gli stipendi a tutti voi, e dai miei dipendenti mi attendo informazioni corrette e rispetto. Grazie.

Alberto Airola sono da 4 anni in commissione di vigilanza rai e sono un ex operatore del settore, nn risolvo "in famiglia" come ha fatto il pd per decenni ma faccio interrogazioni istituzionali e da anni comunico a film commission (che spesso lavora molto bene) i budget sulle fiction e film prodotti da rai che sono molti molti soldi per l esattezza 500 milioni per tre anni. trovo peraltro spesso scandaloso che a società cone lux vide o altre già abbondantemente innaffiate di denari miei e i suoi (soldi pubblici) ne ricevano altri da film commission
quindi gabriele ferraris si limiti a parlare di quello che conosce

Gabriele Ferraris Va benissimo. Allora faccia un'interrogazione istituzionale per sapere se esiste una campagna di disinformazione condotta da Film Commission tramite la diffusione alla stampa di comunicazioni false e propagandistiche: già che c'è, però, interroghi anche per sapere cosa ci sta a fare nel CdA di tale Fondazione il Comune di Torino, e se di tale campagna di disinformazione non sia politicamente e oggettivamente responsabile anche il sindaco di detto Comune. 

E un'altra cosa: sono convinto che in molti dovrebbero parlare solo di ciò che conoscono. In genere io mi attengo a tale regola. Ma a prescindere da ciò non ho mai consentito a un politico di dirmi di che cosa posso o non posso parlare. Non inizierò certo con lei. Non ci provi nemmeno.

Marzia Milanesi Mi permetto anch'io di esprimere qualche dubbio rispetto all'entità della ricaduta sul territorio (1,3 mln) per una miniserie tv in due puntate quale è "Studio Uno" prodotta da Lux Vide, solo per 3/4 girata a Torino. Dubbio che si rafforza se si confronta tale cifra con quella di 15,6 mln che rappresenterebbe la ricaduta complessiva sul territorio relativa a tutte le produzioni sostenute nell'anno 2016 (vedi sempre il prezioso Gabo, più sopra). Appare poco congruo che la miniserie in questione abbia generato una ricaduta pari a 1/12 del totale composto da (come da comunicazione ufficiale - vedi sempre sopra): 16 lungometraggi per il cinema e 8 fiction tv, più svariati doc, corti, et varia. Per quanto riguarda invece i criteri di assegnazione dei contributi alle produzioni, fa testo il documento del 2015, di agile lettura, della Regione Piemonte (socio di robusta maggioranza di FCTP), link più sotto. Credo possa servire a chiarire le finalità dell'intervento pubblico in materia e, nel caso, a verificarne la corretta attuazione http://www.regione.piemonte.it/.../dgr_01014_310_09022015...

Gabriele Ferraris Oh, brava, Marzia Milanesi, così si fa. Questi questi sono dati, e io adoro i dati. Mi auguro che anche da Film Commission arrivino lumi. Tenendo conto, beninteso, di quelli che possono essere gli effetti virtuosi del tax credit. Se però emergesse, alla fine della fiera, un'opera di disinformazione da parte di Film Commission, come affermato a chiare lettere dal senatore M5S Airola, resterebbe da risolvere il problema politico della responsabilità oggettiva del Comune di Torino (e della titolare della licenza) in tale gravissimo comportamento: ma per chiarire quell'aspetto confido nelle interrogazioni istituzionali del senatore Airola.
Ovvio, la responsabilità politica sarebbe anche della Regione. Ma vuoi mettere lo scontro interno? E' più splatter.

Marzia Milanesi Per quanto di mia conoscenza ("ai miei tempi"), il Comune è stato socio via via sempre più economicamente debole fino a ridursi a un lumicino… A forze tanto impari, vedo difficile un ipotetico scontro. Come mi insegni, ognuno governa sul "suo". Ciò non toglie che siede nel CdA della Fondazione, con tutti gli oneri del caso.

Gabriele Ferraris Certo, è noto anche a me il disimpegno economico del Comune. Però dentro è dentro. C'è uno Statuto, c'è un CdA, ci sono responsabilità legali. E politiche. Insomma, roba forte. Sono davvero grato al senatore Airola per aver sollevato il caso senza pelose omertà di parte. E sono certo che, nel suo alto ruolo istituzionale, non mancherà di adoperarsi acciocché si faccia piena luce e, in caso di abusi, tutti i responsabili, soggettivi o oggettivi, ne rispondano nelle sedi appropriate. Auspico anzi che il senatore voglia tenerci aggiornati sull'iter delle interrogazioni.



Ma a Roma la Rai ci ignora

Mentre si dibatteva piacevolmente mi sono tolto la voglia di verificare un altro aspetto della faccenda: ovvero la visibilità che deriva a Film Commission (e di conseguenza al Piemonte) dalla produzione della mini-serie "C'era una volta Studio Uno". Su Blogo trovo il "live blogging", minuto per minuto, della conferenza stampa di presentazione della fiction alla sede Rai di Roma: ma per quanto mi sforzi, non vi scorgo il benché minimo accenno al ruolo di Film Commission. Nel resoconto, l'unico riferimento a Torino è il seguente: "Siamo andati a Torino, abbiamo tirato via le telecamere dal museo della Rai, abbiamo usato roba originale".

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