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REGIO, LA LETTERA DEI SINDACATI

Il sovrintendente del Regio Sebastian Schwarz
Le rappresentaze sindacali (Cgil-Slc, Fistel-Cisl, UilCom, Fials) dei lavoratori del Regio hanno diffuso la seguente "Lettera aperta alle istituzioni" con la quale chiedono, in buona sostanza, che il Teatro riprenda l'attività tramite "forme inedite e nuovi strumenti per raggiungere il pubblico ed esprimere la propria vicinanza" così da "conciliare la tutela della salute, la funzione civile e sociale della cultura con la salvaguardia del settore", oltre a consentire, aggiungo per completezza, ai musicisti oggi in cassa integrazione di tornare a lavorare a stipendio pieno.
La "lettera aperta" dei sindacati s'aggiunge all'interpellanza (che potete leggere integrale nel link) intitolata "Quali attività e prospettive per il Teatro Regio?" (prima firmataria l'ex cinquestelle Pollicino) di recente discussa in Consiglio comunale. L'interpellanza chiedeva tra l'altro a sindaco e assessore "se la Città abbia sollecitato o intenda sollecitare la Fondazione del Teatro Regio di Torino a valutare la possibilità di applicare modalità di lavoro agile ai propri dipendenti, analogamente agli enti pubblici" (il che, preciso io, già avviene al Regio per il personale amministrativo necessario per le mansioni neessaria anche nel periodo di chiusura); però con un'applicazione più estensiva "tenendo conto che in molti Paesi esteri tale pratica lavorativa è ampiamente diffusa anche in Orchestre, Cori e Maestri collaboratori". 
Purtroppo i firmatari dell'interpellanza non hanno ritenuto di dettagliare nel loro scritto le modalità con le quali "molti Paesi esteri" (come se ce ne fossero di "non esteri") allestiscano l'opera lirica con cantanti, orchestrali e le masse artistiche in remoto, ciascuno a casa sua. Spero che qualcuno intervenga a strapparmi dall'abisso della mia ignoranza. 
A tal proposito la lettera dei sindacati accenna a "uno spettacolare concerto" che verrà trasmesso domani in diretta dal Maggio Musicale Fiorentino: ho approfondito la questione e ho appurato che si tratterà di un concerto di canto in cui il sovrintendente del Maggio, Pereira, dal palco del teatro chiamerà di volta in volta i cantanti che "si esibiranno, da casa propria ma anche come se fossero sul palco del Maggio, da dove partirà il segnale verso le piattaforme social del teatro e da queste verso il pubblico". Insomma, il solito streaming che ben conosciamo e che purtroppo non prevede né l'impiego di grandi organici musicali, né tantomeno - particolare non trascurabile, considerate le difficoltà economiche del momento - un incasso per l'ente lirico.
Ad ogni modo, per quanto perplesso su finalità e logica delle proposte, ritengo doveroso e civile pubblicare l'appello dei lavoratori del Teatro Regio, ai quali va la massima solidarietà, come a tutti i lavoratori, dello spettacolo e no, molti dei quali da mesi non intascano un centesimo e non hanno neppure accesso alla cassa integrazione.
 L'emergenza Covid-19 si è abbattuta con forza su ogni ambito della vita sociale ed economica, incluso il comparto dello spettacolo dal vivo. Il Teatro Regio di Torino ha dovuto sospendere tutte le attività artistiche, in ottemperanza ai decreti ministeriali, al fine di tutelare la salute del pubblico e dei propri lavoratori. Tuttavia, esso non cessa di essere patrimonio culturale della collettività da preservare.
I lavoratori del Teatro Regio hanno cercato di affrontare questo difficile periodo con propositività, cercando di suggerire alla Direzione forme inedite e nuovi strumenti per raggiungere il pubblico ed esprimere la propria vicinanza, ma nessuna delle proposte è stata accolta o considerata fino ad ora.
Alla luce di quanto emerso dalle dichiarazioni dei dirigenti del Teatro Regio, che di fatto rinviano a data da destinarsi la ripresa delle attività musicali, i dipendenti della Fondazione Teatro Regio di Torino e le OO. SS. territoriali esprimono la loro ferma e assoluta contrarietà rispetto al protrarsi del blocco della produzione, nella convinzione che sia possibile, necessario e urgente intraprendere percorsi alternativi in grado di conciliare la tutela della salute, la funzione civile e sociale della cultura con la salvaguardia del settore.
Il Carlo Felice di Genova ha voluto celebrare il 25 aprile con un concerto in streaming, la Fenice di Venezia realizzerà i suoi due primi progetti multimediali da remoto, il Maggio Musicale Fiorentino diffonderà domani uno spettacolare concerto e sono tante altre le iniziative che si stanno muovendo su tutto il territorio nazionale.
Noi vogliamo esserci, perché riteniamo doveroso che i valori veicolati dalla cultura, dall'arte e dalla musica siano posti al servizio dello sforzo collettivo del Paese, come tante volte è accaduto nei momenti di sofferenza e di incertezza della nostra storia. Riteniamo possibile sviluppare una progettualità innovativa ed efficace, compatibile con le attuali restrizioni, capace di affrontare questo tempo di crisi e di innescare un nuovo rilancio quando arriverà il momento di ripartire.
Ci appelliamo alle nostre Istituzioni, nazionali, regionali e cittadine, affinché promuovano e sollecitino un deciso cambio di rotta e una forte assunzione di responsabilità nei confronti di un settore fondamentale del nostro patrimonio culturale, delle sue migliaia di lavoratori, dell'indotto che ruota intorno ad esso, della sua imprescindibile valenza sociale e comunitaria.
Infine apprendiamo con favore dai giornali che il sovrintendente Sebastian F. Schwarz ha espresso la volontà di considerare la possibilità di musica all'aperto per quest'estate. Confidiamo di riceverne comunicazione al più presto per una ripresa dell'attività lavorativa.

Torino, 30 aprile 2020

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