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Il sovrintendente del Regio studia il suo piano di agevolazioni |
Non me la sarei persa per nulla al mondo, la seconda parte dell'allegra pantomima "Il Regio e i Consiglieri" che è andata in scena ieri mattina al Teatrino Municipale "Commissione Quinta Cultura".
Dopo lo show dei tre palcoscenici (che ho raccontato sul Corriere del 23 marzo), ieri il canovaccio della commedia era la Proposta di mozione avente oggetto: "Abbonamenti e biglietti al Teatro Regio, estendiamo le tariffe agevolate anche per over 65", firmata dalla sorella d'Italia Paola Ambrogio.
In sostanza, dice l'Ambrosio, se il Regio propone sconti ai giovani sotto i 35 anni, perché mai gli stessi sconti non li pratica agli anziani?
La risposta del Regio è lapalissiana: sono pochi i giovani che frequentano l'opera lirica, che purtroppo ha un pubblico sempre più agé; per cui cerchiamo di incentivare i giovani a venire a teatro, mentre il 38,5% del nostro pubblico è già costituito da over 65, per cui una riduzione delle tariffe potrebbe portare a una situazione finanziaria non sostenibile.
Sembra semplice, il concetto: il Regio s'è salvato dalla bancarotta per il rotto della cuffia e a prezzo di tanti sacrifici, il bilancio è ancora convalescente, i costi di gestione sono cresciuti a dismisura, quindi se proprio adesso andiamo a tagliare gli incassi là dove sono maggiori, rischiamo di nuovo il tracollo. Per questa stagione già ci siamo sforzati e non abbiamo aumentato i prezzi, più di tanto non si può fare. Traduzione: state bboni, siamo appena appena fuori dal baratro, non c'è trippa per gatti.
Incredibile dictu, il messaggio viene compreso quasi al volo dalla quasi totalità dei (pochi) consiglieri-commissari presenti.
L'Ambrosio, tuttavia, sulle prime non si dà per vinta. Nella mozione ha scritto che "sempre più spesso si assiste alla triste
visione di poltrone vuote in uno dei teatri più importanti di tutta Torino" e non pare convinta dalle rassicurazioni del Regio ("L’Aida ha ottenuto l’88% di riempimento della sala, il Barbiere di Siviglia il 95%"). Beh, obietta la Tenace, con gli sconti per gli over 65 si arriverebbe al 100 per cento. E già, aggiungerei io: e se fosse gratis, andremmo al 200 per cento. Il problema è sempre chi paga il conto. E quando parli del conto, spariscono tutti.
Però - obietta la Paladina - il 38,5% di over 65 che oggi pagano la tariffa piena in fondo sono pochi, rispetto al rimanente 60 e passa per cento di spettatori. Segue un denso dibattito (qui condensato) che dopo qualche difficoltà approda alla conclusione che gli under 65 non sono tutti "gggiovani" e dunque non tutti ("todos caballeros!") beneficiano di agevolazioni tariffarie. Il dibattito porta all'amara constatazione che i consiglieri non sanno quale sia la percentuale di "gggiovani" che frequentano gli spettacoli del Regio.
A questo punto mi prendo sulle spalle il gravoso ruolo di servizio pubblico e riporto alcuni dati: agli ultimi due spettacoli del Regio ("Aida" e "Barbiere") il pubblico era costituito per il 50 per cento da spettatori a biglietto pieno, per il 36 per cento da abbonati, e per il 14 per cento da fruitori della Card giovani, under 30 senza Card, e scolaresche in gruppo, categorie di godono della sullodata scontistica. Calcolando anche le due "anteprime-giovani", però, la percentuale giovznile cresce dal 14 fino al 22 per cento. In totale, tra "Aida" e "Barbiere" gli spettatori sono stati circa 26 mila, di cui tremila under 30.
Intanto, però, in Commissione s'è scatenato un fruttuoso brainstorming che porta il cinquestelle Russi ad esprimere, "pur condividendo l’intento del documento", qualche perplessità sul fatto che il Consiglio comunale possa imporre alcunché a una Fondazione pluripartecipata qual è il Teatro Regio, con i toni ultimativi usati dalla Ambrogio nella sua mozione ("Impegna il Sindaco e la Giunta comunale a prevedere, per la fascia di persone over-65, un tariffario di acquisto agevolato per gli abbonamenti
al Teatro Regio simile a quello oggi in vigore per gli under 30 entro e non oltre la prossima stagione
di concerti e per la stessa fascia d’età – già per la stagione corrente – uno strumento che consenta
un’adeguata scontistica per l’acquisto di biglietti per singoli spettacoli").
Alla buon'ora. Qualcuno se n'è accorto.
Segue ulteriore dibattito per assodare che non sono il sindaco e la giunta a occuparsi della biglietteria del Regio e a neppure a stabilirne (o "prevederne") le tariffe. Qualcuno azzarda che altro sarebbe se il Comune offrisse un tot d'argent per finanziare le agevolazioni, ma vabbè, s'è scherzato, qui stiamo a fare gli splendidi con i soldi che non ci sono, non s'era capito?
Ma ecco la gran meraviglia: pian piano il lume della ragione comincia faticosamente a squarciare le tenebre della politica, e germoglia fra i consiglieri la brillante intuizione che forse converrebbe chiedere con bel garbo al Regio se non si possa - se e quando sarà possibile - fare qualcosa di positivo per le "fasce deboli", puntando non tanto sull'età (per fortuna esistono ancora, seppur sempre meno, anziani benestanti, e addirittura abbienti) quanto sulle condizioni economiche disagiate. Personalmente trovo complicato (e pure imbarazzante) il ricorso all'Isee, ma insomma, non sembrerebbe neanche una genialata fare lo sconto a un pensionato d'oro e chiedere la tariffa intera a un disoccupato cinquantenne... Al Regio, semmai, pensano a un'eventuale ricalibrazione delle tariffe, pur ricordando che già oggi sono disponibili non soltanto ordini di posti diversi, con prezzi abbordabili, nonché spettacoli pomeridiani a costo ridotto.
Ad ogni modo. Resta inascoltata l'obiezione dell'italoforzuto Garcea ("però al San Carlo di Napoli lo fanno!": ebbeati i napoletani anche per gli sconti a teatro, oltre che per il sole, il mare e i gol di Osimen, e premesso che due anni fa il San Carlo non era sull'orlo del fallimento) e finalmente, dopo 45 minuti di alati interventi, la Commissione approda a un punto fermo: l'Ambrogio accetta di modificare la sua mozione, "magari prevedendo indicatori Isee". Poi il documento passerà all'esame del Consiglio comunale. E per quel giorno io prenoto un posto in prima fila in Sala Rossa (lì è gratis...). The show must go on.
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